Approvato regolamento per la gestione degli immobili, Il L@p Asilo 31 fa il punto

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Gli attivisti: “Noi restiamo convinti che l’autovalorizzazione degli spazi abbandonati rappresenti una ricchezza non monetizzabile”.

Ieri il Consiglio comunale di Benevento ha approvato il regolamento per la gestione degli immobili destinati alle attività sociali e culturali, uno strumento che da diversi anni viene richiesto dal mondo dell'associazionismo e del volontariato cittadino per affermare una volta per tutte dei principi fondamentali per garantire il prosieguo delle attività di volontariato per la collettività.

Proprio su tale vicenda prova ad esprimersi il L@p Asilo 31 che da tempo si batte per quanto riguarda gli spazi del Rione Libertà e della Spina Verde. “Sgomberiamo subito il campo da ogni rincorsa all'attribuzione del risultato – spiegano gli attivisti – l'approvazione del regolamento odierno non è di certo merito di questo o quello schieramento politico, bensì il frutto di anni di lotta da parte del mondo dell'associazionismo. Con determinazione e ostinatezza si è riuscito ad ottenere il riconoscimento di una serie di strumenti che scongiurano quello che negli ultimi anni era diventato un diktat assodato ovvero l'obbligo per le associazioni di pagare fitti esorbitanti sugli immobili comunali per lo svolgimento di attività con finalità sociale e culturale. Il regolamento in questione solo oggi ci dà ragione su una battaglia cominciata nel 2012 con un atto di disobbedienza amministrativa più precisamente il rifiuto da parte delle associazioni di sottoscrivere contratti che prevedevano il pagamento di somme di denaro ingenti insostenibili, disobbedienza amministrativa di cui andiamo fieri perchè grazie ad essa è stato possibile ed è ancora possibile fornire un servizio gratuito a tante famiglie della città come il sostegno allo studio e al recupero scolastico. Il Regolamento approvato non è altro che la copia rivista del regolamento scritto dal basso dalle associazioni e presentato alla stampa e alla città nel mese di settembre. I consiglieri comunali tutti ricevettero una copia di quel regolamento che stabiliva principi e tutele importanti per il mondo dell'associazionismo ovvero la reintroduzione dello strumento del comodato d'uso gratuito, l'introduzione del principio della compensazione dei costi di affitto con l'erogazione di servizi utili alla comunità, la possibilità di decurtare fino al 50% i costi di affitto per le associazioni di promozione sociale e di volontariato. Oggi finalmente abbiamo ottenuto un risultato concreto per affermare la dignità di chi fa volontariato e associazionismo”.

Insomma, secondo l’Asilo31, “per il futuro le associazioni potranno usufruire di questi principi sacrosanti che fino a qualche anno fa erano considerati addirittura surreali e inattuabili dalle istituzioni. Sebbene questi principi vengano riconosciuti per la futura gestione degli immobili, lo stesso non può essere detto sulle vicende del passato e sulla necessità della risoluzione di una vertenza che vede coinvolte diverse associazioni che hanno sostenuto una battaglia in totale solitudine per affermare i suddetti principi. È necessaria tuttavia una precisazione importante rispetto alle accuse mosseci contro per accreditare tacitamente le inottemperanze istituzionali: Noi non siamo mai stati abusivi e nemmeno morosi e nessuno ci ha mai ragalato nulla. L@p Asilo 31 nasce nell'agosto 2010 da un'occupazione di un piano di un asilo abbandonato che non era mai stato aperto alla comunità. Sette anni fa come oggi siamo promotori di una rivendicazione sociale quanto mai necessaria e leggibile rispetto al dilagare della crisi economica, rivendicazione sociale che ci ha visto protagonisti di una riappropriazione di uno spazio che fosse il trampolino di lancio per la costruzione di una società alla cui base ci fosse e ci sia la solidarietà tra pari. L@p Asilo 31 era un non-luogo vuoto e abbandonato e non il pubblico ma noi lo abbiamo trasformato in un punto di riferimento per il quartiere. Da una trattativa e un braccio di ferro con l'amministrazione Pepe che durò circa due mesi nacque un'assegnazione per cinque anni della struttura diventata così un centro per lo svolgimento di attività di natura sociale e culturale. Una conquista dunque non un regalo, un semplice riconoscimento del fatto che il pieno è meglio del vuoto e che la redditività sociale di un posto e' più importante di quella strettamente economica che spesso poi risulta effimera e vuota. Soltanto nel 2012 ci fu richiesta la sottoscrizione di un contratto capestro che sconvolgeva la natura degli atti sottoscritti nei due anni precedenti e che chiedeva il pagamento di un affitto insostenibile. Una situazione analoga coinvolse anche altre associazioni e cooperative come ad esempio il ‘Centro è più Bello Insieme’. Tutte queste realtà disobbedirono alla richiesta avviando una lunga trattativa per l'affermazione di quei principi che oggi sono divenuti legge comunale. Il persistere ancora nel riconoscere tali realtà come morose, in base ad impegni mai sottoscritti ed inesistenti o addirittura abusive dopo che il Settore dei Servizi Sociali di questo Comune continua ad usufruire ed abusare dei nostri servizi non è nient'altro che una squallida operazione di strumentalizzazione politica. Ci si rifugia dietro cavilli giuridici tra l'altro estremamente labili e precari per punire politicamente una realtà troppo fastidiosa per chi è aduso amministrare con la logica dei favori e dei piaceri, per chi è abituato ad escludere il confronto democratico perchè insofferente ad ogni critica”.

