Alfano e Boschi chiudono il meeting di Ncd. Appello per il "si" sul referendum costituzionale

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Angelino Alfano a LimatolaAngelino Alfano a Limatola

Il Meeting del Nuovo Centrodestra - Campania Popolare a Limatola si è chiuso stamani con gli interventi di Angelino Alfano e Maria Elena Boschi.

Sì. Le ragioni di una scelta”. Questo il titolo del Meeting del Nuovo Centrodestra Campania Popolare che si è chiuso stamani con la presenza di Angelino Alfano ministro dell’Interno e presidente di Ncd e di Maria Elena Boschi ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento con delega all'attuazione del Programma di Governo nel Governo Renzi.

"Nel 2007 avevamo perso 940mila posti di lavoro, eravamo ai minimi storici della fiducia nel paese e ci siamo assunti la responsabilità di rimettere in moto l’Italia. Sappiamo quanto lavoro ci aspetta e di certo non possiamo ritenerci soddisfatti di quanto svolto finora ma se l’Istati, ieri, ha dovuto rivedere a rialzo la crescita del 2014 che in invece di – 0,3 di Pil ad un +0,1 proprio grazia a quanto fatto”.

Comincia così dunque l’intervento del ministro Boschi a Limatola per la giornata conclusiva del meeting di Ncd che parla di Riforma Costituzioale e Referendum. “In 30 mesi - ha aggiunto - abbiamo ridato lavoro a 530mila persone e la gente è tornata ad avere fiducia nel futuro. Aver superato l’art. 18 e aver modificato Statuto dei Lavoratori con il Jobs Act sembrava un limite irraggiungibile, abbiamo ridotto il costo del lavoro e fatto crescere gli investimenti stranieri da 12 mld a 79mld. La Riforma della Pubblica Amministrazione può cambiare la vita ai tanti sindaci e amministratori locali, sbloccare le procedure, velocizzare i procedimenti e ridare certezza ai cittadini sui tempi. Abbiamo fatto investimenti anche nella scuola dando la possibilità di una cattedra a 100mila insegnanti e creato sinergia con il mondo del lavoro e la scuola. Fatto un passo avanti sui diritti con l’approvazione della delega sul Terzo Settore che cambia il ruolo del volontariato( e cita anche la legge Dopo di Noi, ndr)”.

Insomma la Boschi dopo aver elencato gli obiettivi raggiunti dal Governo Renzi torna sul tema “cruciale” delle riforme anche perché dice il ministro, “c’è bisogno di uno Stato che funzioni meglio, di stabilità”. “La scelta – ha continuato – non è tra il si e no, tra una riforma scritta meglio o peggio, ma è tra il cambiamento ed il rimanere così come siamo. Abbiamo fatto un lavoro serio – puntualizza – faticoso, vero e non si trova facilmente un accordo così ampio su una riforma del genere”.

La scelta però è nelle nostre mani, e in questo referendum non si vota sul cambiare o meno, attentare, i valori della nostra Costituzione. In quei valori ci riconosciamo tutti e per far si che quei valori si concretizzino dobbiamo cambiare la seconda parte. Se tutti i partiti politici hanno proposto di cambiare la seconda parte della Costituzione non credo – conclude – si poi tutti sbagliati”.

Alla Boschi segue poi l’intervento di Angelino Alfano. “Noi non siamo un partito che beneficia del finanziamento pubblico, non abbiamo risorse e quindi tutto quello che vedete è fondato su volontariato e sull’autofinanziamento. Mentre la Boschi parlava però, io pensavo ai paradossi della politica italiana: ma vuoi vedere che per colpa di alcuni e per la miopia del fronte del no i senatori che hanno votato tre volte la cancellazione di loro stessi e il popolo gli dice restate pure? Sarebbe il paradosso che nasce non perché la proposta non piace ma perché c’è l’intenzione di fare male al proponente e dunque a Renzi anche se questo vuol dire far male all’Italia. Noi votiamo questa Riforma perché coincide con le cose che abbiamo sempre detto. Oggi il rapporto tra Stato e Regioni è come un’auto scontro e questa Riforma serve a non far nascere scontri e non far legiferare due organi sulla stessa materia. È un grande imbroglio pensare che dopo la bocciatura di questo referendum si possa rimettere in piedi un discorso di riforme. Per tranquillizzare il fronte nel no – ha concluso – voglio dire: mettetevi l’anima in pace perché il destino del Governo non è collegato a questo Referendum”.

Alfano prima di andare via parla poi anche dell’attentato dinamitardo che ieri sera ha coinvolto l’abitazione del sindaco di Bonea, Giampiero Riviezzo. “Appena possibile studierò il caso, ma siamo al lavoro per organizzare un Osservatorio che dal Viminale possa tenere sotto controllo i fenomeni intimidatori che sindaci e amministratori locali sono costretti a subire”. Poi sul ruolo dell’ Europa anche su temi importanti come quello dell’immigrazione, dice, “Noi stiamo facendo la nostra parte con gli ‘hotspot’ ed il fotosegnalamento ma anche con la protezione delle frontiere nord, noi stiamo quello che l’Europa ci ha chiesto ma è l’Europa che non fa il suo lavoro: non sta facendo i ricollocamenti ed il patto era quello di redistribuire sul territorio europeo i migranti che avessero lo status giuridico di protezione internazionale. Noi su questo non possiamo stare zitti, noi rispettiamo impegni. Stiamo però ripensando il sistema e l’organizzazione dell’accoglienza che veda una maggiore centralità dei comuni e maggiore centralizzazione delle scelte per evitare che in ogni provincia di Italia ci sia una scelta differente”. 

A parlare è anche il leader regionale del partito e sottoseretario alla Difesa Gioacchino Alfano secondo il quale, "Dobbiamo accelerare sulla formazione di un nuovo soggetto politico che unisca le forze moderate partendo da proposte comuni. Il dibattito politico, in particolar modo, evidenzia che lo scenario è cambiato, siamo giunti ad un bivio, ad una fase decisiva in cui si vengono a definire nuove forze in campo che hanno superato i vecchi schieramenti. Nel corso del meeting che ho organizzato a Limatola, ho raccolto intorno a un tavolo gli esponenti di spicco di quella vasta area dei moderati che ancora non ha un perimetro definito. È emersa la necessità di apportare una modifica alla legge elettorale prevedendo il premio di maggioranza alla coalizione e di eliminare il doppio turno. Il turno unico eviterebbe all'elettorato moderato di trovarsi privo di una rappresentanza e smarrito al ballottaggio. Per noi il leader naturale del nuovo schieramento è Angelino Alfano che darà avvio al processo di aggregazione senza chiudere le porte a nessuno di quelli che si rivedono nel Ppe e negli ideali liberali".



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