All’Arte/Studio-Gallery dal 24 aprile la personale di Maria Pia Daidone

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Alle 18,30 di giovedì 24 aprile, all’Arte/Studio-Gallery di Benevento, diretta da Mario Lansione, s'inaugura la mostra personale Ororossorame’ con opere recenti dell'artista Maria Pia Daidone. Così come per "Primo Vere", nella continuità della critica d'arte che segnala gli artisti per la galleria, l'evento sarà curato dal sociologo e critico d'arte Maurizio Vitiello con l'intervento di Antonio Sposito, Presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi - Dipartimento Campania – e Pino Cotarelli, critico teatrale. La mostra che durerà dal 24 aprile al 13 maggio, resterà aperta il martedì e giovedì dalle 17 alle 19. Su appuntamento è possibile contattare il numero 333.924.20.84. “Ho privilegiato, ultimamente, il rame, il cartone, il plexiglas. Il primo perché è duttile nella lavorazione, ricorda la sacralità, dà energia e ha la luminosità accesa dell’oro; il secondo con un’adeguata lavorazione perde la propria identità e diventa altro; il plexiglas usato come rivestimento esalta i materiali e li cristallizza in un’atmosfera senza tempo” – ha sottolineato Maria Pia Daidone. L’artista napoletana crea maglie di ritagliate e brevi tessere di fogli di rame; usa fogli di cartone, pressati, ricoperti di cromatismi rossi, dorati e ramati, in parte aggettanti e in parte ricoperti da trasparenze, che predispongono e programmano morbide, intriganti, piacevoli seduzioni di senso. Il rame con la sua calda venatura riesce a stendere temprate superfici. Le ultime redazioni pittoriche e plastiche dell'artista accolgono accostamenti di sacro e profano, comprendono gli stordimenti e le vertigini del nostro tempo e ci rimandano alle dimensioni mitiche di tempi antichi. Le metabolizzate, significative, leggere tessere di rame s’interpolano come elementi preziosi, perché, segnico-simbolici di interpretazione e di comunicazione sociale. La ‘texture’ di ogni riquadro ramato è un sottile ricalco arricciato, increspato, mosso, sbalzato, ondulato su cui scivolano motivi ritmati e strette pressioni, mentre i bordi si solleticano e si sfiorano, limitati e ristretti, in una raffinata disposizione, che assicura una maglia, abbigliata lusinga, o un accurato mantello, appropriato richiamo per un fantasmatico corpo. Un mantello di tessere di rame, ultimamente prodotto, sembrerebbe tendere verso la pronuncia di un’overdose estetica, ma, a ben guardare, risulta, poi, essere cortina di un?essenza calamitante, dall’indubbio influsso e fascino pervasivo, che prende l'animo e la mente in modo completo. Non mancano di stupire i quadrati di cartone pressato punteggiati di inserti dorati, nonché ramati, e di finezze disegnative e di minuzie ben calcolate e di sottigliezze ponderate. L’opera ‘Fil rouge su tessere oro’ presente nella mostra ‘Ororossorame’, merita attenzione: l’impianto compositivo prende spunto ed è sostenuto dall’ultima produzione dell’artista che ha investito nelle qualità cromatiche del rame, dell’oro, del rosso e del nero. ‘Fil rouge su tessere oro’ è impostato a continuare la produzione ultima che accoglie, su uno sfondo lattiginoso e frastagliato, battenti tessere d’oro attraversate da un filo rosso, indirizzato a continuare un sentiero palpitante, a richiamo di vita in una luce divina. La recente redazione pittorica dell'artista accoglie accostamenti di sacro e profano; si comprendono le vertigini del nostro tempo e, nel contempo, tutto è rimandato alle dimensioni mitiche di tempi antichi. Le metabolizzate, significative, leggere tessere dorate formano una ‘texture’, su cui scivola un ritmico rosso sentiero, che esplicita un’essenza calamitante.



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