Chiedevano prestiti a nome di pensionati. Scoperta a Napoli truffa da 500mila euro

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Scoperte dalle Fiamme Gialle 29 truffe ai danni di Findomestic SpA, Codifis SpA, Compass SpA, Sava SpA, IBL Banca SpA. Nel registro degli indagati sono finiti ben 41 indagati.

Nella mattinata odierna il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare nei confronti di 11 soggetti per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa e falso

Le indagini, espletate dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli e coordinate dalla 5" sezione di questa Procura, hanno consentito di accertare l’esistenza di un'organizzazione criminosa, operante a Napoli e provincia sino ald ottobre 2014, finalizzata all’attuazione di truffe nel settore creditizio al fine di ottenere illecitamente finanziamenti rimborsabili, prestiti personali, linee di credito al consumo, mediante cessione del quinto, utilizzando dati anagrafici di ignari pensionati, ai danni di vari istituti bancari e finanziari.

In particolare, si è accertato che i componenti dell’organizzazione criminosa, dopo avere individuato i soggetti dei quali utilizzare, a loro insaputa, i dati anagrafici per accedere alle richieste di finanziamento ed averne verificato il grado di sostenibilità finanziaria, predisponevano una falsa documentazione reddituale riconducibile agli stessi [falsi CUD, false dichiarazioni dei redditi, false buste paga), da fornire alle società finanziarie a garanzia delle richieste di prestito avanzate per conto dei clienti.

Successivamente, attraverso utenze telefoniche dedicate, gli appartenenti al sodalizio criminoso rispondevano alle cd. interviste telefoniche condotte dalle società finanziarie per la verifica dei requisiti contrattuali e reddituali dei soggetti richiedenti il finanziamento, simulando di essere questi ultimi 0 il datore di lavoro degli stessi, artatamente indicato nei falsi documenti reddituali predisposti.

Infine, gli autori delle truffe proponevano ed ottenevano il prestito attraverso i propri canali di riferimento presso le diverse società finanziarie.
I clienti, che beneficiavano dei prestiti illecitamente erogati, corrispondevano all’organizzazione criminosa un importo iniziale di circa 300 euro, a titolo di acconto, per la predisposizione della fittizia documentazione di supporto, nonché, a prestito ottenuto, un’ulteriore somma di denaro, pari a circa il 20-30 per cento dell’importo finanziato, a titolo di compenso per l’attività svolta.



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