60anni fa nel Fortore i braccianti organizzarono la "Marcia della Fame". L'Arci la ricorda

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Murales Marcia della FameMurales Marcia della Fame

Nel 1957 alcuni braccianti del Fortore decisero di ribellarsi, avviarono una marcia per far conoscere a tutti la loro condizione di estrema povertà. Nacque così la "Marcia della Fame". 

“A distanza di ben 60 anni dalla cosiddetta “Marcia della Fame”, un’ iniziativa che vide le popolazioni del Fortore, con la locale camera del lavoro, partire da San Bartolomeo in Galdo, per andare a manifestare la propria opposizione (sin da subito repressa) ad uno stato assente, dimentico delle condizioni di necessità in cui versavano gli abitanti di una valle, da sempre tenuta ai margini del dibattito istituzionale(anno 1957) , e che ancora oggi soffre lo stesso male, in un silenzioso e costante flusso migratorio che nel tempo ha decimato il numero degli abitanti del territorio, l’ Arci di San Bartolomeo accoglie con entusiasmo l’ ulteriore iniziativa di riproporre, a distanza di così tanto tempo, quelle problematiche ancora attuali, che oggi vedono anche la scuola protagonista nel ripercorrere le tappe di quel movimento di genuino disappunto, mirato alla rivendicazione di un diritto di cittadinanza che non fosse ritenuto secondario rispetto ad altre aree”.

Lo scrive Federico D’Andrea presidente dell’Arci Sbig di San Bartolomeo in Galdo. L’idea è quella dunque di far rivivere gli eventi che accaddero la domenica delle Palme del 14 aprile 1957, quando alcuni braccianti di San Bartolomeo in Galdo e dei paesi fortorini si organizzarono e misero in piedi una marcia poi denominata “Marcia della Fame”. L’obiettivo era quello di giungere a Roma, al Parlamento, e lì far conoscere la loro condizione di indigenza e povertà in un territorio dimenticato e dissanguato dall'emigrazione, lontano dalla geografia delle scelte che contano.. Non vi arrivarono mai perché la Polizia venne a conoscenza della marcia e bloccò i braccianti. L’evento venne per anni dimenticato fino agli anni 70’ quando il Sannio e le zone del Matese furono toccate dal tour “forzato” degli Inti Illimani poi ripreso in un documentario firmato da Ugo Gregoretti.

“L’ iniziativa nasce – spiega ancora il presidente Arci – intorno al ripristino del murales, avvenuto nel 2010, che rimarcava quello disegnato nei primi anni 70 dalla compagnia degli Inti Illimani, storica formazione musicale cilena che all’ epoca fece un viaggio qui nel Sannio, e di cui se ne può ancora trovar traccia anche su internet, grazie ad un documentario RAI magistralmente condotto dal noto Giornalista sannita Ugo Gregoretti. Lo stesso Gregoretti, tornando nel 2010 a San Bartolomeo in Galdo, assieme al muralista Mono Carrasco (già componente della crew degli Inti llimani invitati, per l’ occasione da Antonio Russo, ideatore dell’ iniziativa di ripristino unitamente all’ associazione Arci Sbig, ebbe a sottolineare l’ importanza di quella storica visita di quei musicisti che, ancora prima dell’ avvento della globalizzazione, ancor prima di Baumann, riuscivano a metterne in risalto le caratteristiche, quelle che accomunano un pò tutte le popolazioni del sud del mondo, destinate a condividere gli effetti nefasti di quella commistione tra una politica ed un’ economia mondiali che prevaricano l’ uomo stesso . Un murales che raffigurava ‘La Marcia della Fame’, e che per tanti, troppi anni, era stato abbandonato all’ incuria e alla disattenzione di tutti, tanto da non lasciare neppure alcuna traccia di se. Da qui l’ idea del ripristino, cercando di recuperarne l’ identità storica, artistica, sociale e culturale al fine di preservarne il ricordo, un ricordo fatto di ribellione, quella ribellione contro ciò che è oggettivamente iniquo, e che toglie dignità alle persone. Questo lo spirito che ancora oggi anima i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne che, assieme ai loro bimbi, hanno deciso di dedicare del tempo per quel disegno carico di colori, di sentimenti e di speranze per un avvenire migliore. Da allora anche l’ Associazione Arci, memore di quella meravigliosa esperienza creativa, ha deciso di raffigurare in altre zone del centro fortorino, diversi altri murales, mai banali, sempre con dei contenuti degni di nota, e sempre avvalendosi della preziosa esperienza dei propri soci e simpatizzanti, ormai divenuti esperti grazie al prezioso contributo didattico del maestro Carrasco e di Antonio Russo, che ancora oggi, a pochi mesi dalla conclusione della sua brillante carriera di docente di matematica, ha investito la dirigenza del locale Liceo Scientifico ‘Enrico Medi’, importantissimo presidio culturale per l’ intero Fortore, per un nuovo progetto che vedrà protagonisti ancora una volta gli studenti, al fianco dei volontari dell’ associazione che, da circa due anni ormai, è presente a scuola con progetti di ore di scuola/lavoro vertenti , appunto, sulla materia della raffigurazione muralista”.

 



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