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13/08/2014 :: 13:14:29

Petrolio nel Sannio: Questione datata, politica disattenta. Regione e Governo vanno avanti




Le reazioni a suon di comunicati stampa. Ricorsi, provvedimenti, sdegno bipartisan. La politica sannita sembra essersi svegliata dal lungo torpore e, come spesso accade, succede sempre quando la notizia viene sbattuta in prima pagina. Un problema preso, a dir poco, sottogamba. La 'perla' di Ferragosto della Regione Campania è solo l'ennesimo, silenzioso, passo in avanti dello spauracchio petrolio nel Sannio (e nell'Irpinia). Una vertenza lunga e datata che fu scoperta quasi per caso, oltre due anni fa, nel maggio 2012 da parte di un comitato (o comitatino per dirla alla Renzi), il 'No Luminosa' che, come si può ben comprendere dal nome, era attivo contro la costruzione della centrale a Turbogas nel territorio beneventano. Una questione totalmente sconosciuta, ignorata dalla stampa e dalla politica quando le carte furono portate all'attenzione dell'allora assessore provinciale all'ambiente, Gianluca Aceto. Il comitato venne a conoscenza di recenti concessioni di trivellazioni nel Sannio, regolarmente rilasciate dalla Regione Campania, mettendo in luce la presenza di due richieste da parte di diverse società al Ministero per lo sviluppo Economico per l'esplorazione per la ricerca petrolifera. Tre macroaree interessate, con la Palazzo S.Lucia che, a fari spenti, aveva già aperto la trattativa con le holding del petrolio. La Italmin Exploration srl (progetti 'Nusco' e 'S.Croce') mise gli occhi sul territorio sannita già nel luglio 2002 e nel novembre 2005 con due istanze presentate al Ministero. Più recente l'interessamento della Delta Energy ltd: la prima istanza al Ministero per 'Pietra Spaccata' risulta essere stata depositata nel febbraio 2011, un anno dopo l'interessamento al progetto 'Case Capozzi'. A testimoniarlo un documento datato 6 febbraio 2012 e pubblicato sul Burc regionale (numero 8) dove la Regione Campania dava avviso della procedura integrata Via-Vi per uno dei progetti in questione. Ma non solo: copia del progetto, dello studio di Impatto Ambientale integrato con la Relazione di incidenza e della relativa sintesi non tecnica risultavano già essere stati depositati presso gli uffici comunali interessati. Nello stesso BURC si invitavano tutti i soggetti interessati ai sensi dell’Art 24 comma 4 del D.Lgs 152/06 a presentare proprie osservazioni sull’opera in oggetto. Dopo la denuncia e l'annuncio di una conferenza stampa, ci fu anche un primo incontro in provincia di Benevento con l'allora presidente Cimitile che si disse “molto preoccupato per il contenuto della denuncia consegnatagli dal Comitato ‘No Luminosa’” e sottolineò che "della vicenda non risulta alcuna traccia presso il competente Settore della Provincia".

2012-2014, DUE ANNI SENZA RISULTATI POLITICI IMPORTANTI
La prima presa d'atto ufficiale risale al giugno 2012, quando si riunì la Prima Commissione Consiliare su iniziativa del vicepresiente del Consiglio Provinciale, Giuseppe Lamparelli: alzata la guardia sono arrivate le prime mosse ufficiali con la richiesta, da parte dell'assessore provinciale Gianluca Aceto, di accedere agli atti sulle concessioni per le esplorazioni di idrocarburi nel Sannio. Successivamente furono informati anche tutti i sindaci dei comuni sanniti. Le prime assemblee furono un flop, con pochissimi sindaci che si presentarono alla Rocca dei Rettori per fare fronte unico. Solo con il tempo gli amministratori cominciarono a prendere le prime posizioni, convocando consigli comunali aperti e presentando le relative delibere. Prime mosse nel Sannio, ma non a Napoli con la Regione Campania che non ha mai inviato i documenti richiesti alla Provincia di Benevento. Furono mesi di trattative e mobilitazione (nacque anche il comitato 'No Triv Sannio' che ha avuto, tra le altre cose, il grande merito di informare le popolazioni coinvolte dell'ipotesi petrolio nei loro comuni), ci furono le dichiarazioni ambigue di Caldoro proprio durante una delle sue rare sortite a Benevento (febbraio 2013), poi, due mesi dopo, la Provincia di Benevento (così come ricordato dalla nota stampa inviata dal commissario straordinario, Cimitile) il 16 aprile 2013, votò parere sfavorevole ad ogni tipo di ricerche petrolifere nel territorio sannita. Poi un lungo silenzio, con l'attenzione rivolta altrove. Pd, Pdl e Movimento 5 Stelle, dopo essersi inizialmente 'appassionati' alla problematica, non hanno affondato a dovere. Stessa cosa per le amministrazioni locali, mentre nella vicina Irpinia, la musica era diversa come segnalammo in un articolo scritto a gennaio 2014 (clicca qui ). La Delta Energy ha accettato di buon grado questa condizione, lavorando a fari spenti, la Regione Campania ai fianchi. Il resto è storia recente.

REGIONE AMBIGUA, MINISTRO DECISO
In attesa di ricorsi e posizioni ufficiali dei partiti che tardano a venire, a preoccupare ulteriormente è la posizione favorevole, neppure troppo velata, del Ministro Guidi annunciata lo scorso 7 aprile: "Non si può continuare a far finta di nulla sapendo che sotto i nostri piedi ci sono enormi potenzialità energetiche, giacimenti di gas e idrocarburi indispensabili a garantire energia allo sviluppo del Paese. L’avvio dello sfruttamento delle risorse petrolifere - affermò la Guidi - di cui gran parte del territorio è ricco ma che restano sottoutilizzate per non dire del tutto ignorate è una sfida da vincere per il Sud". Insomma, il Ministero potrebbe negare l'autorizzazione alla Delta Energy, ma dopo queste dichiarazioni aspettiamoci di tutto. E' bene ribadire che la responsabilità è solo ed esclusivamente politica: a Napoli, così come a Roma.
Gaetano Vessichelli

Ultima modifica 13/08/2014 alle ore 13:16

I politici sanno quando devono dormire e svegliarsi quando "SE MAGNA". tremendo   63 -  - 
I nostri politici sono eternamente sonnacchiosi. Se la stampa locale non avesse riportato la notizia dandone ampia diffusione nemmeno si sarebbero presi la briga di fare qualche comunicato stampa. Eppure รจ un argomento di portata storica per il Sannio. Anni e anni di lavoro per favorire in territoori come il Fortore l'agricuoltura, l'allevamento, la ristorazione, il turismo rurale e i miliardi di finanzimenti europei spesi in questa direzione potrebbero essere cancellati in un batti baleno dalla decisione di una commissione di tecnici regionali che probabilmente nel Sannio non ha mai pesso piede! Che dire poi di Caldoro e di tutti i suoi sodali? Evito di dire qualcosa altrimenti verrei censurato! Peppe   Lep -  - 

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