"Giovani ResiliEnti". Scuola e mondo del sociale insieme per educare i giovani

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Presentazione Progetto all'UnisannioPresentazione Progetto all'Unisannio

Presso l’Aula Rossa delle Lauree dell’Università degli Studi del Sannio è stato presentato ufficialmente il progetto di “Giovani ResiliEnti”.

Giovani ResiliEnti” è un progetto nato dalla Cooperativa Sociale “La Solidarietà” finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. La presentazione ufficiale è avvenuta nella Sala Rossa delle Lauree dell’Università degli Studi del Sannio.

Ad aprire i lavori i saluti del Rettore dell’Università degli Studi del Sannio Filippo De Rossi che nel suo breve intervento ha affermato che “il tema della resilienza è importante per l’università a maggior ragione per i ragazzi che devono imparare ad essere resilienti”. Il direttore della Caritas Diocesana di Benevento, don Nicola De Blasio ha introdotto il progetto, “tutto è nato dall’alluvione e l’Università è stata subito pronta ad accogliere la cerimonia di presentazione e gli istituti che hanno subito aderito”. Don Nicola ha poi terminato il suo intervento invitando ad essere Benevento “più efficiente e più efficace”.

A presentare il progetto “Giovani ResiliEnti” è stato il coordinatore generale di Caritas Benevento, Angelo Moretti che ha esordito affermando che “l’accoglienza dell’università ha motivato l’avvio del progetto, nato nel 2013 quando l’esperienza Caritas era piccola e non esisteva il progetto della Cittadella. L’idea è piuttosto semplice, nasce dalla volontà di creare un’ alleanza tra mondo scuola e Caritas, il mondo del sociale. Questa è un’esperienza unica. Iniziamo con 80 ragazzi per un inizio di strategia. Conclude affermando che non si vuole far svolgere volontariato per ottenere punti ma creare luoghi di relazione mettendo a disposizione le nostre strutture”.

Interessante la lectio sulla “Resilienza” di Carlo D’Angelo, psicoterapeuta frankliano ed autore di diversi saggi psicologici sul mondo giovanile. Ha esordito parlando del progetto “Giovani ResiliEnti”, iniziativa che parla direttamente dei giovani realizzando passo importante. “Dormire sulla provvisorietà – ha detto – non da possibilità di vedere il futuro. Nel 1928 già si anticipava il concetto di resilienza psicologica. Frankl, fondatore scuola psicoterapia, voleva istituire un consultorio davanti ad ogni scuola. La frustazione esistenziale consiste nel dilagante sentimento della mancanza di senso collegato ad un vuoto interiore. Fare contatto con il vuoto interiore è fare contatto con il dolore, un dolore che vuole essere ascoltato. Quando ignoriamo il dolore sopravviviamo non risolviamo il problema. La vita è tutta una connessione, non si può scindere. Frankl non cadere nel facile biologismo, psicologismo, sociologismo. Ha terminato affermando che il senso del dolore non va ricercato nel passato, in qualche improbabile giustificazione del male, ma nel futuro, in un compito da realizzare nonostante l’assurdità della sofferenza e in un progetto di vita che la trascenda”.

La psicologa Caritas, Evelyn Di Mella ha relazionato sulla parte testistica del progetto che si suddivide in due momenti: preliminare e conclusiva. Obiettivo della prima fase “è provare a fare valutazione delle risorse psicologiche. Nella fase finale, il fine è valutativo per registrare l’efficacia dell’intervento stesso”. Durante il suo intervento, analizzando alcuni dati statistici, ha evidenziato che “nel corso degli ultimi anni l’adolescenza è ancor di più periodo di crisi. L’interesse del progetto è rendere protagonisti gli adolescenti”.

Concordi sull’utilità del progetto le dirigenti scolastiche degli Istituti Superiori aderenti al progetto. Per Maria Gabriella Fedele, dirigente dell’Istituto Tecnico Industriale G.B. Bosco Lucarelli”, “Giovani ResiliEnti è un progetto già nato a seguito di alcune sospensioni. I ragazzi sono stati volontari in mensa e al termine si sono sentiti realizzati”. Norma Fortuna Pedicini, dirigente del Liceo Classico Pietro Giannone", ha evidenziato che “attualmente non si sta abituando i ragazzi al fallimento, occorre insegnare i genitori al fallimento”. Per Luigi Mottola dirigente dell’IPSAR Le Streghe” l’obiettivo “è andare oltre le complessità, scomponendole. Aiutare i ragazzi a fare un progetto di vita”.



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