Cives. Per Becchetti lo strumento più importante dei cittadini è votare con il portafoglio

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Si è svolto giovedì 18 dicembre il quarto appuntamento della VIII edizione di “CIVES - Laboratorio di Formazione al Bene Comune”, un incontro importante con la partecipazione di Leonardo Becchetti ordinario di Economia Politica presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, il quale ha relazionato sul tema “Felicità, salute e lavoro”.
“Siamo consapevoli che il lavoro occupa un ruolo centrale nelle nostre vite – ha affermato Ettore Rossi, direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Benevento, nell'introdurre l'incontro – ed è quindi fondamentale che negli ambienti di lavoro si concretizzino politiche quanto più consone allo spirito di un benessere personale, di cooperazione e di solidarietà. Tutto questo potrebbe proiettarsi verso quella cittadinanza organizzativa che ha imparato ad esprimere elementi di gratuità che diventano strutturali quando ci si sente parte attiva di una determinata organizzazione”.
Di seguito è intervenuto Becchetti, il quale ha dimostrato quanto e come i temi circa la mancanza di lavoro, la cura degli ambienti di lavoro e la stessa salute, siano intimamente interconnessi. “La direzione verso la quale dobbiamo puntare è quella di creare valore economico in maniera socialmente e ambientalmente sostenibile – ha anticipato – poiché il cosiddetto homo economicus ha staccato le relazioni che sono naturalmente parte fondamentale dell’individuo, e che possono essere riconosciute anche dal punto di vista economico”.
Con uno sguardo attento alle difficoltà che stiamo vivendo, l’intervento del docente è stato puntuale nel sottolineare la correlazione tra reddito e felicità. “Gli studi sulla felicità ci dimostrano che essa si determina soprattutto nella sua costruzione, nel percorso, più che nel risultato. La felicità dipende molto dal confronto con gli altri, con il gruppo di riferimento di ciascuno. Il problema è che non siamo più tanto capaci di investire nelle relazioni: il bene relazionale è molto più complesso e fragile del bene privato, poiché dipende dal coordinamento della mia volontà con quella degli altri. Oggi il mercato ci offre sempre di più beni di comfort, che danno soddisfazione a breve come il gioco, perché essi producono una forte domanda e, talvolta, dipendenza”. La felicità è, poi, il rapporto tra aspettative e realizzazioni. La chiave è di non far esplodere le aspettative, ma di gestirle con sapienza. Dall’analisi di un così complesso sistema, è emersa la Legge di gravità della Globalizzazione, un principio con il quale stiamo facendo i conti nei nostri Paesi sviluppati, talvolta in maniera più consapevole e talvolta meno. “Siamo in competizione con i lavoratori a basso costo a parità di competenze; l’unico modo per uscirne è migliorare le condizioni di lavoro nei paesi poveri, rialzando la base. Questo ci potrebbe permettere di affrontare un altro nodo centrale, che è la ridistribuzione della ricchezza”.
Una questione, dunque, che tocca lo stesso sistema democratico ma che, come emerge dalle parole di Becchetti, ha delle opportunità concrete di intervento. “L’unico strumento che ci è rimasto per riequilibrare la democrazia è quello di votare con il portafoglio, premiando le aziende che sono più brave a creare valore e lavoro, tutelando l’ambiente. Dovremmo, inoltre, riscoprire il genius loci dei nostri territori, valorizzandone le risorse: mettere assieme i soggetti intermedi del territorio per valorizzare i beni comuni. Tutto ciò può davvero incidere su questa complessa realtà come opportunità per realizzare valore aggiunto, surplus che eccede, perché si tratta di uno scambio di doni, che è il primo momento dove si avvia una vera relazione tra persone”.



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