Dunque, per il L@p Asilo 31, “l’ennesimo attacco che riguarda che ci permette di dire qualcosa anche alla luce della vittoria di questa mattina. L@p Asilo 31 non è più quella cooperativa di sette anni fa e non è solo doposcuola popolare, L@p Asilo 31 oggi racchiude 4 associazioni e un comitato di quartiere e un'infinità di attività per il Rione Libertà. Di certo ciò che oggi ci circonda ce lo siamo guadagnati e non ci è stato impacchettato e consegnato ex abrupto, ed è proprio per questo che restiamo indelebilmente militanti di centri sociali. le pratiche di cui noi siamo fieri ci hanno portato necessariamente alla riappropriazione di quello che era un non-spazio e che oggi vanta di essere un centro polifunzionale. È chiaro che le modalità da noi adottate, sebbene non leggibili per tutti, sono alla base del nostro agire e pensare, modalità salvifiche per una città, atte a smascherarne le contraddizioni nelle quali sistematicamente si incespica: se da un lato si ritiene necessaria la svendita del patrimonio abitativo per sanare il debito cittadino, dall'altro è evidentemente necessaria la riqualificazione dello stesso e garantire, tramite questi, servizi basilari per la comunità. È chiaro che, se si svende il patrimonio pubblico, diminuiscono i luoghi di incontro e di democrazia diretta favorendo la frammentazione e il degrado sociale. Noi restiamo convinti che l’autovalorizzazione degli spazi abbandonati rappresenti una ricchezza non monetizzabile che però è esponenzialmente più grande di quello che il burocratese prevede come perimetro di accettabilità nella gestione del patrimonio: quindi quando qualcuno proverà a mettere le mani su L@p Asilo 31, dovrà vedersela con la comunità che si riconosce in quello spazio e che lo difenderà con ogni mezzo necessario. L@p Asilo 31 dà fastidio perchè dà fastidio innanzi tutto l’organizzazione conflittuale di segmenti di base contro le politiche di impoverimento e marginalizzazione imposte al nostro territorio, danno fastidio le lotte contro la Turbogas o contro le trivelle, danno fastidio le lotte contro le contro - riforme scolastiche che rovinano il sistema dell'istruzione pubblica, danno fastidio le lotte al fianco dei senza casa per il diritto all'abitare, le lotte civiche per l'apertura degli spazi sociali contro il degrado urbano, da fastidio l'unico voce fuori dal coro accanto ai migranti, ai parcheggiatori e poveri e chi sostiene che un altro mondo è possibile e necessario. Da sette anni rappresentiamo questo e non a caso nascemmo da un occupazione di precari della scuola e disoccupati. Se qualcuno ritiene che questa cosa non sia compatibile con il ‘decoro urbano’, rimarrà molto deluso perché abbiamo intenzione di restare lì. L@p Asilo 31 rappresenta da sette anni l' alternativa sociale ed ecosostenibile nella città che ambisce ad essere un laboratorio di autorganizzazione del disagio sociale così come recità il suo nome. L'approvazione del regolamento odierno riconosce dei principi che possono essere applicati anche per il passato risolvendo una volta per tutte la vertenza delle associazioni".

E concludono. “Qualora ci si ostini a chiudere gli occhi e perseguire l'ottusa via della mancanza di dialogo e confronto per trovare soluzione e si proverà ad attaccare la nostra comunità ci si dovrà scontrare con la forza e la legittimità sociale delle nostre idee e delle nostre pratiche”.



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