Collegato Lavoro: proroga di un anno, boccata d’ossigeno per i diritti dei lavoratori

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Nostro servizio - E’ slittato al 31 dicembre 2011 il termine per la presentazione dei ricorsi dei lavoratori con contratto a termine scaduto. Per quest’anno, quindi, non si applicherà la norma del cosiddetto Collegato Lavoro che fissava al 23 gennaio i nuovi termini di scadenza dell'impugnazione dei licenziamenti ritenuti illegittimi.

La proroga è giunta a seguito di un emendamento del Partito Democratico, del 9 febbraio, accolto nel decreto ‘Milleproroghe’. Soddisfatta la Cgil che ha osteggiato la legge fin dall’inizio e che ha tentato di mettere in piedi una campagna informativa per rendere nota la questione ai lavoratori. Rosita Galdiero, della Filcams Cgil sannita, e il segretario provinciale Antonio Aprea, hanno spiegato al Quaderno la novità sottolineando, però, come la strada da percorrere sia ancora lunga, in particolare su temi quali l’apprendistato, portato a 15 anni, la conciliazione e l’arbitrato.

Ricostruiamo la questione. La legge 183/2010, varata dal Parlamento il 19 ottobre 2010 ed entrata in vigore il 24 novembre, stabiliva un nuovo regime di impugnazione del contratto a termine. Prima non era previsto un limite di tempo, vigeva solo l’obbligo di far valere i propri diritti con un atto scritto entro 60 giorni dalla scadenza. L’articolo 32, inoltre, prevedeva la cosiddetta ‘retroattività’. Era applicabile, dunque, anche ai contratti scaduti al momento dell’entrata in vigore della legge. Come detto ora il termine c'è, ma è stato prorogato a tutto il 2011.

“Si tratta di un primo, piccolo traguardo raggiunto – ha detto la Galdiero -. I lavoratori con contratti precari di somministrazione, a progetto, a tempo determinato, vedono aperto un ulteriore spiraglio. Questa conquista viene fuori da una serie di mobilitazioni messe in campo dalla Cgil, da subito contraria al Collegato Lavoro, su tutto il territorio nazionale. Dobbiamo raggiungere, però, tanti altri obiettivi”.
Nel frattempo, la camera del Lavoro di Benevento ha raccolto circa 900 domande di impugnazione del provvedimento. “Al Governo e alle aziende – ha aggiunto la sindacalista - sono arrivati migliaia di ricorsi e così, per poter decidere quale percorso seguire, hanno deciso di sospendere per un po’ la questione, anche tenendo conto che, il 28 gennaio scorso, la Corte di Cassazione ha rinviato alla Corte Costituzionale alcune norme contenute nel pacchetto Collegato Lavoro. Ci sono, infatti, seri dubbi di costituzionalità. Probabilmente quindi ci sarà una pronuncia in tal senso ma, visti i tempi lunghi della giustizia, noi continuiamo a mobilitarci e a stare in allarme. L’anno prossimo, infatti, non sappiamo cosa potrà accadere”.

“Ci sono migliaia di lavoratori – ha aggiunto Aprea – ormai divenuti così specializzati nei loro settori che rimpiazzarli sarebbe stata una tragedia. Lo stesso Governo, grazie all’opposizione parlamentare e alla Cgil, pare aver compreso il problema. Da qui la decisione di spostare il termine di scadenza”.
Il segretario ha quindi lanciato un appello ai dipendenti affinché ritornino presso la sede del sindacato anche per avere ulteriori informazioni in merito a cosa fare: “E’ una situazione intricata e va affrontata con le categorie dei lavoratori. Il Governo, per di più, ha messo in campo numerosi tagli e l’occupazione, specialmente, sul nostro territorio è fortemente a rischio con migliaia di persone in condizioni precarie”.
Se una piccola vittoria c’è stata ancora molti, dunque, sono i contenuti della legge osteggiati dal sindacato. In primo luogo, la possibilità di svolgere, a soli 15 anni, l'apprendistato in azienda con 400 ore di formazione. In tal modo, viene abbassato di un anno il tetto dell’obbligo scolastico. Tale tetto è stato oggetto di varie modifiche legislative, susseguitesi nel tempo. Le ultime nel 2007, quando si stabilì che l’istruzione impartita doveva essere impartita per almeno dieci anni, con la precisazione che “l’età per l’accesso al lavoro era elevata da quindici a sedici anni”. Nella legge si prevedeva che i giovani, conseguito il diploma di scuola secondaria inferiore, potessero iscriversi a corsi di formazione professionale delle Regioni. La manovra estiva 2008 intervenne nuovamente allargando il campo dei possibili percorsi di formazione con cui assolvere l’obbligo di istruzione a tutta la formazione professionale, dai periti industriali alla scuola per diventare parrucchiera. Oggi il Collegato Lavoro, invece, permette a un giovane di entrare in azienda abbandonando i banchi di scuola o dei suddetti corsi.

Ci sono poi le discusse norme sulla conciliazione e l’arbitrato. In materia di controversie individuali di lavoro, il tentativo di conciliazione, prima obbligatorio, diventa ora una fase eventuale. In più sono stati introdotti mezzi per la loro ricomposizione alternativi al ricorso al giudice. La Commissione di conciliazione, se le parti non raggiungono un accordo, formulerà una sua proposta con una procedura complessa. Le nuove disposizioni, in definitiva, fanno propendere per evitare di esperire il tentativo, ormai a svantaggio del lavoratore.

La disciplina contempla anche altre forme di arbitrato. Prevista è la possibilità per il lavoratore - all’atto dell’assunzione e non prima della conclusione del periodo di prova (dopo 30 giorni dalla stipulazione del contratto di lavoro) - di decidere se ricorrere a un collegio di arbitri in caso di future controversie, con esclusione del licenziamento per il quale resta obbligatorio fare appello al giudice ordinario.
”La Cgil – ha concluso la Galdiero - va avanti in questa battaglia e continuerà la campagna d'informazione dando risposte ai lavoratori che si sono rivolti alle nostre sedi. Penso anche ai precari della scuola. Sono convinta che mobilitarsi e informarsi paga rispetto ai diritti di cui questo Governo ci vuole privare. Tali temi sono cari alla nostra organizzazione, ma soprattutto riguardano i lavoratori, in questo momento più deboli perché precari. Credo che se continueremo così, con la mobilitazione, l’informazione e la comunicazione, molto probabilmente il Governo dovrà sedersi anche con la Cgil per discutere il prosieguo della vigenza della normativa che noi amiamo definire ‘brucia diritti’ dei lavoratori”.

Il Disegno di Legge, in questione, costituito da 50 norme, era stato inizialmente presentato nel luglio 2008 quale Collegato alla Legge Finanziaria per il 2009, ma fin da subito aveva avuto un iter parlamentare complesso a causa della sua eterogeneità. L’accelerazione finale c’è stata all’inizio del 2010 con l’approvazione del testo proposto alla firma del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Quest’ultimo, però, il 31 marzo lo ha rinviato alle Camere. Iniziato il riesame alla fine il provvedimento è diventato legge.
Grazia Palmieri



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