Benevento - Verona. De Zerbi: "tanta rabbia, non siamo ancora retrocessi"

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De Zerbi, post gara VeronaDe Zerbi, post gara Verona

Un De Zerbi carico a fine gara, ha raggiunto la sala stampa. Tanti i punti toccati nell'appuntamento con i giornalisti. 

Dura più del previsto la conferenza stampa post – gara di Roberto De Zerbi, tecnico del Benevento, che non ha mancato l’appuntamento dopo la vittoria, nettissima, dei suoi ai danni del Verona. De Zerbi ha fatto il punto della situazione non solo su quanto visto in campo ma anche in prospettiva. Sabato pomeriggio al Ciro Vigorito arriva la Juventus.

“La partita di oggi non è un fatto isolato. Anzi, non fa altro che aumentare i rimpianti, non solo per quello che avremmo dovuto fare ma anche rispetto a ciò che non è stato fatto. Un esempio lampante può essere la gara con il Cagliari, potevamo vincerla 3 a 0 e alla fine l’abbiamo persa prendendo il primo tiro in porta al novantesimo”.

Alla domanda su quanto una certa “libertà mentale” possa aver inciso sulla prestazione la risposta è netta: “Mentalmente, rispetto ad un mese e mezzo fa non siamo più liberi. Forse, a forza di sbagliare e commettere gli stessi errori, siamo cresciuti”.

Sugli interpreti del match: “Iemmello e Daibiatè sono in crescita e hanno entrambi fatto una buonissima gara, Djuricic è un giocatore fortissimo e sta crescendo a dismisura, Djimsiti e Tosca hanno trovato la quadratura e l’intesa giusta. Anche Venuti, così come Viola e Del Pinto, ha disputato una buona partita sia come terzo centrale che come terzino. Questa partita per me non è una sorpresa, anche altre gare erano state valutate così dopodiché negli ultimi e nei primi sedici metri si decidevano le partite con troppa facilità a favore, troppo spesso, degli altri”.

Sulla posizione di Letizia e Diabatè: “Letizia stava più alto perchè abbiamo alternato la difesa a tre con quella a quattro. Quando giocavamo a tre dietro Letizia faceva il quarto di centrocampo con Brignola, quando giocavamo a quattro dietro Letizia era più basso. Questo – ha aggiunto – dimostra la capacità e la bravura dei giocatori di adattarsi a diverse soluzioni tattiche. Ho chiesto sia a Diabatè che a Iemmello come si sentissero perché volevo inserire per uno spezzone di gara Guilherme e tutti e due mi dicevano di sentirsi bene. Per come interpreto io il mio lavoro: vorrei che tutti e 25 mi dicessero di voler giocare. Lo stesso lo ha fatto l’altro ieri Del Pinto. Io non sono il tipo che soffre la personalità dei calciatori. Avere dei giocatori che vogliono giocare fa sempre piacere”.

Sul prossimo avversario: “No, non parlerei di spensieratezza perché questo vorrebbe dire che se perdi non è successo nulla, direi con maggiore entusiasmo. La vittoria di oggi dovrebbe far aumentare la rabbia rispetto a quello che poteva essere e non è stato e rispetto all’entusiasmo del pubblico. Oggi, se uno straniero fosse entrato nello stadio avrebbe pensato che il Benevento si giocasse l’Europa League. L’entusiasmo di giocare contro la squadra più forte d’Italia che arriverà qui arrabbiata e per far la partita e noi con con le nostre armi, poche ma importanti, cercheremo di fare risultato. Perché: nel calcio si parte zero a zero, perché la Juventus ha pareggiato anche a Ferrara e perché spero che l’atteggiamento non sia quello di scendere in campo per dire di aver giocato una volta contro la Juve, ma spero che si possa avere l’ambizione di dire abbiamo giocato con la Juve e di aver fatto qualche punto. La classifica ce lo impone, ad oggi non siamo retrocessi, ci deve essere ancora la speranza ed il sogno di poter ancora avere qualche possibilità”.

Il ritiro continua: “Ieri, per la prima volta abbiamo visto Juventus-Real Madrid, non dico tutti, ma lo staff tecnico e sette, otto giocatori. Il ritiro, al di là del risultato, può essere servito. Probabilmente è tardi per l’obiettivo finale ma non è tardi per salvare la dignità e l’orgoglio anche se non l’abbiamo mai perso. Alla squadra, a parte i dieci minuti finali con la Lazio, non posso rimproverare nulla”.

De Zerbi ed il futuro
: “Sto riflettendo su tutto ma sono immerso nel campionato. Sto riflettendo su tante cose perchè trovare la qualità di uomini che ho trovato in questa società è difficile trovarla da altre parti. Credo però questo non sia il momento di fare riflessioni sul futuro”.

Esordio in A del classe 99, Volpicelli: “È un giocatore che a me piace molto, il prototipo del giocatore ideale per me dal punto di vista tecnico, tattico e di caratteristiche calcistiche”.

Il punto sugli infortunati in vista della Juventus: “Memushaj e Parigini sono out per sabato, Sagnà oggi non era disponibile ma l’ho voluto portare lo stesso in panchina perché anche se non gioca è importante per noi. Sandro rientra con la Juventus, avevo già detto che era presto per farlo giocare tre partite in sette giorni. Vedete, Sandro domenica – ma anche altri – è venuto da me e ha detto mister voglio giocare: ha capito il momento, la sconfitta, il ritiro. Questi sono i giocatori che vorrei sempre allenare. Anche Letizia che aveva preso una botta a Roma ed era a rischio, mi ha fatto capire che voleva giocare. Sagnà domani avrà l’ultimo esame strumentale per capire se non ci sono pericoli e probabilmente recuperiamo anche lui”.

M.P.



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