Blocco stipendi dipendenti pubblici. La nota di Bosco (Uil)

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Fioravante Bosco (Uil)Fioravante Bosco (Uil)

La Uil ritiene che continuare a pensare che si possa eternamente intervenire sul salario dei dipendenti pubblici e sul loro diritto al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro sia un errore madornale. Una ricetta improponibile sotto il profilo della giustizia sociale, ma anche inutile per la tenuta complessiva dei conti pubblici. Ci vuole tanto a capire che, se negli ultimi quattro anni, a fronte di un sensibile calo dei dipendenti e della spesa per personale e redditi da lavoro, la spesa pubblica aumenta, fino a sfuggire a ogni controllo, il problema non è determinato dal rinnovo o meno del contratto di lavoro. Il governo Renzi vorrebbe incassare quei 16-17 miliardi di spending review, necessari per il prossimo anno, taglieggiando ancora una volta le retribuzioni dei pubblici dipendenti. "Le retribuzioni dei dipendenti pubblici - afferma Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto Uil Av/Bn - sono ferme al 1 gennaio 2009 e hanno determinato un sostanziale impoverimento del ceto medio di questo Paese. Se a questo si aggiungono le continue operazioni di distruzione della previdenza, con la riduzione degli assegni pensionistici piú bassi, la cosa diventa grottesca". "Il governo Renzi - continua Bosco - deve dare più soldi a chi li può spendere da subito, aumentando così i consumi e la produzione nel Paese. Questa è l'unica ricetta che può salvarci dalla profonda recessione verso la quale ci stiamo avviando".
"Renzi farebbe ancora in tempo, rivedendo la confusa riforma costituzionale della ministra Boschi, - conclude Bosco - ad abolire immediatamente le regioni e le spese folli che esse hanno determinato. Sarebbe questa una riforma utile e comprensibile per gli italiani e per l'Europa. E finirebbe la presa in giro per l'insipida e inopportuna riformicchia del Senato e per l'eliminazione del Cnel o delle province, che finirà per disarticolare il territorio e rendere più agevole l'infiltrazione della criminalità organizzata".



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