Capitolato d'Appalto: mamma e componente della Commissione Mensa replica a Corona

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Ursula Iadanza, mamma di due bambini iscritti all’Istituto Comprensivo San Filippo e membro della Commissione Mensa in replica al comunicato di Altrabenevento del 28 luglio, sulla questione Capitolato d’Appalto.

“Gentile signor Corona, mi chiamo Ursula Iadanza, appartengo all’Istituto Comprensivo San Filippo quale genitore di ben due bambini iscritti al tempo pieno, non da oggi, e sono stata nominata membro della Commissione Mensa insediatasi sulla scorta dello scorso Capitolato d’Appalto”.

“È mio dovere - asserisce – ripristinare la verità rispetto alle affermazioni, tanto infondate quanto inutilmente diffamatorie, riportate nel comunicato stampa della Sua Associazione pubblicato in data 28.07.2015. Ciò nel mio personale interesse e nell’interesse di tutti gli altri membri della Commissione. In primo luogo mi corre l’obbligo di informarLa che molto tempo prima che la Sua Associazione puntasse i riflettori sulla precedente Ditta appaltatrice e la lacunosa gestione del servizio mensa, con la gratitudine di tutti coloro che hanno interesse dacché si accertino e verifichino eventuali responsabilità nonché si garantisca un effettiva sicurezza e qualità del servizio di refezione scolastica, la sottoscritta unitamente ad altri “anonimi” genitori e docenti, aveva già provveduto a sottoscrivere e far sottoscrivere una nota di dissenso trasmessa al Comune per il tramite dell’Istituto scolastico di appartenenza, all’indomani degli aumenti nel costo del servizio e della mora nell’avvio del medesimo. Gli stessi Dirigenti, su pressione dei docenti e dei genitori e in virtù del loro ruolo di tutela dei livelli occupazionali dei docenti, sin dal mese di settembre scorso, hanno richiesto con caparbietà di essere ricevuti ed incontrati dai responsabili istituzionali del Comune”.

“Le azioni succitate – prosegue – erano state frattanto e contemporaneamente compiute, anche con formale richiesta di accesso agli atti indirizzata all’ASL, dal comitato genitori MenSana, presieduto dalla signora Angela Vasaturo, anch’essa successivamente nominata membro della Commissione Mensa per l’Istituto comprensivo Federico Torre, altro ‘anonimo’ genitore in lotta per il bene dei propri figli e degli altri piccoli fruitori del fondamentale servizio di refezione scolastica. Vista l’inamovibilità del Comune in ordine alle richieste formulate, il menzionato dissenso e malcontento è stato tradotto, in tempi non sospetti, ovvero a partire dal mese di ottobre u.s., nella cosiddetta “protesta del panino” condivisa da tutte le componenti della compagine scolastica, Dirigenti, Docenti e Genitori, che la scrivente, come moltissimi altri “anonimi” genitori indiscutibilmente sensibili ed interessati alla vicenda, ha condotto sino alla fine dell’anno scolastico preparando ogni mattina la colazione ai propri figli”.

“Alla fine del mese di dicembre 2014 – si legge nella missiva – il Settore Servizi al Cittadino inoltrava ad ogni Istituto scolastico beneficiato del servizio di refezione, una nota formale con la quale si richiedeva ai Dirigenti di indicare due nominativi, uno in rappresentanza dei docenti ed uno dei genitori, al fine di costituire finalmente la Commissione Mensa di cui all’art. 15 del pregresso Capitolato Speciale d’Appalto. La sottoscritta, come tutti gli altri componenti, è stata individuata direttamente dal Dirigente, ovvero eletta direttamente dai rappresentanti dei genitori seguendo quale criterio quello di attingere alle componenti docenti e genitori già rappresentate nei Consigli d’Istituto o nei Consigli di classe. La disponibilità alla segnalazione del proprio nominativo, dunque, è stata accordata per senso del dovere e non senza sacrificio”.

