Caso Regeni, sit-in davanti all'Ambasciata d'Egitto: "Piu' attenzione alla morte di Giulio"

Pochissime persone hanno preso parte oggi al sit-in in ricordo di Giulio Regeni, giovane dottorando italiano trovato morto nella città del Cairo lo scorso 3 febbraio.

Davanti all'ambasciata egiziana a Roma, con candele e canti, le persone presenti hanno chiesto la verità sulla scomparsa di Giulio. L'iniziativa si è svolta in contemporanea ai funerali a Fiumicello, in provincia di Udine. "Lo Stato e le aziende italiane sospendano tutti gli accordi commerciali con l'Egitto", dice un’attivista che preferisce restare anonima e senza sigle di appartenenza. "Tanti o pochi non importa.

Noi volevamo esserci. Si arriverà alla verità", queste le parole dei presenti al presidio in via Salaria 267. Una ragazza coetanea di Giulio, che ha preso parte al sit-in, prova rabbia per come lo Stato italiano stia affrontando il caso. "Si sta comportando in modo ambiguo; - ha dichiarato - il fatto che un giovane ragazzo della mia età sia stato ucciso e torturato e lo Stato ne parli così poco, secondo me, è una violazione dei diritti umani".

Video di Martina Martelloni


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