Alluvione nel Sannio. Dopo 90 giorni l'UE tuona: "Nessuna domanda presentata al Fondo di Solidarietà"

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Nubifragio nel Sannio - PantanoNubifragio nel Sannio - Pantano

90 giorni dopo l'alluvione, il Sannio continua a leccarsi le ferite mentre i tempi per la ricostruzione si preannunciano lenti e difficoltosi. Dal Parlamento Europeo invece il capogruppo M5S Daniela Aiuto fa sapere che il Governo non ha presentato alcuna domanda al Fondo di Solidarietà. 

Sono passati oltre tre mesi dall’alluvione che il 15 ed il 19 ottobre scorso ha messo in ginocchio il Sannio, con la sua agricoltura ed il tessuto imprenditoriale già stressato dal progredire della crisi. Le risposte alle richieste sono giunte a singhiozzo e solo il 29 gennaio scorso il capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha firmato, l’approvazione del primo stralcio del piano degli interventi redatto dal commissario straordinario Giuseppe Grimaldi. Questo ha dato il via libera alla prima tranche di fondi: 25 dei 39 milioni contenuti nell’ordinanza del 17 novembre scorso, circa il 10% del totale, la conta iniziale poi ridimensionata, ammontava a 700 milioni di euro.

Sembrano però poca cosa i fondi in arrivo rispetto ai 420milioni stimati – 120 milioni sono solo i danni stimati da Coldiretti nel settore agricolo – senza contare poi i danni subiti da privati e dalle aziende. Per quanto riguarda il settore produttivo l’incontro con Grimaldi è avvenuto due giorni fa, presente non solo Confindustria ma anche Camera di Commercio, il Consorzio Asi e l’Unisannio

Ad un mese esatto dall’evento, il viaggio nel Sannio devastato aveva in un certo qual modo mostrato solo un flebile passo avanti anche perché il problema reale per gli agricoltori, se allora era il fango, oggi è rimuoverlo. Restano enormi i problemi di viabilità, nonostante l'impegno della Provincia di Benevento che attraverso le "somme urgenze" ha provato a ripristinare immediatamente le tantissime arterie spazzate via dalla furia dell’acqua. Non da ultimo, nei giorni scorsi altre due delibere sono state emanate, ed un ponte in ferro ha agevolato il passaggio sull Tammarecchia. Va detto anche per completezza di cronaca che alcuni lavori stati svolti anche nell'immediatezza dell'evento come a Ponte Valentino anche se la maggior parte dei fiumi e degli alvei, ma anche dei canali va ripulito e messo in sicurezza. Va ancora detto però che il 18 gennaio scorso, è stato pubblicato il decreto ministeriale del 24 dicembre scorso per il riconoscimento del carattere di eccezionalità delle piogge alluvionali dal 14 al 20 ottobre che hanno colpito la Provincia di Benevento, dando così il via ai 45 giorni utili di tempo per presentare le sche di risarcimento. 

Del Sannio però se ne parla ancora al Parlamento Europeo, dove la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Daniela Aiuto che ha reso noto la risposta dell’interrogazione scritta presentata al commissario europeo Corina Cretu.

“Il Sannio – scrive l’eurodeputata Aiuto – storicamente è stata spesso funestata da eventi naturali estremi, quali terremoti ed alluvioni. Molti in città ancora ricordano l’alluvione dell’ottobre del 1949. Allora Benevento era una città quasi del tutto distrutta dai bombardamenti alleati, che avevano come obbiettivi proprio il ponte vanvitelliano sul fiume Calore e quello ferroviario poco distante, che invece rimasero pervicacemente intonsi, mentre furono colpiti l’ospedale e il Duomo. Il 15 ottobre 2015 si è verificata un’altra devastante alluvione e la storia è sembrata ripetersi. I morti sono stati due. Tutte le aree industriali beneventane sono state devastate, così come interi quartieri e diverse scuole.

Dopo sessantasei anni, se non ci fosse il nuovo ponte costruito nel 1960, potremmo dire proprio che le condizioni sarebbero come quelle post belliche del ’49. Benevento è ancora una città disastrata. Non ci sono stati più bombardamenti, forieri della democrazia, ma il patto di stabilità, che ha prodotto effetti economicamente devastanti ed analoghi a quelli bellici.

