A Benevento si fabbrica droga, il viaggio in città di un cronista infiltrato nei clan di Scampia

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"Abbiamo due fabbriche, una nel Sannio e l'altra nel Basso Lazio, vicino a Fondi". In queste 'fabbriche' si producono stupefacenti, acidi per la precisione, il tutto gestito da Scampia. La rivelazione è di Carlo Puca, giornalista, napoletano di Sant'Antimo, classe 1970. Non nuovo ad un certo tipo d'inchiesta, Puca, cronista di Panorama, ha vissuto per più di tre mesi da camorrista, nelle Vele, riuscendo a penetrare nelle bande e scrutando gli affari illeciti che sono all'ordine del giorno nel Sistema dettato dai clan che si contendono il controllo del territorio, dopo l'inizio dell'ultima cruenta guerra di camorra.
Nella sua vita da infiltrato, con il compito di autista del clan, Carlo Puca racconta di aver fatto, un giorno, tappa a Benevento, di essere stato lasciato dai suoi 'compagni di viaggio' nei pressi del Duomo e di aver approfittato della situazione per precipitarsi in un internet point e inviare tutto il materiale raccolto fino a quel momento ad una persona di fiducia.
I viaggi saranno numerosi. Il metodo sempre lo stesso, due auto, a distanza di circa un km l'una dall'altra: "Trovassimo un posto di blocco dovrei attirare l'attenzione e poi scappare per lasciare il campo libero agli altri. In caso di cattura, dovrei dire solo: non ho l'assicurazione".
Nei giorni immediatamente precedenti l'inizio della sua missione in incognito, Puca stava terminando il racconto che avrebbe fatto parte del libro della giornalista beneventana, Melania Petriello, 'Al mio Paese. Sette vizi. Una sola Italia', edito da Edimeda per la collana 'Pensierolento', curata da Nazzareno Orlando. Alla sua giovane collega, il cronista di Panorama inviò il suo scritto, 'Re/Pubbliche', chiedendo di non cercarlo per tre mesi, ma senza spiegare il motivo di quella 'fuga' da tutto e da tutti. Sarebbe stato irreperibile. Quel viaggio a Benevento avrebbe potuto renderlo vulnerabile. Avrebbe potuto incontrare persone che conosceva, mandando a monte la sua inchiesta o, peggio ancora, provocare la vendetta degli scissionisti. Per fortuna questo non accadde.
Carlo Puca tornerà quasi sicuramente a breve a Benevento nella sua veste di giornalista/scrittore, per presentare il libro di Melania Petriello, "un viaggio dell'occhio che guarda per raccontare, utilizzando il filtro della lingua, della catarsi, della identificazione. Il paradigma della frattura tra ricerca e giornalismo che attiene alla necessità storica di ricontestualizzare la memoria. E che abbiamo il dovere di raccontare, per vincere la resistenza della demagogia e della disaffezione".
Nel raccontare la sua Italia, nel capitolo dedicato alla 'Lussuria', e nell'affrontare i giorni duri che gli hanno permesso di dare voce alla sua inchiesta, Puca sembra aver seguito questo paradigma, ancorato al filone dei vizi capitali, nel suo viaggio all'inferno, andata e ritorno.
Laura De Figlio



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