Al Piccolo Festival della Politica di scena i sindaci. Show De Luca su crisi e Regione Campania

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La crisi dell’Italia, le sue inefficienze e lentezze ed il ruolo della Regione Campania, il tutto visto dagli occhi dei sindaci. Sono stati loro ad inaugurare la prima giornata del Piccolo Festival della Politica. I sindaci di Benevento, Caserta e Salerno, oltre al padrone di casa Rossano Insogna, primo cittadino di Melizzano hanno inaugurato la prima giornata del Festival, parlando delle proprie esperienze personali. Pungente, ironico e concreto Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, scelto dai suoi concittadini quattro volte dal 1993, anno in cui i sindaci furono eletti per la prima volta direttamente dai cittadini. Non fa sconti a nessuno De Luca e traccia con drammatica realtà la situazione del Paese Italia. “Siamo un paese in crisi da anni ma ricco perché nel tempo abbiamo accumulato. Adesso il clima è cambiato perché le famiglie hanno cominciato ad intaccare i risparmi”. Critico sui vari proclami ‘scaccia crisi’ che vengono da Roma, ultimo in ordine di tempo lo Sblocca-Italia, per il primo cittadino di Salerno si “devono rimettere in moto i Comuni che sono il vero motore del Paese. Inoltre, esiste un groviglio burocratico che deve essere sciolto ed una buona strada è quella dell’abolizione delle Province. E’ necessario usare meccanismi snelli per un'economia a breve”.
Stesse criticità, in versione ridotta, sono state confermate da Rossano Insogna, sindaco di Melizzano che pur giovando della riforma della legge per l’elezione diretta del sindaco si è trovato troppe volte a gestire solo le emergenze. ”Noi rappresentanti dei piccoli Comuni, stiamo diventando esattori delle tasse. La cosa più grave è che ormai il senso civico di cui ci si è riempiti la bocca negli anni passati sembra mancare, ma sono rimaste le emergenze”.
Il primo cittadino di Caserta, Pio Del Gaudio si è concentrato soprattutto sulla difficoltà di dialogare con i politici del Governo centrale, “se noi siamo eletti dai cittadini, a Roma vigono altre regole che complicano le relazioni ed i dialoghi con i politici che non sempre conoscono il territorio e le esigenze”. Anche Del Gaudio accenna alle imminenti elezioni delle Province, la cui legge “ha perso di democraticità, è una legge che non capisco. I partiti ormai ci stanno stretti”.
Anche Fausto Pepe, primo cittadino di Benevento, punta il dito su Roma. “I tagli imposti al Paese dall’Ue li paghiamo noi nei Comuni che dobbiamo mantenere in equilibrio i bilanci. Il nostro vero obiettivo sarebbe quello di trovare le strategicità delle singole realtà e puntare su quelle”.
Immancabile poi, la parentesi sulle regionali, anche in vista delle elezioni del 2015 e le mire di alcuni dei sindaci presenti. “E’ una norma antidemocratica per i sindaci quella stabilita da Palazzo Santa Lucia. Il senso è limitare ai primi cittadini l'accesso alle regioni” – sottolinea Pepe che tira le linee della Presidenza Caldoro, con il Governatore che ne esce con le ossa rotte. “La Campania ha male utilizzato i fondi europei, in una Regione in cui è mancata una vera programmazione. Sarebbe opportuno, invece, capire, come decentrare i servizi, come usare le aree di cerniera e creare progetti utili”.
Più clemente Del Gaudio che giudica positivamente il lavoro di Caldoro. “Ha lavorato bene, ma ha fatto troppi compromessi politici. Quella che ci attende sarà una campagna elettorale che si farà in tv, ma la gente non si fa più prendere in giro”.
Senza appello, invece, De Luca, “Caldoro mi sembra un narratore di favole, sembra di parlare con un turista svedese. Per me la verità conta più delle bandiere di partito, guardo ai fatti, ragiono nel merito e sulle cose fondamentali la Regione Campania ha fallito”. Sull'ambiente non è cambiato niente in cinque anni. “Sulla Terra dei Fuochi si specula nel resto del Paese per affossare la già precaria economia agricola locale. Non siamo ancora riusciti a risolvere il problema dei rifiuti perche non abbiamo impianti”. Stesso discorso per trasporti, “sono un disastro” e la sanità “dove non è stato risanato nulla”. La soluzione per De Luca sono i fondi Eu. “Se perdiamo i prossimi fondi, la regione può chiudere. Se non impariamo noi a difendere i nostri interessi, gli altri ci faranno a pezzi. E’ necessario cambiare rotta, a cominciare da quella che ho definito la ‘Legge Coniglio’.” Dubbioso anche sulla Napoli – Bari, “ci vorranno ancora anni prima di vedere qualcosa di concreto”. Concretezza e praticità la ricetta di De Luca, “per ogni territorio si devono stabilire poche opere ma fatte bene”.

Nella Melenzio



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