Benevento. Lina: "Non mi fanno lavorare perche' sono nera"

La video-denuncia di una 19enne sannita fa il giro del web, il titolare dell'esercizio si difende dalle accuse e spiega. 

"Un episodio triste", sono queste le parole con le quali una 19enne,"Lina Simons", padre italiano e madre nigeriana, racconta quanto accaduto a lei e a sua sorella il 15 agosto scorso scorso a Pietraroja, in un ristorante del posto, dove la giovane e la sorella 16enne si erano recate per una giornata di lavoro come cameriere. Paqualina De Simone, questo il suo nome, definisce “poco carine" le parole rivoltegli e nella video denuncia postata su Facebook, che ha ovviamente fatto il giro del web, superando le 280 mila visualizzazioni e circa 3mila condivisioni oltre a raccogliere centinaia di commenti, dice: “la moglie del titolare non ha voluto perché sono nera”.

Lina ama il canto, ha una voce potente e vive in Valle Telesina. Ha sogni, tanti, come del resto ogni giovane della sua età. Per Lina, la cosa più brutta: “è stata vedere mia sorella piangere, mia sorella soffrire”. E poi lancia un appello alle persone che “non giudicano dall’apparenza e che hanno ancora salde basi morali e sanno ancora cos’è il rispetto verso il prossimo”.

Raggiunta da IlQuaderno.it, ha poi detto: “mi sono chiarita con i proprietari” e se questo episodio poteva in qualche modo, invece, segnare la sua quotidianità ha risposto: “Il Sannio è casa mia, ho sempre vissuto bene e le persone mi hanno sempre trattata normalmente senza alcuna differenza, anche perché questo è un luogo piccolo quindi ci conosciamo tutti. Io conosco loro e loro conosco me”.  Il video resta li, nonostante le scuse, ad immortalare un brutto ricordo, a testimoniare come bisogni avere il coraggio di denunciare.

La versione del titolare del ristorante oggetto della discordia è però diversa. Sentito da IlQuaderno non si sottrae alle domande, ma la sua versione è totalemente discordante da quella denunciata da Lina.

“La ragazza di 16 anni è venuta qui perchè c'era bisogno di un aiuto in cucina. Io non ho pregiudizi, faccio lavorare tutti, per questo tipo di lavoro, inoltre, gli italiani non sono sempre disponibili. Il punto è che la ragazza non era adatta a svolgere i compiti che la mansione richiedeva. Qui il giorno di Ferragosto bisogna sostenere ritmi pressanti, in cucina ci sono pentole che pesano dai 10 ai 20 chili, e lei non avrebbe potuto maneggiarle. Mi sono reso conto che non era in grado di svolgere quel lavoro, motivo per cui le ho pagato la giornata, dopotutto se fosse andata da qualche altra parte l'avrebbero pagata, per cui ho trovato giusto rimborsarle questo disturbo nel dirle che non potevo prenderla a lavorare”.

Per il ristoratore tutto si sarebbe svolto nella massima tranquillità e nega le escandescenze di cui si sarebbe resa protagonista la moglie secondo il racconto di Lina. A suo dire la questione sarebbe stata ingigantita. Infine, garabatamente, dopo qualche minuto di conversazione, il ristoratore ci ricorda che è impegnato al lavoro, e chiude la telefonata.


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