Benevento. La Caritas in prima linea a fianco dei piccoli Comuni del Welcome in Campania

11:9:39 3606 stampa questo articolo
Cives 2017. Welcome in CampaniaCives 2017. Welcome in Campania

Don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento, annuncia il sostegno ai “Comuni Accoglienti” per l’intercettazione di bandi europei milionari.

Ieri sera al consueto appuntamento quindicinale della decima edizione di Cives - Educazione al bene comune, un connubio per molti impensabile. Presenti all'incontro Don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento e il professor Francesco Vasca, ordinario di Automatica presso l’Università di Ingegneria del Sannio di Benevento, uniti nella progettazione di riqualificazione umana e territoriale locale.

Don Nicola con il supporto del coordinatore generale, Angelo Moretti, lancia una proposta di innovazione e di rinnovamento ai territori aventi una popolazione inferiore ai 70.000 abitanti. Con il “Manifesto per una rete campana dei piccoli Comuni del Welcome” l’Arcidiocesi offre il proprio know-how a favore di Comuni che vogliano perseguire una politica di welfare locale e partecipare ai bandi di accesso a fondi europei per la realizzazione di SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), SIA ( Sostegno per l’inclusione attiva) e PTRI (Progetti Terapeutico- Riabilitativi Individuali).

Si tratta di fondi che superano la cifra di sette miliardi di euro e che restano inutilizzati per mancata intercettazione. Al 31 ottobre 2016 solo otto domande sono pervenute per l’accesso ai fondi, a fronte delle grandi cifre in giacenza. Soldi che potrebbero cambiare la sorte di piccoli centri, ormai sulla via del default e non solo per mancanza di fondi.

L’immigrazione, dice il direttore, è la chiave di volta per la ripopolazione di aree in via di desertificazione ma ancora la paura del diverso offusca la mente ed impedisce un corretto approccio a persone sofferenti e ad un fenomeno di cui siamo stati noi stessi protagonisti quando eravamo in cerca di fortuna o in fuga da conflitti mondiali. La governance di progetti di welfare di così ampio respiro richiede l’anamnesi di un territorio, con studio puntuale dei punti di criticità ma anche delle potenzialità esprimibili. Così si spiega la presenza del professor Vasca al progetto, il docente infatti elabora modelli e si occupa di controllo di sistemi dinamici. La trasformazione delle reti sociali in reti di scopo richiede un approccio di tipo scientifico.

“Usiamo modelli per semplificare la complessità della vita che ci circonda e predire il futuro”, spiega il docente. Sostiene la sua tesi con le parole del filosofo Paul Ricoeu: ”Raccontiamo delle storie perché le vite umane hanno bisogno di essere raccontate”. Hanno bisogno di chi racconti la complessità e la resilienza (capacità adattiva n.d.r.) di chi si trova in difficoltà. “La nostra vita ha senso- prosegue il cattedratico- se ci sentiamo parte di una rete di scopo, che abbia nodi eterogenei e complementari per il raggiungimento dell’obiettivo prefisso e se, in una logica di comunità, siamo cucitori di relazioni”.

Gli fa eco Don Nicola De Blasio che ricorda come anche lui abbia optato per la cura delle relazioni e dell’umanità quando nel 2005 l’allora arcivescovo della città, S.E. Andrea Mugione, gli propose di scegliere tra due ruoli: fare l’economo o il direttore della Caritas. Non nega un impegno gravoso che spera possa concludersi presto con la scomparsa della Caritas, a dimostrazione di reti portate a compimento e rese finalmente autonome. Ma al momento la parola fine è ancora lontana e tocca lavorare sodo, elaborare delusioni e continuare a credere ed essere animati da un ideale intorno al quale aggregare altri.

La rete vive grazie ad un’organizzazione aziendale in cui si riconoscano ruoli, assunzione di responsabilità, strumenti di comunicazione interna tra gli attori del processo e comunicazione con l’esterno. Fondamentali sono il rispetto delle procedure e gli strumenti a supporto di controllo e verifica. Con il suo sostegno in vista dei prossimi bandi milionari la Caritas si impegna a lavorare sul potenziale generativo delle persone, per trasformare le realtà territoriali che lo vogliano in “Comuni accoglienti”, capaci di recuperare risorse, di creare sinergie, di valorizzare quanto è possibile. A sostegno di quanto afferma don Nicola racconta delle felici esperienze di integrazione e di ripopolazione di piccoli borghi, come quello di Petruro Irpino, altrimenti destinato a scomparire e conclude: “La storia ci chiederà conto del nostro atteggiamento. Facciamo che sia accogliente”.

Carmen Chiara Camarca



Articolo di Associazionismo / Commenti