Il Sannio e l'obesità infantile: le mamme non la vedono neanche e le nonne sono ancora più pericolose...

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Nostro servizio - La lotta all’obesità infantile è stato il tema del convegno ‘Progetto Nuvola’ tenutosi ieri, dalle 15, nella sala conferenze dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù ‘Fatebenefratelli’ di Benevento. Sono intervenuti esponenti del panorama medico sannita. Il dibattito ha riguardato il problema della cattiva informazione su alcuni prodotti alimentari destinati ai bambini e messi in commercio. I relatori hanno esposto l’inziativa ‘Okkio alla salute’ e le relative statistiche risalenti all’anno appena trascorso. Infine sono stati percorsi i vari programmi volti alla promozione della lotta all’obesità nelle scuole e una lezione sull’obesità dal punto di vista strettamente clinico.

A moderare il dibattito è stato Flavio Quarantiello. Prima relatrice Valeria Ricciardi la quale ha esaminato il percorso di crescita sana ed equilibrata che il bambino deve avere sin dall’allattamento. Dallo svezzamento in poi “due sono le nuove componenti: gli zuccheri e gli additivi. Il problema più grave è costituito da questi ultimi. Le aggiunte di conservanti e coloranti rientrano nella sola logica commerciale e non hanno alcuna utilità nutritiva. Alcuni studi hanno persino dimostrato che alcuni dei conservanti contenuti nei cibi preferiti dai bambini alterano il grado di attenzione e concentrazione di chi li assume”.

La direttrice del servizio Epidemiologia e Prevenzione, Annarita Citarella, ha poi esposto il progetto Okkio alla Salute. “Sin dal 2008 – ha detto - ci proponiamo di monitorare gli stili di vita, i comportamenti, l’abitudine all’attività fisica dei bambini della scuola primaria. La prevalenza del sovrappeso si ha nell’Italia meridionale, e in maniera specifica nella Campania. A Benevento abbiamo visionato 24 classi con 474 bambini.
La situazione più sorprendente è che c’è una scarsa percezione dei genitori della situazione dei propri bimbi. Una mamma su tre non ritiene che i propri figli siano in eccesso ponderale, al contrario della loro evidente obesità”.

Ersilia Palombi, medico nutrizionista, si è soffermata sulla serie di programmi scolastici attivati sin dal ’95: “Nel 2000 il paese sannita con un più alto tasso di obesità infantile era San Giorgio del Sannio con il 30%. Dal ’97 abbiamo attivato un programma sugli insegnanti stessi: ‘Lo sportello di nutrizione’ per le scuole superiori, ‘Alimentazione e sport’, ‘Cibo e salute’, ‘Alimentazione, domande e risposte’ svolto al liceo scientifico Gaetano Rummo. Un ulteriore progetto è stato ‘Crescere Felix’ che ha promosso l’istituzione di un laboratorio del bambino obeso, un corso di formazione per gli insegnanti e l’attività fisica anche oltre l’orario scolastico. Abbiamo ancora messo in atto un corso di formazione per gli impiegati comunali alle mense scolastiche”.

Diverso è stato l’intervento della psicologa dell’Asl di Benevento, Antonietta Menechella per la quale “siamo davanti a una svendita di quei desideri insiti nella parte più intima che rendono l’individuo unico. La pubblicità ci ha letteralmente svuotato di quei desideri attraverso un’operazione di marketing che ha messo su un banchetto tanti desideri impacchettati e tutti uguali”.

“Anche la felicità – ha aggiunto Menechella - viene oggettivizzata: una nota bibita è pubblicizzata, ad esempio, come la formula della felicità da scoprire in tavola”. Luigi Greco ha infine esposto la fondamentale importanza della nuova scienza nutrigenomica nel campo medico che abbina alla genetica la nutrizione. Essa studia gli strumenti di prevenzione all’obesità. Inoltre ha spiegato che “i motivi della prevalenza del fenomeno dell’obesità in Campania sono da ricercare nella passata miseria in cui si è trovata questa zona dell’Italia. Come quando una madre che in vita ne è stata privata nutre il proprio figlio di tutto ciò che lei non ha avuto. E la nonna, che ha una memoria ancora più radicata, svolge un ruolo doppiamente rischioso”.

Il progetto Nuvola, comunque, ritiene l’obesità come il principale problema di salute pubblica. Da marzo 2009 sono stati reclutati 85 pazienti.
Martina Abbate



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