“A questo punto è opportuno rammentare che la Commissione è stata nominata e si è formalmente insediata all’inizio del mese di marzo c.a., ovvero pochissimi giorni prima che il servizio fosse sospeso. Lei ha dimostrato di conoscere a menadito le disposizioni del precedente Capitolato e delle Linee Guida Nazionali del Ministero della Salute, pertanto non occorre che Le ricordi che, venuto meno l’oggetto del controllo, il ruolo della Commissione non avrebbe potuto affatto svolgersi”.

“Ciononostante, a dispetto delle premature sensazioni di disfatta, i membri non istituzionali (docenti e genitori) della Commissione, riunitisi presso l’Istituto Comprensivo San Filippo, formalizzavano espressamente all’indirizzo del Dirigente Moschella, la richiesta di autorizzazione a svolgere un ruolo propositivo e consultivo circa la redazione del nuovo Capitolato Speciale d’Appalto, quanto meno in relazione alla fondamentale questione della redazione dei menù, ciò che veniva vivamente caldeggiato dai diversi comitati di genitori costituitisi, nonché con riferimento al tema dei controlli. Al contempo si richiedeva la possibilità di avvalersi della consulenza di un nutrizionista scelto dalla medesima componente “laica” della Commissione, giusta il necessario ed indefettibile apporto professionale di tale figura in merito alle richieste avanzate e considerata la necessità di individuare un soggetto terzo di sicura professionalità e competenza che, davvero, potesse rappresentare una garanzia per i genitori e gli alunni”.

“Ricevuta l’autorizzazione richiesta, limitatamente peraltro alla predisposizione dei menù ed all’individuazione di un nutrizionista referenziato e di indiscussa competenza, il Dirigente Moschella ci invitava ad ultimare il nostro lavoro entro l’inizio del mese di maggio scorso. Tra i diversi nominativi proposti, si sceglieva di interpellare infine, quale consulente di fiducia, la dottoressa Pina Pedà, tecnico della nutrizione e dietista, in virtù della sua notoria esperienza e professionalità. Questa sin da principio si dimostrava interessata e disponibile a collaborare a titolo gratuito con i membri della Commissione, avendo da poco condotto e pubblicato un studio sulla malnutrizione e sul rischio obesità della popolazione mondiale infantile ed avendo compiuto per anni sperimentazione nelle scuole sul medesimo tema e sull’educazione alimentare, ciò per citare solo alcuni degli ambiti di attività della nutrizionista coinvolta”.

“Ne sono seguiti ripetuti, prolungati e sacrificanti incontri nei ristretti termini previsti – chiarisce – onde presentare al Dirigente Moschella il lavoro che si intendeva proporre, animati unicamente dal sincero obiettivo di poter in qualche modo contribuire fattivamente ‘alla causa’, nell’esclusivo interesse dei bambini”.

“A seguito della presentazione delle nostre proposte – continua – lo stesso Dirigente Moschella prendeva atto dei “menù di perfetta qualità proposti dalla nutrizionista Pedà che ha fatto un grandissimo lavoro. I suoi menù, infatti, sono appositamente studiati per aiutare la crescita sia fisica che mentale dei bambini" (sono le Sue testuali parole tratte dall’articolo pubblicato in www.gazzettadibenevento.it in data 21.07.2015 dal titolo Mensa scolastica e ripresa ad ottobre. Ora l'obiettivo più importante è quello di riconquistare la fiducia dei genitori). Pertanto lo stesso Dirigente provvedeva, con nostra piccola grande soddisfazione, ad attribuire alla medesima nutrizionista l’incarico formale alla predisposizione dei nuovi menù e relativi allegati tecnici da includere nel nuovo Capitolato Speciale di gara, senza che sia mai stato nel potere, né nella più remota volontà, di ogni e ciascuno dei componenti della Commissione volersi ‘vantare di trattative parziali’ ovvero ‘di aver garantito l’incarico all’amica professionista’. Tali ingiuriose affermazioni si commentano da sé”.

