Dal Sannio Minniti attacca Salvini: "Su immigrazione serve umanita' "

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Marco Minniti a Telese Terme Marco Minniti a Telese Terme

La Festa de L’Unità si chiuderà domani mattina con l’intervento del governatore Vincenzo De Luca.

Ad aprire il pomeriggio del secondo giorno di Festa de L’Unità promossa dalla Federazione Provinciale del Partito Democratico di Benevento nel Parco delle Terme di Telese, il dibattito su Europa ed Enti Locali con Nicola Caputo eurodeputato del PD, Claudio Ricci presidente della Provincia, Giovanni De Lorenzo segretario del Circolo PD di Benevento, l’on Erminia Mazzoni, Domenico Tuccillo presidente regionale Anci e Federico Conte deputato di LeU.

Stamani, a calcare il palco era stato il segretario nazionale del PD, Maurizio Martina, che a tutto tondo aveva toccato temi caldissimi: dalla chiamata al Congresso alla proposta di scioglimento del Partito non senza stoccate al Governo gialloverde ed alle correnti interne al PD.

A chiudere la giornata il dibattito su “Sicurezza ed Immigrazione” con Marco Minniti ex ministro dell’Interno, Franco Roberti ex procuratore Nazionale Antimafia e assessore regionale alla Sicurezza ed Immigrazione, il prefetto Mario Morcone direttore del Consiglio Italiano Rifugiati.

Il primo a prendere la parola è un esponente del terzo settore sannita (Emanuele Calabrese) che dal palco ha lanciato una provocazione potente non solo al Governo ma anche ai presenti: “non pensate all’immigrazione come unico problema ma all’emigrazione dei tanti giovani dei territori interni. Aiutate i giovani”. Il riferimento alla desertificazione delle aree interne è pressoché fatto. Se vogliamo ragionare solamente in termini di natalità e morti il quadro del Sannio è sconfortante: i nati nel 2017 sono stati 2044(1031 maschi e 1013 femmine), mentre, al contrario, i morti si attestano a quota 3451 con un saldo naturale pari a -1407 persone. A conti fatti, è come se un comune come Fragneto L’Abate fosse praticamente scomparso. Sul piano delle partenze il dato è ancora più allarmante. È raddoppiato il numero di famiglie meridionali con tutti i componenti in cerca di occupazione. In otto anni (dal 2010 al 2018) si è passati da 362 mila a 600 mila (al Centro – Nord sono 470 mila). Anche il numero di famiglie senza alcun occupato è cresciuto tra il 2016 ed il 2017 del 2% all’anno. Preoccupante, invece, la contrazione della spesa pubblica corrente nel periodo 2008-2017, -7,1% nel Mezzogiorno, mentre è cresciuta dello 0,5% nel resto del Paese. Negli ultimi 16 anni hanno lasciato il Mezzogiorno 1 milione e 883 mila residenti: la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, il 16% dei quali si è trasferito all’estero. Quasi 800 mila non sono tornati. Al Sud, ancora oggi, i diritti di cittadinanza restano limitati sia in termini di vivibilità dell’ambiente locale, che di sicurezza, per i non adeguati standard di istruzione, di idoneità di servizi sanitari e di cura per la persona adulta e per l’infanzia. L’occupazione è in ripresa, ma è al contempo: debole e precaria. Restano stabili di dati dei contratti a tempo indeterminato (+0,2%), ma l’incremento dell’occupazione al Sud è dovuta quasi esclusivamente alla crescita dei contratti a termine (+61 mila, pari al +7,5%). A questo, vanno aggiunti i dati sulla disoccupazione che in Campania, è pari al 20.9% mentre quella giovanile tocca quota 54.7%. I disoccupati di lungo corso(coloro che da oltre un anno non lavorano), invece, sono il 65.7%. Dati altissimi, rispetto alla media europea. Peggio solo Grecia e Spagna. Domande e temi, che meritano risposte.

A parlare anche Franco Roberti che ha ricordato come: “Con Minniti ministro, la Procura Nazionale Antimafia ha avuto la sua massima espressione di lotta al traffico degli esseri umani. Avevamo anche pensato di depenalizzare il reato di immigrazione clandestina e stretto rapporti con Libia, Egitto e paesi dell’area balcanica utilizzando tutti gli strumenti legislativi a nostra disposizione”.

