CMR, Cgil e Uil: "Asl ha effettuato mandato pagamento, si pensi a stipendi"

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I sindacati Cgil e Uil intervengono in una nota sulla situazione legata al Centro Medico Erre di Sant'Agata de' Goti.

La Fp Cgil e la Uil Fpl hanno reso noto che l’Asl Benevento, oggi, mercoledì 22 febbraio, “ha effettuato un mandato di pagamento al Centro Medico Erre di 482.002,13 euro, per il pagamento degli stipendi arretrati dei lavoratori”. La notizia spiegano i sindacati, "è emersa in seguito a un incontro interlocutorio intercorso tra i responsabili della Sanità di Cgil e Uil, Pompeo Taddeo e Giovanni De Luca e il presidente della sezione Fallimentare del Tribunale di Benevento Michele Monteleone".

“Vigileranno – affermano Giovanni De Luca e Pompeo Taddeo - affinché l’azienda paghi il saldo dello stipendio dello scorso gennaio e le competenze maturate per il mese di febbraio e marzo, a tutti i lavoratori”.

In merito al paventato piano di concordato preventivo in continuità, i due sindacalisti non le mandano a dire: “Riteniamo che perfezionare le procedure di Concordato preventivo puntando sul depotenziamento della forza lavoro, sia un atto di ‘macelleria sociale’, che porterà ad uno stallo totale le buone pratiche delle relazioni industriali con le categorie dei sindacati confederali. In un momento di forte depressione economica, i consulenti del Cmr, invece, dovrebbero aprire una fase di grande ed edificante Concertazione, al fine di trovare soluzioni, unitarie, alla drammatica situazione finanziaria che ha colpito, per ignoti motivi, Il Cmr. Ad oggi, il management dell’azienda non ha ricevuto nessun esponente sindacale. Per fortuna, i commissari giudiziali, su insistenza Cgil e Uil, nel corso di un incontro, hanno convocato i responsabili aziendali per comprendere le potenzialità del piano di ristrutturazione. Questi hanno dichiarato di voler portare avanti la fase di ristrutturazione esclusivamente adoperando le risorse pubbliche e licenziando parte del personale. In assenza di risposte rigorose da parte dell’amministrazione sulle potenziali cause che hanno portato alla debacle del centro di eccellenza, che ormai è un moltiplicatore di massa debitoria (o passiva), e in assenza di un onesto piano di salvaguardia del personale, ci vedremo costretti a emettere parere sfavorevole all’ipotesi di piano di Concordato preventivo stilato, in beata solitudine, dai delegati dell’azienda e, purtroppo, ad oggi, ignoto ai più. Ci riserviamo anche di chiedere un incontro con i Commissari, dopo il 23 marzo, data del deposito della documentazione. Ci riserviamo inoltre, se questi sono i requisiti, di indire una assemblea con tutti i lavoratori per chiedere l’annullamento dell’eventuale Piano di Concordato Preventivo. Grazie al nostro senso di responsabilità, costruito sull’onore e sull’onere di governare, i processi di crisi aziendale, siamo riusciti, nel corso degli anni, a scongiurare gli esuberi di molte unità lavorative e il successivo avvio della procedura dei licenziamenti collettivi. E, dunque, invitiamo gli amici dei sindacati autonomi a non inasprire i termini del confronto, tentando di sminuire, in maniera maldestra, l’integrità morale e la reputazione dei delegati dei sindacati confederali”. 



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