Caso Raggi, Mastella: "5 Stelle con doppia morale"

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Clemente Mastella - foto tratta da FacebookClemente Mastella - foto tratta da Facebook

"Sui temi che riguardano la libertà degli individui i doppiopesismi come questo del Movimento Cinque Stelle non avrebbero trovato albergo nella vituperata Prima Repubblica".

In una nota, Clemente Mastella sindaco di Benevento, è intervenuto sulle polemiche nate dopo ill rinvio a giudizio del primo cittadino di Roma, Virginia Raggi. L’ex ministro che critica l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle ricollega, alla vicenda Raggi, anche le tappe delle propria storia giudiziaria. Storia giudiziaria che si è poi conclusa con l’assoluzione.

"La doppia morale del Movimento Cinque Stelle appare nella sua evidenza in queste ultime ore, in concomitanza con la richiesta di rinvio a giudizio per falso della collega sindaco di Roma, la grillina Virginia Raggi. Premetto – scrive ancora il sindaco – che il giudizio politico, totalmente negativo, è lontano anni luce dall’augurio sincero che rivolgo alla prima cittadina di Roma affinché possa in ogni sede e nel più breve tempo possibile dimostrare la propria estraneità a qualunque contestazione. Ciò detto però, va sottolineato come sia diametralmente opposto il sentimento con cui la notizia che, è bene ribadirlo ancora non rappresenta in alcun caso una prova di colpevolezza, è stata accolta dai vertici del Movimento Cinque Stelle e, di conseguenza, dai suoi militanti. Quando nell’ormai lontano 2008 deflagrò la notizia dei provvedimenti cautelari comminati a diversi rappresentanti del mio partito, le notizie furono commentate in maniera totalmente opposta. Ancora oggi, a distanza di anni da quegli accadimenti, in occasione dell’assoluzione con formula piena con cui si è conclusa la mia vicenda giudiziaria, nelle rassegne stampa si è ricordato dell’accoglienza tributata dal blog di Beppe Grillo. Un vero e proprio caso di scuola l’intervento di Marco Travaglio inoltrato a quelle pagine web intitolato ‘Hanno arrestato l’Udeur’: parole intrise di giudizi esiziali, prima e più di qualunque sentenza definitiva. Parole che a cascata hanno informato le attività e le azioni di militanti e simpatizzanti di quell’area politica, contribuendo a rendere la mia persona una sorta di summa agostiniana dei mali e delle distorsioni del sistema politico. Parole sì, ma pesanti come macigni e produttive di effetti come una fatwa. Quel tritacarne alimentato e foraggiato da professionisti del settore è stato, per fortuna, risparmiato alla Raggi, non a me. E neppure in occasione della recente conclusione di quegli avvenimenti giudiziari, si è levata una parola di ravvedimento o di scuse pubbliche, sul piano nazionale come sul piano locale.
Io non conservo rancori, la politica impone a coloro che decidono di esercitarla nell’interesse della propria comunità anche di dimenticare i torti subiti, ma perché nessun altro abbia mai più a pagarne si ricordi quanto accaduto oggi alla Raggi e si conservi sempre quest’atteggiamento. Sui temi che riguardano la libertà degli individui i doppiopesismi come questo del Movimento Cinque Stelle non avrebbero trovato albergo nella vituperata Prima Repubblica, quando la coerenza al principio di innocenza fino a prova contraria, veniva applicata non certo in funzione delle appartenenze o delle amicizie come capitato in questa occasione ai grillini".



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