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01/01/1970 :: 1:0:0



Caro Professore, lei mi sembra l'unico faro in questa classe docente beneventana! Parlo da docente di scuola secondaria di primo grado, insegnante di provincia, dove queste proteste non arrivano, ma soprattutto parlo da mamma di una alunna del liceo Guacci, che è una delle protagoniste del movimento studentesco. Il disagio che mia figlia manifesta è la mancanza di idee da parte dei suoi compagni per dare un senso a queste giornate, ma a me sembra che manchi una componente fondamentale di quella scuola, e cioè i docenti! Dove sono? Perchè non sono con loro e li aiutano a capire come ha fatto lei, che gira per i vari istituti? La fiducia dei propri alunni la si guadagna stando al loro fianco sempre, soprattutto in questi momenti. ANNA   ROMANO -  - 
Tutto il mondo della scuola pubblica, a prescindere dai nostri personali orientamenti politici (e questo non appaia in contraddizione con l’analisi ‘di parte’ che ho condotto), dovrebbe reclamare una riforma vera, che ha da essere prima di tutto un’ autoriforma. Ne va della dignità di tutti. E deve reclamare che tale riforma non sia oggetto di contesa politica, di scontro ideologico. Ci deve essere un accordo, durante la prossima campagna elettorale, per avviare una fase realmente ‘costituente’ della nuova scuola, un nuovo inizio condiviso. Non è possibile che ad ogni governo corrisponda una riforma (Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini) che passa sulle teste di chi la scuola la fa (docenti, studenti, personale Ata, dirigenti) e che il governo successiva disfa per ricominciare daccapo, sfibrando un corpo già malato. Io non amo la scuola per quello che è. Ma reputo che qualunque riforma che passi sulla dimensione biopsichica di chi la agisce sia destinata a fallire. Il cuore della sua lettera è nel passo che ho selezionato. In fondo tutti aspettiamo che siano gli altri a risolvere i nostri problemi. Aspettiamo le istituzioni e a ragione non ce ne fidiamo. Ciascuno dovrebbe fare qualcosa di più a partire da me stesso. Vivo la scuola come genitore ma mi piacerebbe partecipare ad un percorso che desse attuazione a quanto da Lei auspicato. Bisogna saper trovare equilibrio tra merito e uguaglianza,impegno dei professori e partecipazione dei genitori, conoscenze e coscienza ecc… Tutti contribuiamo a far andare il mondo come va. Se non ne siamo soddisfatti, tutti, con diverse gradazioni ne siamo un po’ responsabili. Non aspettiamo la prossima campagna elettorale! A voi docenti di buone volontà l’onere di guidare una rivoluzione dal basso. Buon lavoro! Cosimo Boffa Cosimo   Boffa -  - 
La scuola è uno dei pilastri della democrazia. Si vuole far apparire come una riforma una semplice ed improduttiva manovra economica finalizzata a "tagliare" la ricerca, l'istruzione, la cultura in generale. Dopo il tentativo sullo Statuto dei lavoratori, la privatizzazione sfrenata ed incontrollata ed altre nefandezze, si cerca di colpire la scuola per non far crescere culturalmente i nostri figli e privilegiare gli interessi delle scuole private. Sono continui attacchi alla Costituzione che Berlusconi & Co. stanno portando avanti per far indietreggiare la democrazia e la libertà conquistata dai nostri padri e dai nostri nonni. La difesa di queste conquiste importanti va incoraggiata e sostenuta e deve coinvolgere tutti, non solo il mondo della scuola. Mi compiaccio del contributo di solidarietà e di idee palesato dai professori Nicola Sguera e Teresa Simeone,mi auguro che altri facciano altrettanto. Salvatore   De Toma -  - 
ho 1 figlio ke sta protestando proprio nella tua scuola e sono orgogliosa di lui perké crede ancora in valori come il sapere e la cultura. sono vicina a questi ragazzi ke considero vittime inconsapevoli di 1 società dissennata.hai ragione -bisogna aiutarli . ciao da pina cardillo pina   cardillo -  - 
Come sempre, per chi ti conosce, l'analisi della situazione che stiamo vivendo è seria, colta e ricca di umanità, empatica sensibilità ed attenzione per tutti gli elementi che ne fondano la complessità! Sono assolutamente d'accordo con te ed anche se con modalità più dimesse stiamo cercando, con i nostri studenti, di continuare, rafforzandone lo spirito, un dialogo aperto che ne rispetti le legittime rivendicazioni. Grazie per aver dato voce a tanti di noi che, o per umiltà o per riservatezza o per timore di travalicare gli ambiti del dovere professionale, a volte sembrano stare in silenzio ma urlano di sdegno e di vergogna per lo stato in cui è ridotta la nostra bella democrazia e lo fanno nelle aule, attraverso l'esempio della propria integrità, del proprio senso etico e dell'amore che provano verso i ragazzi! Teresa   Simeone -  - 
Altri temi, quelli delle "okkupazioni" del passato ! Si passavano notti insonni nei sacchi a pelo a declamare le poesie di Baudelaire e di Esenin e a parlare della rivoluzione ! Oggi, invece......giorni di vacanza contro una riforma che pochi hanno letto, docenti inclusi. Cose ci resta, se non l'eterno, immarcescibile, inesorabile "antiberlusconismo" ? Che tristezza ! E' proprio il caso di dire....bonjour tristesse ! Rosario   Del Vecchio -  - 

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