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06/11/2014 :: 13:18:8

S.Agata, bidoni corrosi spuntano dal terreno: 'Non c'è niente di peggio di quello che sta emergendo'


foto IL QUADERNO.IT - RIPRODUZIONE VIETATA
foto IL QUADERNO.IT - RIPRODUZIONE VIETATA

“Non c’è niente di peggio di quello che sta emergendo”. Questo il commento a caldo degli uomini del Corpo Forestale dello Stato sia provinciale che della stazione di S. Agata che per il quarto giorno stanno lavorando in località Capellini. Questa mattina si è continuato a scavare dove si era lasciato ieri. La trivella e due escavatori si sono messi a lavoro già dalle 10, per il rischio di precipitazioni che poi non ci sono state. Le scoperte di questa giornata sono state ancora più allarmanti e preoccupanti per quanto è emerso dal terreno. Già dal primo colpo di ruspa, la terra che veniva spostata era nera, non certo di un colore naturale. A soli tre metri di profondità sono emersi i primi fusti. Neri, corrosi, come quelli che siamo abituati a vedere nei film. Rimane preoccupante che i fusti (almeno 5 o 6) siano rotti: si dovrebbe capire se sono stati interrati già rotti o se sono implosi per il calpestio delle ruspe. Resta il fatto che il materiale che contenevano si è disperso nel terreno. Al terzo fusto emerso, gli uomini della Forestale hanno provato a ripulire un lato del bidone, per cercare di leggere il nome di un logo impresso sul fusto, ma senza successo, dal momento che era stato grattato via. Il dato più allarmante della giornata, però, è la probabile presenza di tricloroetano, sostanza molto usata nella seconda metà del ‘900 come solvente industriale. Utilizzato nell'industria metalmeccanica, elettronica e nell'industria delle vernici, degli inchiostri, delle colle e degli adesivi come cosolvente, è stato bandito nel 1996 dal Protocollo di Montreal. Nel Protocollo si stabiliva che il tricloroetano era ritenuto responsabile dell'allargamento del buco dell'ozono, mortale per insetti e specie dell'ambiente acquatico. Per l'uomo si tratta di una sostanza chiaramente tossica. E’ stato considerato sospetto teratogeno in grado di provocare, in alcuni casi, anche anomalie del feto durante la gravidanza. Le operazioni di scavo, per oggi sono terminate, i fusti sono stati coperti con dei teli per evitare eventuali contatti con la pioggia, ma si continuerà a scavare, già probabilmente nella giornata di lunedì. La location resterà ancora il frutteto, ma ci si sposterà dove attualmente sono piantati gli alberi di pesco.
Non sono mancate, nel corso della giornata, le domande soprattutto di chi vive nelle immediate vicinanze del frutteto. Le mamme sono allarmate e preoccupate, timore peraltro condivisibile. “I nostri bambini possono continuare a giocare all’aria aperta? Che rischio di contaminazione esiste a questo punto?”.
A pochi metri dagli scavi, poi, c’è attualmente la sede del liceo classico cittadino.

Nella Melenzio

Ultima modifica 07/11/2014 alle ore 9:13

Forse non è chiaro, le denunce ci sono state.Quello che è grave è perché gli organi inquirenti si sono mossi solo dopo le dichiarazioni dei pentiti e non dopo le denunce dei comuni cittadini.Pensate ancora che esiste l'obbligatorietà dell'azione penale? maria luisa   mauro -  - 
l.s. dove erano i proprietari dei fondi? Semplice...A contare i soldi!! tremendo   63 -  - 
Chi pensava che il Sannio fosse ancora un'isola felice è servito. Non esiste un confine geografico che separa il bene dal male, la legalità dalla illegalità. Ora bisogna prendere coscienza della situazione, e interrogarsi sulle cause e sui responsabili di tutto questo disastro. S.   S. -  - 
Io invece mi chiedo come mai hanno scavato proprio li? sempre dopo le rivelazioni del pentito?ma sto pentito che la dica tutta....faccia anche i nomi e cognomi....alla forca devono andare.. marilyn   monroe -  - 
Certamente sono da condannare chi ha fatto questo scempio anche a Sant'Agata. Si intende gli esecutori,i mandanti, le autorita' conensienti e le Ditte o Aziendi da dove provengono questi veleni mortali per i cttadini, per l'ambiente e per l'immagine del nostro territorio dino   suppa -  - 
E' mai possibile che i proprietari o i conduttori dei fondi non si sono mai accorti di niente ??? Dove erano quando gli autocarri sversavano ??? Ma !!! l.   s. -  - 
Sant'Agata, Ceppaloni, Morcone e fino a qualche tempo fa c'era ancora chi diceva che il Sannio non rientrava nella Terra dei Fuochi intesa come zona di nascondiglio rifiut, come ancora oggi c'è ancora chi dice che la camorra a Benevento non c'è..... Peppe   Lep -  - 
Alessandro, condivido. E così anche le famose e uniche mele annurche di Sant'Agata dei Goti sono finite! Giusto il danno per gli abitanti e gli agricoltori della zona che per anni hanno fatto finta di non vedere, non sentire e, quindi, non hanno parlato, come le tre scimmie. Però i danni di immagine e ai prodotti tipici delle nostre zone li subiamo, ingiustamente, tutti. Speriamo almeno in condanne esemplari. a proposito ma chi sono i proprietari dei terreni? anna   varricchio -  - 
Nessuno ha visto nulla,giusto?Per anni,giusto?Se ti fermi di sera,non di notte,di sera,lungo una qualsiasi strada interpoderale o statale che sia per un semplice bisogno fisiologico ti hanno già visto.I cani abbaiano,le luci delle case si accendono,ombre in controluce compaiono dietro le finestre per controllare cosa tu stia facendo e,se sei fortunato,parte anche qualche colpo di fucile.Ma le ruspe ed i tir no,sono mezzi talmente silenziosi che quasi sembrano essere eterei.Non hanno neanche i fari per illuminare la loro "retta" via nelle ore notturno,si orientano con le stelle,vero?Vi meritate questo ed altro ancora. Alessandro   Testa -  - 

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