Alto Calore, De Ieso: "Razionamenti idrici come fossimo in calamita' "

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Nicola De IesoNicola De Ieso

“Spero che questa ulteriore e inedita emergenza rientri in tempi rapidissimi, altrimenti ai sindaci non resta altro modo per difendere le proprie comunità che consegnare la fascia tricolore ai rispettivi Prefetti”.

“Prosegue e peggiora il razionamento idrico nei Comuni serviti dall'Alto Calore con gravi e inaccettabili conseguenze sulla qualità della vita dei cittadini e delle persone più deboli, anziani e bambini”.

Così, in una nota, Nicola De Ieso consigliere comunale di San Giorgio del Sannio interviene sull’emergenza idrica che continua ad attanagliare i comuni sanniti serviti dall’Alto Calore.

“L'approssimarsi dei mesi invernali e dei primi freddi – continua De Ieso – mettono a dura prova le necessità minime e fondamentali delle famiglie. Ancora una volta l'azienda giustifica i disservizi indicandone la causa nella scarsità di precipitazioni. A quanto pare neanche le copiose piogge dei giorni scorsi hanno giovato.
Resta tuttavia il mistero sul fatto che nell'area metropolitana di Napoli l'acqua non sia mai mancata, nonostante gli oltre due milioni di cittadini serviti. Mentre le poche migliaia di utenti irpini e sanniti continuano a vivere come se fosse scoppiata una calamità. La siccità dovrebbe valere per tutti, altrimenti diventa un alibi. Questa condizione che fa ancora più rabbia se si pensa che è stato appena completato lo scavo della seconda galleria - la Pavoncelli bis - che porterà l'acqua delle sorgenti irpine in Puglia. Un diritto primario non può diventare una guerra tra territori confinanti, perché la solidarietà è un valore fondante della nostra Repubblica. Ma quei milioni di euro spesi stridono con un sistema di distribuzione fatiscente e con la condizione di precarietà delle casse di Alto Calore”.

De Ieso aggiunge: “Spero che questa ulteriore e inedita emergenza rientri in tempi rapidissimi, altrimenti ai sindaci non resta altro modo per difendere le proprie comunità che consegnare la fascia tricolore ai rispettivi Prefetti. Le Amministrazioni comunali non hanno voce in capitolo e, nel disordine organizzativo del sistema idrico, hanno potere di intervento solo sull'ultimo miglio della propria rete distributiva. Ma l'acqua continua a non arrivare ai serbatoi e il livello dei disagi ha superato ampiamente la tollerabilità”.

E conclude: “Non è concepibile che un bene pubblico e primario, gestito da un'azienda pubblica, possa essere lasciato alla deriva degli eventi. Credo sia giunto il momento di dare un segnale politico. Suggerirei al presidente di dimettersi e di chiedere l'intervento della Regione e del Governo. Siamo in una zona dell'Appennino ricca d'acqua, che fornisce acqua a due regioni, e abbiamo la gente che si lava con le bottiglie. Così non si può andare avanti, siamo al barzelletta d'Italia”.



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