Citta' Telesina, Abbamondi attacca Carofano: "Perse tante occasioni, valuti dimissioni"

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Angela AbbamondiAngela Abbamondi

Prende spunto dalla lettera di Scetta ai presidenti di Città Telesina e Città dei Sanniti, Angela Abbamondi del gruppo consiliare Telese Riparte che poi attacca Carofano. 

“Il sindaco di Castelvenere, Mario Scetta, con la solita franchezza che contraddistingue le persone perbene, ha dichiarato la sostanziale presa di distanza della sua amministrazione dal progetto della Città Telesina, guidata dal sindaco di Telese Terme, Pasquale Carofano”.

Così Angela Abbamondi capogruppo dell’opposizione del centro termale e leader di Telese Riparte, commenta la lunga lettera che Mario Scetta, sindaco di Castelvenere, nei giorni scorsi ha indirizzato ai presidenti delle due Unioni dei Comuni presenti in Valle Telesina: Pasquale Carofano presidente "Città Telesina", e Nino Lombardi presidente “Città dei Sanniti". Scetta elencava non solo le criticità e le difficoltà ma indicava anche una via d’uscita dall’impasse. Abbamondi, dunque, prende spunto dalla lettera di Scetta per attaccare l’operato del primo cittadino Carofano.

“L'uscita di Castelvenere – scrive Abbamondi – fa seguito all'insoddisfazione, neppure troppo malcelata, del sindaco di Solopaca e pone la parola fine ad un progetto che vedeva al centro della programmazione della Valle Telesina il nostro comune, a cui fu affidata la guida per cinque anni del nuovo soggetto istituzionale. Non a caso dopo l'ultima tornata elettorale, Castelvenere e Solopaca non hanno comunicato i nomi dei consiglieri facenti parte della Città Telesina. Ma come non comprenderli. Carofano in sette anni non ha reso operativo il consorzio Lago di cui è lui il presidente mentre il Consorzio Idrotermale sopravvive stancamente a se stesso. Dal 07 luglio 2013, data di ‘fondazione’ della Città Telesina, sono
passati quasi quattro anni e da allora nessun progetto, nessuna unione o gestione condivisa di funzioni, nessuna iniziativa tesa a creare le condizioni di unità del nuovo soggetto istituzionale (nel 2017 il protocollo è inesorabilmente fermo al numero1)”.

Secondo l’Abbamondi, “L'attuale Amministrazione a guida Carofano, purtroppo, ci ha abituato a questo immobilismo. Si sono perse tante occasioni. L'ultima, in ordine cronologico, è stata la mancata costituzione della CUC, commissione unica di committenza, che poteva servire non solo ai comuni dell'unione ma guardare anche oltre con una visione più lungimirante. Quindi una grande sconfitta, un enorme passo indietro dove la stessa centralità istituzionale di Telese nel contesto territoriale della Valle Telesina è ancora una volta messa in discussione per la totale inerzia, reiterata negli anni, del nostro sindaco di relazionarsi con i comuni vicini. Telese Terme è isolata, costretta ad andare con il cappello in mano a mendicare attenzione rispetto alle sue peculiarità in una fase storica decisiva per invertire un orizzonte che si prefigura, ove possibile, più negativo di quello di questi ultimi anni. Dispiace davvero perché come minoranza avevamo dato all'amministrazione Carofano doveroso appoggio e ‘carta bianca’ alla Città Telesina ed alla definizione di una strategia di sviluppo comune a tutta la Valle : purtroppo, non solo la minoranza di Telese Terme, ma anche gli altri comuni, partner essenziali nelle politiche di sviluppo locale, hanno capito, come e quanto noi, la cifra di indefinito ‘nullismo’ , di asfittico ‘tirare a campare’ della gestione Carofano che si avvia a concludere senza lode il suo secondo ed ultimo mandato. Per intenderci ancora meglio, l'ultima delibera pubblicata sul sito del comune è emblematica dello stato di paralisi dell'unione. La seduta dei sindaci convocata da Carofano sulle ‘prospettive dell'unione’ è stata ‘rinviata a data da destinarsi’, espressione quest'ultima adoperata spessissimo da Carofano".

Il leader del gruppo consiliare Telese Riparte si domanda dunque se: “è giusto allora chiedersi che cosa rimarrà di Telese Terme fra due anni e mezzo: sicuramente le inutili polemiche sulle responsabilità del passato e la speranza svanita di veder rifiorire la nostra Comunità come motore di tutto il contesto della Valle Telesina. Rimarranno le macerie di una Comunità divisa e lacerata da odi e rancori personali che Carofano non ha saputo né guidare nè ricostruire. Chiederemo al sindaco se, alla luce del deludente esito del prestigioso ed autorevole progetto della Città Telesina, non senta l'intimo dovere di stimolare un minimo di discussione sull'argomento, un accenno di confronto oppure preferisca perseverare nel suo rancoroso ed infruttuoso percorso”.

Tutto ciò anche perchè sottolinea ancora Abbamondi, “Le nuove politiche di sviluppo regionali e comunitarie impongono aggregazione e Telese Terme è clamorosamente ‘al palo’ su questo versante, alle prese con temi fondamentali per il suo futuro anche immediato: il raddoppio della Ferrovia, l'organizzazione del territorio, lo stato di abbandono delle strutture pubbliche, l'attacco ai sevizi presenti da sempre sul territorio che vengono portati altrove, l'arretramento di Telese Terme quale centro di servizi. Ora, chissà quale altra buona motivazione si inventerà per coprire questo ennesimo fallimento di una gestione scialba ed insipida: la Città Telesina era un'occasione troppo importante che l'Amministrazione Carofano non ha saputo gestire, arroccata nella solitaria visione dello sviluppo di Telese Terme sempre più nebulosa ed indecifrabile. Hanno voluto agire e fare da soli, evidenziando una ‘spocchia’ senza limiti, deflagrata anche oltre i confini della contesa comunale: peccato perché gli effetti ricadono su tutta la Comunità e sulla sua prospettiva futura, ben oltre il devastante progetto delle Ferrovie o la mancanza di qualsiasi iniziativa per il Consorzio lago, morto prima ancora di nascere”.

Poi conclude. “Il sindaco di Telese Terme prenda atto della inadeguatezza ad affrontare problemi così complessi e della incapacità in ben sette anni di dare risposte e con un sussulto di orgoglio riempia di significato questi due anni e mezzo di amministrazione, coinvolgendo tutta la Comunità nella definizione di scelte ed atteggiamenti inclusivi non solo verso i cittadini ma anche verso le comunità più vicine e territorialmente affini. Diversamente, valuti, per il bene della città, dignitose ed oneste dimissioni”.



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