"Just in time", vasta operazione della Finanza contro l'assenteismo al lavoro

Il giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno ha messesso 10 ordinanze di misura cautelare personale di tipo interdittivo nei confronti di altrettanti dipendenti dell'’Azienda Ospedaliera “San Giovanni Di Dio e Ruggi D’Aragona”.


Sono accusate di truffa ai danni dello Stato  e false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge da parte di dipendenti pubblici i 10 dipendenti dell'ospedale San Giovanni Di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno che questa mattina sono state sospese per la durata di 12 mesi dal servizio pubblico svolto alle dipendenze della ASL.

Ad eseguire questa mattina le ordinanze di misura cautelare personale di tipo interdittivo i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Salerno. I soggetti coinvolti nell’operazione “Just in time” sono una caposala, quattro infermieri, due tecnici specializzati disinfettori e tre operatori sanitari, residenti nei comuni di Salerno, Mercato San Severino e Nocera Inferiore.

L’attività odierna costituisce l’epilogo di una complessa indagine avviata nel dicembre del 2014 che ha consentito di rilevare condotte fraudolente da parte di numerosi dipendenti ospedalieri, i quali, con la complicità di altri colleghi conniventi, potevano assentarsi ingiustificatamente dalla predetta struttura risultando però regolarmente al loro posto di lavoro.

Le condotte criminose sono state accertate mediante l’installazione di telecamere che hanno consentito il monitoraggio visivo di due orologi marcatempo per la rilevazione delle presenze giornaliere, collocati all’interno del nosocomio. La capillare ricostruzione delle condotte incriminate, incrociata con i dati delle presenze giornaliere forniti dalla struttura ospedaliera, ha permesso di ricostruire nei minimi
dettagli il meccanismo fraudolento posto in essere dagli indagati e le indagini sono state corroborate anche da un’accurata attività di pedinamento e appostamento eseguita dai militari operanti, prontamente documentata.

Le indagini hanno quindi consentito di appurare il comportamento illecito dei dipendenti pubblici che, invece di prestare la loro delicata mansione all’interno dell’ospedale, passavano il tempo in cui risultavano al lavoro dedicandosi ai loro interessi privati: come la spesa al supermercato, il parrucchiere, la partita a carte con gli amici, la passeggiata in riva al mare.

Tali occupazioni private duravano, in alcuni casi, per l’intera giornata lavorativa del dipendente che risultava falsamente al proprio posto di lavoro. Ciò grazie anche ad una rete di scambio di favori messa in piedi dagli indagati. 

Particolarmente allarmante è la circostanza che nel corso delle indagini sono state registrate gravi irregolarità nell’utilizzo del badge marcatempo da parte centinaia di dipendenti della struttura sanitaria, la cui posizione è stata pertanto rimessa da parte della polizia giudiziaria al giudizio di questo Ufficio.


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