Cgil, altro che buona scuola. Caos dopo le assegnazioni dei dirigenti

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I sindacati tornano ad affrontare la questione dei vincitori del Concorso a Presidi che sono ancora in attesa di essere utilizzati. Questa volta prende la parola Enzo Delli Veneri, della Flc Cgil di Benevento.

Finisce ancora una volta sotto la lente d'ingradimenti dei sindacati l'operato dell'Ufficio Scolastico della Regione Campania che lo scorso 8 giugno ha pubblicato la circolare sul conferimento degli incarichi dirigenziali e la mobilità interregionale dei dirigenti scolastici.  Il risultato, secondo la Flc Cgil, è un ulteriore aumento del caos nelle scuole campana.

"Aspettavamo dall’Ufficio Scolastico Regionale una visione di politica di comparto che privilegiasse il buon funzionamento delle Scuole pubbliche della Campania, mentre il Direttore Generale preferisce un metodo strettamente ragioneristico, che soffoca opportunità e prospettive sull'altare del “non oso”, “aspetto gli eventi”, “non li determino”.

Scuole, docenti, personale ATA, sindacati aspettavano altro. Soprattutto, aspettavano altro i vincitori dell’ormai mitico concorso a Preside mai concluso; avviato nel mesozoico (bando del 2011???) e ancora oggi sub judice per interventi della magistratura che rispettiamo, ma che non può rispondere all’impegno dei 657 idonei iscritti nella graduatoria di merito pubblicata il 18 dicembre 2014 e rettificata il 1° aprile 2014, con una non decisione, che lascia nell’incertezza loro e tante scuole della regione.

Invece di procedere nella nomina dei vincitori di concorso per coprire le sedi scolastiche vacanti, dando così ad ogni scuola una guida certa, si sono aggiunte altre 10 scuole in regione all'elenco di quelle dichiarate sottodimensionate, tra cui l’IC di Guardia Sanframondi (565 alunni), dopo aver perso la dirigenza del “Virgilio” di San Giorgio; scuole condannate alla reggenza, in applicazione di un sistema rigido basato su vecchi numeri, superati dalla dichiarazione di incostituzionalità della norma che li stabilisce.

I sindacati hanno chiesto più volte un pronunciamento della Conferenza Stato-Regioni che vada nella direzione della stabilità delle scuole: la media provinciale, col correttivo per quelle a bassa densità di popolazione residente e a rischio desertificazione. Solo in questo caso sarà possibile la compensazione tra un istituto cittadino con 1200 alunni con quello sul cucuzzolo della montagna con 400 alunni.

Solo così avrà un senso vero la programmazione della rete scolastica provinciale, attenta ai numeri, ma non in maniera ragioneristica da dover impedire l’autonomia scolastica in zone disagiate sia dal punto di vista orografico che per quello dei servizi. Per impedire il Dirigente scolastico di zona verso cui la nostra Provincia sta andando, con l’aggravante che nel caso ci sia anche la reggenza il rischio di non vedere neanche passare il Dirigente scolastico per la scuola diventa sempre più concreto. E in Regione Campania ci saranno oltre 200 scuole con un capo d'istituto dimezzato, che a sua volta inciderà negativamente sul funzionamento anche della sua scuola di titolarità, collezionando così a 400 gli istituti in difficoltà di gestione.

In questo periodo, in cui si dovrebbe avere già certezza della scuola che sarà il 1° settembre, si assiste a modifiche nell’organizzazione della scuola che sanno di mancata o intempestiva programmazione per il nuovo anno scolastico. Quando li faremo lavorare questi “giovani” (?) Dirigenti Scolastici che hanno dedicato tanto loro impegno e tempo per affrontare le selezioni e che ora si dedicano a spendere soldi e tempo per difendersi da una decina di colleghi esclusi che le stanno provando tutte…

Si decide, insomma, il destino della scuola campana determinando un ulteriore impoverimento della scuola pubblica. Altro che "presidi sceriffo": la Campania si ferma al caporale di giornata".



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