De Gregorio alza il tiro: 'Volevamo sabotare il Governo Prodi. A Mastella promessa di essere premier di transizione'

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Sergio De GregorioSergio De Gregorio

'Operazione Libertà' ci fu, parola di Sergio De Gregorio. Sentito come teste al processo in corso a Napoli per la compravendita dei senatori che vede imputati per corruzione l'ex premier Silvio Berlusconi e l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola, l'ex senatore Idv ha confermato l'esistenza di un piano congegnato da Berlusconi, che si sarebbe avvalso dell'intermediazione di Lavitola per far cadere il governo Prodi ribaltandone la fragile maggioranza. Un piano che prese il via con il suo 'acquisto': De Gregorio infatti ha affermato nel corso dell'inchiesta, e ribadito in aula, di essere passato in Forza Italia in cambio di tre milioni di euro, di cui due in nero tramite Lavitola e uno iscritto nel bilancio di Forza Italia come finanziamento al movimento dell'ex senatore Idv 'Italiani nel Mondo'.

Rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e del sostituto Fabrizio Vanorio, De Gregorio ha spiegato i vari passaggi di una carriera politica che da Forza Italia lo ha visto passare nella Nuova Dc, poi in Idv, poi di nuovo in Forza Italia, dichiarando "di avere sempre gravitato nell'area di Forza Italia" e di essersi candidato altrove per i veti che ha subìto.

Eletto al Senato il 9 aprile 2006 nelle fila del partito di Di Pietro, De Gregorio ha detto di essere stato ricevuto a Palazzo Grazioli appena 12 giorni dopo le elezioni. "Berlusconi mi chiese di tornare a casa, si rammaricò del fatto che proprio i miei voti gli avevano fatto perdere le elezioni. Gli raccontai le angherie subite in Forza Italia (il veto di Antonio Martusciello alle regionali 2005, ndr) e il mio disagio economico, debiti a mai finire nei confronti di terzi conosciuti nell'attività politica e imprenditoriale che si mettevano a disposizione ma mi chiedevano percentuali usuraie. Berlusconi mi disse: 'Sappi che io sto qui e devi darmi una mano per ribaltare la maggioranza in Senato'. Io risposi 'Sono onorato della proposta ma imbarazzato, non posso fare scompiglio subito, creiamo le condizioni politiche, se si creano ci farò un pensiero'". "Capii - ha aggiunto - che Berlusconi era disponibile, che poteva risolvere i miei problemi finanziari che non gli esposi nel dettaglio".

De Gregorio divenne poi presidente della commissione Difesa coi voti dell'opposizione. "Dal settembre 2006 - ha spiegato - votai sempre contro Prodi ma con posizioni dialettiche nei suoi confronti. Facendo così capire a Berlusconi che ero autonomo, che non ci eravamo ancora sposati, perché era in discussione il finanziamento al mio movimento politico, c'era una opposizione al finanziamento e io volevo ricordare che il mio voto non era scontato".

"Con il presidente Silvio Berlusconi avevamo deciso di adottare una strategia di guerriglia urbana: l'obiettivo era devastare la maggioranza dell'Unione che sosteneva il governo di Romano Prodi". De Gregorio, che ha confessato di aver ricevuto soldi da Berlusconi per passare dallo schieramento del centrosinistra, dove era stato eletto, a quello del centrodestra, ha gia' patteggiato la pena a 18 mesi di reclusione. "Un senatore usurato è un senatore ricattabile, io ero sotto usura ma non potevo fare niente per modificare questa situazione".

Nell'ambito della 'Operazione Libertà', Sergio De Gregorio avrebbe proposto a Clemente Mastella di diventare premier di un governo di transizione per il dopo Prodi. Una proposta prima concordata con Berlusconi. De Gregorio riuscì “a far parlare tra loro Mastella e Berlusconi - dice l’ex senatore -, erano anni che non si parlavano. Organizzai un pranzo con Mastella e un capocentro della Cia il quale disse al ministro della Giustizia che gli interessi degli Stati Uniti non erano tutelati da questa coalizione, da un governo che non voleva il completamento delle basi militari in Italia". "Operazione Libertà era una guerra senza esclusione di colpi - aggiunge De Gregorio -, Berlusconi aveva fiducia nelle mie capacità di sabotatore del governo".

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