"Stanno distruggendo il Regio Tratturo". La denuncia del Fronte Sannita in Difesa della Montagna

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I segni lasciati dai mezzi pesanti sul Regio TratturoI segni lasciati dai mezzi pesanti sul Regio Tratturo

Nuova denuncia da parte del Fronte Sannita per la difesa della Montagna che rende noto come automezzi trivelle ed autoarticolati hanno attraversato in maniera irreparabile il Regio Tratturo.

“Da qualche settimana si aggirano tra Circello e Santa Croce del Sannio automezzi, trivelle, autoarticolati che, come padroni di quelle terre, entrano ed escono anche da terreni privati.
Gli abitanti della zona più che intimare di uscire fuori dai propri terreni o presentare esposti e denunce in Procura della Repubblica non possono fare. Anche le forze dell'ordine sono latitanti o distratte alla presentazione delle denunce. Chi ha abitato per millenni quelle terre non è più proprietario di nulla”.

Così il Fronte Sannita per la Difesa della Montagna rende noto lo scempio che sta devastando i comuni ed i territori della valle del Tammaro.

“I padroni – continuano – sono la COGEIN che ha ricevuto l'autorizzazione alla costruzione di un impianto eolico di 48 MW con l'installazione di 16 pale da 150 metri di altezza con fondazioni in cemento armato profonde 30 metri”.

La distruzione del Regio Tratturo.

“Lo scempio storico-ambientale che si sta consumando a Piana Barone è di immani proporzioni. Infatti Renexia, che ha comprato l'impianto eolico di Circello autorizzato alla COGEIN, imperversa con il suo personale ed i suoi macchinari nell'area destinata all'impianto senza alcun rispetto ne per i terreni privati ne nell'attraversare con i mezzi il millenario tracciato del Regio Tratturo”.

“La nostra azione dimostrativa, com l’occupazione simbolica del Regio Tratturo doveva servire a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema. Ma, quei tre giorni di occupazione sono passati inosservati e relegati all’oblio. Eppure, il Regio Tratturo, che in qualsiasi altra parte d'Italia sarebbe bene storico tutelato, solo per la regione Campania non ha nessun valore per cui è oggetto di attraversamenti di mezzi pesanti che ne stanno determinando la sua devastazione e verosimilmente la sua definitiva cancellazione. Anche le denunce presentate dalla Comunità Montana del Tammaro-Titerno passano sotto silenzio nell’indifferenza generale”.

“Per la regione Campania – precisa il Fronte Sannita per la Difesa della Montagna – lo storico tracciato è solo terreno demaniale e la società che sta devastando questo bene storico può tranquillamente fare quello che gli pare. E nemmeno la migrazione di 150 cicogne che l'anno scorso hanno sostato a Piana Barone è, per la regione Campania, motivo di tutela di quelle splendide terre ridotte, per decreto, ad una fredda fabbrica di soldi per le multinazionali dell'energia”.

Ecco cos’è veramente la finta energia verde – tuona Fappiano portavoce del Fronte - società che si appropriano di terreni, che distruggono beni storico-culturali e che vengono a fare semplicemente soldi. In Italia tutto passa sotto silenzio se a distruggere un bene storico culturale sono multinazionali dell’energia. Ma ipocritamente ci si indigna quando i talebani afghani distruggono il Buddha di Bamiyan oppure quando l'ISIS distrugge il Museo di Mosul”.

“Per noi dell'Alto Sannio – si legge nella nota – il Regio Tratturo ha lo stesso identico valore storico culturale del Budda di Bamiyan o il Museo di Mosul. Sollecitiamo gli intellettuali,agli storici, gli appassionati della natura, le associazioni storiche-culturali, ad indignarsi pubblicamente contro la devastazione del Regio Tratturo. Questa millenaria autostrada erbosa con al sua presenza ha prodotto la nascita di borghi, la contaminazione culturale tra popoli, la condivisione e trasmissione di tradizioni oltre a produrre un quelle energie buone che sono in un habitat non contaminato”.

“Bisogna fermare immediatamente la regione Campania – concludono – e chiedere l’annullamento di tutte le autorizzazioni fin qui concesse perché tutte rilasciate aggirando leggi, regolamenti e vincoli storico- ambientali”.



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