'Ndrangheta: blitz contro la cosca dei Piromalli, 12 arresti

Sono 12 gli affiliati alla storica cosca dei Piromalli finite nel mirino dei Carabinieri del Ros: le indagini hanno evidenziato come i fratelli Giuseppe e Antonio Piromalli, capi storici della cosca della 'ndrangheta reggina, continuassero ad avere un ruolo di vertice nell'organizzazione, che grazie alla complicità di imprenditori locali era riuscita a inserirsi in diversi affari nel settore agro-alimentare.

Tra i destinatari del provvedimento ci sono gli anziani boss Giuseppe ed Antonio Piromalli, da molti anni al vertice della cosca. L'operazione, denominata "Provvidenza 2", segue il fermo, eseguito sempre dai Carabinieri, nel gennaio scorso di 33 persone appartenenti alla stessa cosca Piromalli. Le indagini hanno documentato, in particolare, il livello di infiltrazione dei Piromalli nel locale tessuto economico, con particolare riferimento al settore agro-alimentare, grazie alla complicità di imprenditori collusi. Giuseppe Piromalli, malgrado sia da anni in carcere sottoposto a regime detentivo speciale, fosse in grado, attraverso i periodici colloqui con i familiari e contando su un'efficiente filiera comunicativa, di inviare all'esterno ordini e messaggi funzionali alla direzione degli affari della cosca, controllati attraverso il figlio Antonio, già fermato in occasione dell'operazione del 26 gennaio scorso. 

Ha un valore di 50 milioni di euro il Copam, il consorzio sequestrato nell'operazione "Provvidenza 2", operante nella Piana di Gioia Tauro, in Sicilia e nel basso Lazio. Dall'indagine, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, sono emerse le dinamiche associative e gli assetti mafiosi della cosca "Piromalli", evidenziando il ruolo apicale svolto dai fratelli Giuseppe, di 62 anni, detto "Facciazza", attualmente detenuto nel carcere de L'Aquila, e Antonio Piromalli, di 78 anni, detto "'u Catanisi", in grado di orientare gli equilibri criminali dell'intero mandamento tirrenico e di condizionare il locale tessuto economico-imprenditoriale, con particolare riferimento ai settori agro-alimentare e turistico-ricettivo, grazie alla complicità di imprenditori contigui alla cosca.


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