Caso mensa, i dubbi del Movimento 5 Stelle

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Questione mensa scolastica e nuovo Captiolato d’Appalto, il Movimento 5 Stelle interviene con una nota sul bando pubblicato.

“Anche se il Dott. Moschella ha permesso ai cittadini di Benevento di presentare eventuali osservazioni in merito al capitolato speciale di appalto, disciplinare di gara e tutta una serie di tabelle e schede nutrizionali, merceologiche etc. in sole 48 ore circa da quando è stato postato sul sito comunale, cerchiamo comunque di fare un po’ di chiarezza mettendo in luce anche diverse criticità ed anomalie”.

Così i Grilli Sanniti che in una lunga nota valutano il bando pubblicato dal comune di Benevento, per quanto riguarda l’affidamento del servizio mensa scolastica.

“La cosa più sconcertante – scrivono – che risalta con una certa immediatezza dalla lettura del capitolato speciale di appalto del 28 luglio è che, mentre da un lato si riporta che dal secondo anno la ditta aggiudicataria dell’appalto deve a proprie spese adeguare sia il plesso scolastico di Capodimonte (di proprietà del comune) a centro cottura che le 15 scuole comunali, annesse al servizio, a refettorio con il metodo dello scodellamento, dall’altro non fa menzione delle spese previste per adeguare dette strutture. In pratica chi si aggiudicherà il bando dovrà, con i circa 5€ a pasto (importo posto a base d’asta più conseguente ribasso percentuale), provvedere sia a tutte le spese necessarie per fornire quotidianamente i pasti dal lunedi al venerdi che a strutturare sia il centro di cottura a Capodimonte che i refettori scolastici, quest’ultimi utilizzati per lo scodellamento dei pasti. Da sottolineare che la ditta aggiudicataria deve provvedere all’acquisto di generi alimentari della migliore qualità ed a fine bando (31/05/2018) deve lasciare tutte le opere realizzate al comune”.

“Non bisogna necessariamente essere un operatore del settore – continuano –  per capire che il tutto stona terribilmente e sembra tanto uno ‘specchietto per le allodole’ per le tante mamme che da tempo chiedono che i pasti vengano distribuiti direttamente dai refettori scolastici per accelerare i tempi di consegna ed eliminare vassoi e contenitori plastici dove vanno chiusi ermeticamente i pasti. Domanda: quale ditta si farà carico di tali incombenze se al momento dell’aggiudicazione del bando non sa a quali spese andrà incontro? Il bando inoltre – precisano - prevede solo il criterio di aggiudicazione dell’offerta al ribasso contrapponendosi ai criteri di qualità degli alimenti, primo tra tutti, l’adozione dei prodotti biologici. A tal proposito non fa alcun riferimento alla recente legge n. 128 del 8/11/2013 ove all’art. 5 quater è riportato testualmente che «………nei bandi delle gare di appalto per l’affidamento e la gestione dei servizi di refezione scolastica e fornitura di alimenti alle scuole pubbliche che abbiano come utenti bambini e giovani fino a 18 anni, i relativi soggetti appaltanti devono prevedere che sia garantita una adeguata quota di prodotti agricoli e agroalimentari provenienti da sistemi di filiera corti (Km0) e biologica, nonché l’attribuzione di un punteggio per le offerte dei servizi e forniture rispondenti al modello nutrizionale denominato “dieta mediterranea” consistente in una alimentazione in cui prevalgano i prodotti ricchi di fibre, in particolare cereali integrali e semintegrali, frutta fresca e secca,…..». 


“Lascia perplesso – si legge ancora nella nota – il fatto che anche la dietista che ha redatto le schede ed i menù giornalieri non faccia particolare riferimento all’uso quasi esclusivo di cereali integrali e/o semintegrali quale pane, farine...etc. La poca o nulla sensibilità sull’uso nei pasti, almeno in quota parte, dei prodotti biologici ed a filiera corta mostrata dal presente bando è stata anticipata anche dal nostro sindaco in occasione dell’incontro tenutosi lo scorso 21 luglio in cui dichiarò che organizzare una cosa del genere nella nostra città era molto complesso. Noi rispondiamo, assumendoci le nostre responsabilità, che al contrario, vista la realtà agricola del nostro territorio, “la cosa” si potrebbe organizzare nel giro di pochi giorni, dando inoltre grosso impulso al nostro già martoriato settore agricolo”.

“Sono diverse le ‘dimenticanze’ – dicono i Grilli Sanniti – e le contraddizioni che si riscontrano da una breve lettura della “creatura” ideata dal Dott. Moschella, alcune risaltano comunque all’attenzione del lettore quali ad esempio: incoerenza sull’uso dei prodotti surgelati tra quanto riportato nel bando (obbligo di utilizzo prodotti vegetali freschi) e quanto nei menù della dietista (che prevede per esempio l’uso di piselli e carote surgelati); uso solo di carni di provenienza nazionale (riportato nelle schede tecniche dei singoli alimenti dalla dietista), però poi si scrive che il bollo sanitario nazionale sulle carni sezionate non è garanzia di provenienza italiana; non è ammesso l’uso di carni provenienti da allevamenti intensivi (riportato nelle schede merceologiche dalla dietista), ma poi viene spontanea la domanda: le carni bovine, suine ed avicole riportate nei diversi menù da quali allevamenti provengono se non da quelli intensivi?”.

“In conclusione ci preme sottolineare che oltre alle varie criticità esposte, nel presente bando, che coinvolge direttamente la salute ed il benessere dei nostri figli, non è stata assolutamente posta la necessaria e dovuta sensibilità nel ‘ripristinare un clima di fiducia con i cittadini beneventani’ così come testualmente affermato dal nostro sindaco dopo i recenti problemi con la precedente gestione”.

“Infatti – concludono – la totale mancanza di riferimenti ad una mensa di qualità e l'incapacità di attuare finalmente una proposta di mensa ‘sostenibile’ con uso di prodotti locali, sani, genuini, provenienti da agricoltura biologica o integrata creerà sicuramente maggiore distacco e sfiducia dei cittadini rispetto alla nostra Amministrazione comunale”.



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