Gli fa eco Mario Morcone che parla di “situazione preoccupante” ed il riferimento è alla strada imboccata dal Governo a trazione leghista. Il prefetto Morcone scinde il discorso su due aspetti: uno internazionale ed uno nazionale. “A livello internazionale con Minniti, l’Italia era protagonista del dibattito sull’immigrazione mentre oggi litighiamo con Macron, la Spagna e rompiamo con il Lussemburgo. La solidarietà non si ottiene con la politica muscolare”. Sul secondo aspetto, dunque interno ai confini, dice: “alcune circolari stanno ridisegnando una nuova politica dove ‘coesione sociale’ e ‘integrazione’ sono brutte parole, oltre alla diminuzione dei servizi”. Una strada imboccata, questa, che secondo Mocrone – a tratti – “vìola i principi costituzionali”.

La cancellazione di parole come integrazione e coesione sociale dal vocabolario politico, la lotta senza quartiere al migrante come unico nemico e responsabile dei mali che affliggono il Paese, oltre alla spirale di odio che avanza ha già portato gravi condanne. Una è stata quella di Michelle Bachelet, Alto Commissario Onu per i Diritti Umani che nelle scorse settimane aveva dichiarato: “Abbiamo intenzione di inviare personale in Italia per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e Rom".

È stata poi la volta dell’ex ministro Marco Minniti che è subito andato al nocciolo della questione: “Non c’è reato più aberrante di quello del traffico di esseri umani. Trafficanti e terroristi – ha proseguito – non hanno considerazione del valore della vita umana”.

Minniti ha poi continuato a parlare del tema immigrazione che per l’ex ministro: “è un business per i trafficanti, ma per noi si tratta di un grande fenomeno epocale. L’Europa sta bene se l’Africa sta bene e sta male se l’Africa sta male: non si possono erigere muri o mettere il filo spinato nel Mediterraneo centrale”.

Cosa possono fare le democrazie su questo aspetto? Per Minniti è semplice: “Non possiamo promettere non arriverà più nessuno, ma governare questo fenomeno ed è quello che abbiamo fatto noi senza dimenticarci dell’umanità e della sicurezza”. Minniti prima di fornire qualche numero sul lavoro svolto ha poi precisato: “il mio compito era quello di spezzare il nesso tra emergenza ed immigrazione e l’immigrazione non pùò essere affrontata con carattere emergenziale. Davanti a me avevo due strade: quella di dire Europa deve fare di più e non sarebbe cambiato nulla e quella di andare in Africa e affrontare, insieme, il problema delle partenze. Questo è stato un passaggio fondamentale perchè ora le Nazioni Unite operano da Tripoli e non da Tunisi anche se la Libia non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra, perché è possibile selezionare direttamente chi ha diritto allo Stato di Protezione Internazionale, perchè abbiamo costruito centri ad hoc per ospitarli”. Ultimo punto, che gli sono costati critiche pesanti soprattuto a ‘sinistra’ e dallo stesso Orfini, dopo l'inchiesta della Cnn sulle torture e le condizioni al limite. Accordo, quello con la Libia che però Minnitibha sempre difeso.

Minniti ha poi sottolineato come: “L’Italia ha organizzato il primo corridoio umanitario perché chi scappa dalle guerre non deve essere portato in Italia ed Europa dai trafficanti ma dalle democrazie”.

Prima di chiudere ha poi attaccato il Governo(anche sul blocco del Piano Periferie) che definisce “nazionalpopulista” e reo “di aver messo in piedi una strategia della tensione comunicativa, perché non esisteva nessuna emergenza migranti”. Pesanti le critiche al suo successore al Viminale sul caso della nave Diciotti: “Su quella nave c’erano militari ed è compito della Guardia Costeria salvare vite. In mare nove giorni per una trattativa con l’Europa ma una democraziona non può fare diplomazia trattenendo ostaggi”.

“Con noi – ha concluso – riallocati 11.600 migranti il 400% in più dell’anno precedente e rimpatri aumentati del 20% senza chiudere i porti. Salvini, sui 600mila rimpatri annunciati ha detto che ci sarebbero voluti 80anni. Gli stessi del rateo dei soldi che la Lega ha sottratto agli italiani”. Il loro tipo di politica (il riferimento è sempre al Governo) ha poi chiuso: “ha portato solitudine perché siamo soli in Europa e soli nel Mediterraneo chiuso un solo accordo con il gruppo di Visegrad ed ovvero Polonia, Repubblica Ceca ed Ungheria che riceverà sanzioni”.

Su chi in Italia c’è e delinque, Minniti, cita l’accordo chiuso a Castelvoturno, elogia De Luca che: “è un governatore di grande polso e se ha scelto Roberti come assessore significa che fa sul serio”. 

Michele Palmieri.



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