Nel centro storico, salotto buono della città e isola pedonale, il 50% delle attività commerciali sono chiuse o stanno chiudendo, causa la crisi. Invece gli enti locali, causa i trasferimenti statali, ridotti ormai ai minimi termini, a stento riescono a garantire l’ordinarietà, per cui dovendo tagliare, tagliano proprio i capitoli di spesa relativi alla gestione del territorio ed alla manutenzione delle strade. Il pareggio di bilancio introdotto in Costituzione, grazie al salvatore della Patria, il banchiere Mario Monti, non consente spese senza copertura neanche per la sicurezza dei territori, ma se ci sono catastrofi e morti, dopo si può anche spendere.

Questa volta - continua - è toccata al Sannio, l’anno prima a Genova e avanti così, perché altre catastrofi evitabilissime ci saranno in una Italia dal contesto ambientale così bello, ma così fragile e bisognoso di attenzioni. Avere cura del territorio nazionale sarebbe proprio una delle attività a maggior impatto positivo sul nostro PIL, cosa incompatibile però con le regole insulse che ci siamo date, ma che in realtà i mercati e l’Europa ci hanno accollato.
La conseguenza per Benevento di queste scelte, che le raffinate menti di Bruxelles hanno imposto impunemente i paesi dell’area euro, è la chiusura con l’alluvione delle poche fabbriche che ancora non erano state travolte dalla crisi (ad esempio il pastificio Rummo) e la cassa integrazione per i lavoratori che ancora avevano un posto.

Così, anche questa volta, saremo costretti a piangere dei morti con l’amarezza ulteriore che non siamo stati colpiti da un destino cinico e baro, ma da regole insulse e che quindi i lutti e le tante devastazioni potevano essere evitate. Non ci sarà certo di sollievo la consapevolezza di avere i conti a posto, così come ci chiede questa Europa, che da sogno è ormai diventata, per l'Italia intera, un vero e proprio incubo. Riguardo all'alluvione del Sannio ed al relativo fondo di solidarietà, ho inoltrato alla Commissione europea una interrogazione con richiesta di risposta scritta, risposta che è arrivata tramite il Commissario Corina Creţu”.

Numerose le domande poste dal capogruppo Aiuto alla Cretu. “È essa a conoscenza di tale catastrofe naturale? Con quali modalità intende essa intervenire a sostegno delle popolazioni colpite? Intende essa stanziare fondi a sostegno delle popolazioni della zona, colpite dalla summenzionata grave calamità naturale?”.

La risposta di Corina Creţu a nome della Commissione è giunta il 28 gennaio scorso. Si legge, “la Commissione è a conoscenza dell'alluvione che ha colpito la provincia di Benevento ed è in contatto con il Dipartimento della Protezione civile italiano a tale soggetto. Il Fondo di solidarietà dell'UE è stato costituito con l'obiettivo specifico di fornire assistenza finanziaria agli Stati membri e ai paesi in via di adesione colpiti da gravi catastrofi naturali. Per essere ammissibili a ricevere assistenza si devono soddisfare però due condizioni principali: in primo luogo la catastrofe deve aver causato un danno diretto che superi una determinata soglia a livello nazionale o regionale.

Nel caso dell'Italia le soglie che si applicavano nel 2015 erano pari a 3,2 miliardi di euro a livello nazionale (per una cosiddetta grande catastrofe) ovvero, nel caso di una catastrofe dalle conseguenze più contenute a dimensione regionale, danni per un importo superiore all'1,5% del prodotto interno lordo regionale a livello NUTS 2( La classificazione NUTS -classificazione comune delle unità territoriali per la statistica - è un sistema gerarchico usato per suddividere il territorio economico dell'UE ai fini delle statistiche regionali europee, delle analisi socioeconomiche delle regioni e dell'inquadramento delle politiche regionali dell'UE).

Di conseguenza, il danno diretto registrato in Campania, di cui è parte la provincia di Benevento, dovrebbe superare 1,4 miliardi di euro, importo che è notevolmente superiore a quello del danno evocato dall'Onorevole deputata. In secondo luogo, le autorità nazionali competenti devono presentare alla Commissione una richiesta di assistenza del Fondo di solidarietà entro 12 settimane dall'inizio della catastrofe. Al momento della redazione della presente risposta la Commissione non ha ricevuto nessuna domanda di aiuto a titolo del Fondo di solidarietà concernente la provincia di Benevento e le autorità italiane hanno annunciato in via informale alla Commissione che, sulla base della loro valutazione della catastrofe, non intendono presentare una siffatta domanda poiché non è stata raggiunta la prescritta soglia di danno”.

Michele Palmieri



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