Cives. Il ministro De Vincenti a Pietrelcina sostiene la vision degli imprenditori del Sud

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Cives. Il ministro De Vincenti a Pietrelcina Cives. Il ministro De Vincenti a Pietrelcina

Nella seconda giornata della Cives- Summer School 2017 si enucleano buone pratiche e si delineano percorsi politici e amministrativi di supporto al fare impresa.

Si è detto colpito dalle professionalità imprenditoriali presenti nel nostro territorio il ministro per la Coesione sociale e per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, accolto dai padroni di casa, l’onorevole Edoardo Patriarca e Ettore Rossi. Non poteva essere altrimenti. Sul palco Filippo Liverini, presidente di Confindustria e imprenditore locale pluripremiato per la sostenibilità della sua azienda, Luigi Micco, direttore di IperConad Benevento e Pasquale Addonizio, coordinatore Progetti agricoltura sociale della Caritas di Benevento, hanno illustrato la loro vision, vincente nella conduzione delle rispettive aziende.

Il presidente di Confindustria si è raccontato come imprenditore: “La solidità di un’azienda risiede nel rispetto dei valori professati dalla dottrina sociale”. Crede che la condivisione progettuale degli obiettivi dell’azienda con i propri dipendenti sia la chiave del successo. Il supporto dato a tutti i collaboratori, anche in termini di sostegno economico in momenti di particolari difficoltà si riverbera nell’impegno e nella qualità del lavoro. Altra narrazione di successo è quella del direttore di IperConad che, posto di fronte alla scelta di restare e rimboccarsi le maniche o emigrare al nord ha optato per la prima.

Una rimodulazione di strategie e di servizi hanno portato l’azienda al successo. Oggi conta ottanta dipendenti con lavoro a tempo indeterminato, quattro nuovi assunti a tempo determinato, 10 stagisti in formazione. La vendita di prodotti locali, il connubio vincente con il consorzio Sale della Terra e la fiducia riposta nelle risorse umane, che a loro volta hanno dovuto reinventarsi, hanno fatto dell’azienda un fiore all’occhiello del nostro Sannio.

Viene, invece, da una terra più lontana, dalla Calabria, Ricardo Stocco, archeologo veneto prestato all’economia, che ci racconta del successo della comunità cooperativa di Tiriolo. Il paese è un lembo di terra tra il mar Tirreno e lo Ionio che, come tante località ai margini, soffre per il calo demografico e la disoccupazione giovanile. “Tiriolo è rinata nel 2016” ci dice l’archeologo. L’impegno iniziale per la valorizzazione dell’area archeologica ha gradualmente coinvolto altre aree di intervento per la bonifica di terreni dismessi, la coltivazione di prodotti locali, la formazione di guide turistiche con assistenza personalizzata.

“Scheria”, questo il nome del progetto, ha vinto il bando del Ministero dei Beni Culturali. “Cultura crea”, con un finanziamento di 98.000 euro. “Non è stato facile instillare l’amor loci”, dice Stocco, che ha elencato una serie di ostacoli di tipo culturale, che potremmo dire comuni nel sud, primo fra tutti la difficoltà di liberarsi dall’idea del fare politica secondo logiche di “clan” e di fidelizzazione vuota. Ancora, la disabitudine a leggere le azioni altrui come disinteressate e la forte propensione alla diffamazione; infine, forse il peggiore di tutti gli handicap, la disabitudine e/o l’indifferenza verso la bellezza, di qualsiasi tipo. Per superare gli ostacoli culturali il primo passo è stato quello di condividere la vision e la mission del progetto. “L’impegno prossimo” annuncia, “sarà quello di re-imparare a confrontarsi col mondo esterno, da cui ricevere gli stimoli per crescere”.

La frammentazione del lavoro

Ha sorpreso la platea Pasquale Pazienza, del Dipartimento di Economia dell’Università di Foggia. Dai dati presentati emerge come tra le regioni virtuose distintesi per sviluppo economico vi siano proprio le regioni dell’area del centro sud. Puglia, Campania e Sicilia. Tra le prime venti città emergono Lecce, Vibo Valentia, Foggia, Latina, Crotone, Caserta, Napoli e Agrigento. Alla crescita del numero delle imprese non corrisponde però il numero degli occupati, la qual cosa sembrerebbe di primo acchito un controsenso. La spiegazione è nella frammentazione del lavoro. Le imprese nascenti operano nella ristorazione, nell’artigianato e nel commercio e sono a carattere individuale o familiare. Non prevedono assunzioni e pertanto non sono foriere di sviluppo.

La conferma arriva da Confesercenti, che ha rilevato nel periodo compreso tra il 2012 il 2016 un aumento delle imprese dell’8,3% con 11.000 nuovi bar e ristoranti. Nel mezzogiorno si è arrivati alla percentuale di +10,8% con punte del + 13,8% in Sicilia e del +12% in Campania. “Se questi dati non confortano occorre considerare che in Italia manca una vera capacità di generare processi di innovazione e di crescita”, denuncia l’economista. “Il proliferare di piccole imprese appare come il risultato di una strategia errata che tenta di rispondere al declino, ma che in effetti lo aggrava”.

Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, ben ha detto nel definire “la fabbrica intelligente” quella che ha bisogno di un territorio intelligente, di vocazioni individuali, da coltivare con corsi di formazione, di cui le imprese devono farsi carico. Servono anche infrastrutture e la necessità di convergere su un solo obiettivo alla volta, secondo S.E. Mons. Accrocca, a supporto di qualsiasi idea progettuale che si voglia concretamente portare avanti.

La semplicità difficile

“Il fil rouge della narrazione delle buone pratiche qui ascoltate dalla voce degli imprenditori pare essere la semplicità, che racchiude la complessità dei processi e della dedizione”, conclude il ministro, che cita Bertold Brecht quando dice: “la semplicità è difficile”. Riconosce che nelle nostre aree si assiste al risveglio della società civile, condotta per mano da chi sa fare impresa sociale e sa ricollocare le risorse umane nel territorio di origine. “La politica è consapevole che se riparte il Mezzogiorno riparte l’Italia intera”, dice, ed enumera le azioni di supporto politico ed economico alla rinascita del Sud, che si concretizzano in forme di decontribuzione e di “Patti per il Sud”.

Le prime misure hanno già favorito l’assunzione di 74.000 lavoratori, di cui 25.000 in Campania. 1/5 dei 74000 sono passaggi da contratti da tempo determinato a forme di contratto stabili. Il recente D.L. “Resto al Sud”, invece, mira ad incentivare i giovani che abbiano voglia di mettersi in gioco. C’è poi il progetto “La Banca delle terre” che si propone l’obiettivo di contrastare l’abbandono dei terreni , di mantenere ed incrementare la produttività dei terreni in abbandono, di favorire il ricambio generazionale in agricoltura.

L’augurio finale è dell’onorevole Edoardo Patriarca, perché finalmente politici e cittadini diventino buoni compagni di strada nel comune percorso della rinascita sociale, prima ancora che industriale. Prima di darsi appuntamento alla prossima Summer School nel 2018 il sindaco di Pietrelcina, Domenico Masone ha fatto dono al ministro di copia del certificato di nascita di Padre Pio.

Sonia Caputo

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