“Così, a seguito di successivi incontri e messe appunto con la menzionata componente della Commissione Mensa, la dottoressa Pedà consegnava infine il proprio lavoro nei tempi prescritti, ossia in data 3.06.2015. Va aggiunto che in seno alla Commissione il confronto con il Dirigente Moschella è sempre stato franco e trasparente, tanto che avevamo richiesto di eleggere un presidente che potesse convocare le riunioni nonché di formare un regolamento interno, rimarcando che l’organo di cui abbiamo fatto parte non intendeva essere nudus minister della volontà dell’Ente, ma operare in piena indipendenza e serietà, ciò che è puntualmente avvenuto”.

“Anche in occasione dell’ultimo incontro – spiega la mamma – al quale siamo stati convocati solo due giorni prima senza neppure sapere che fossero presenti anche i giornalisti, la sottoscritta come gli altri membri convenuti, non ha risparmiato di esprimere le proprie perplessità circa i tempi impiegati dall’Asl per vidimare i menù e le schede tecniche, circa la mancata comunicazione della bozza del Capitolato ai membri della Commissione, circa i tempi di pubblicazione del bando, nonché il sistema di aggiudicazione secondo il criterio del massimo ribasso, fermo restando che la dottoressa Pedà ha rimarcato nell’occasione che la qualità dei menù elaborati è stata predisposta anche sulla scorta dell’importo previsto per il singolo pasto, dal momento che sin da principio il nostro intento è stato quello di non permettere all’Ente di farsi scudo di eventuali maggiorazioni di costo in relazione alla diversa qualità dei menù approntati”.

“Mi dica dunque signor Corona – rincara – di cosa si duole? Forse del fatto che altri organi ed altri soggetti, a ciò deputati e preposti, non abbiano svolto tempestivamente le proprie funzioni ed il proprio ruolo? O piuttosto di non aver fatto, tra i tanti genitori, la nostra personale conoscenza? Ovvero ancora, della circostanza che questa Commissione, unitamente alla nutrizionista, in due mesi scarsi ha profuso uno sforzo di gran lunga maggiore di quanto le sarebbe spettato o sia stato fatto da altri? (per redigere una sola scheda tecnica la nutrizionista ha impiegato circa otto ore; sa dirmi dove siano gli allegati tecnici del precedente capitolato?) Cosa ci rimprovera dunque? Di non aver agognato le luci dei riflettori ovvero appartenere a questa o a quella fazione politica, associazione o altro?”.

“Ciò che Lei ha definito come ‘trattativa parziale e separata’, per quanto attiene alla componente genitori e non della Commissione – scrive Iadanza – corrisponde piuttosto ed unicamente all’aver svolto con dedizione, convinzione e serietà il proprio ruolo, in un legittimo e forse raro “anonimato” che, mi consenta, corrisponde perfettamente ad “aver dimostrato” di aver a cuore il concetto di “cittadinanza attiva” da Lei richiamato. Né mai la Commissione, come la moltitudine degli altri genitori aderenti alla protesta, ha ricercato il pubblico plauso per quanto compiuto”.

“Francamente non mi sarei mai aspettata da Lei quello che giudico un vero e proprio ‘fuoco amico’. La ‘battaglia’ per un servizio di refezione scolastica più adeguato è stata combattuta, e tuttora lo è, con sicura convinzione e perseveranza da più parti, a svariati livelli e non certo da ora. La mensa – conclude il genitore – non rappresenta, e non può rappresentare, il vessillo di questo o quel partito, di questa o quell’associazione, sindacato o comitato o singola persona che dir si voglia. Auspico vivamente che in futuro rifugga da sterili contrapposizioni ed indebiti giudizi, che hanno il solo pregio di screditare le Sue stesse iniziative”.



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