Eolico. Altrabenevento: "Stop della Regione nelle aree protette"

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Pale eolichePale eoliche

Altrabenevento annuncia lo stop all'eolico nelle aree protette, la Regione Campania si è infatti adeguata all'obbligo ministeriale.

Sul BURC del 31 ottobre è stato pubblicato il decreto della Regione Campania che stabilisce le "misure di conservazione dei SIC per la designazione delle zone speciali di conservazione". Si tratta di "misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario" elencati negli allegati della Direttiva Habitat che risale al lontano 1992.

“La Regione Campania – dice in una nota Altrabenevento – ha ottemperato in extremis all'obbligo imposto dal Ministero dell'Ambiente di approvare gli obiettivi e le misure di conservazione entro il 31/10/2016, pena l'esercizio del potere sostitutivo straordinario dello Stato. Ciò perchè la Commissione Europea nell'ottobre 2015 ha aperto una procedura di infrazione per la mancata designazione da parte della Regione delle Zone Speciali di Conservazione e per la mancata definizione delle misure di conservazione. Tra le misure di conservazione a carattere generale - cioè valide per tutti i siti di interesse comunitario - indicate dalla Regione Campania è previsto espressamente che :«in tutto il territorio dei SIC la produzione di energia elettrica con turbina eolica a pala rotante è consentita esclusivamente con impianti inferiori a 20 kW» e cioè il cosiddetto microeolico”.

Secondo Sandra Sandrucci e Vincenzo Fioretti, dunque “ciò comporta che tutti gli impianti di produzione eolica già autorizzati dalla Regione Campania che prevedono l'installazione di pali eolici nei vari siti SIC della provincia di Benevento (da Circello a Morcone, San Lupo, Pontelandolfo, Santa Croce del Sannio, all'Alta Valle del Fiume Tammaro, da Castelpagano a Castelfranco in Miscano, a Foiano di Val Fortore,a Castelvetere Val Fortore) non possono più essere realizzati perchè esclusi dalle prescrizioni europee,nazionali e regionali, che la Regione Campania ha applicato con colpevole ritardo. Le specie e gli habitat protetti devono essere infatti oggetto di salvaguardia di livello significativamente superiore allo scopo di ottenere una efficace valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali, che purtroppo le autorizzazioni a pioggia rilasciate negli anni scorsi dalla Regione hanno sempre negato, nonostante i ricorsi,le diffide e le denunce alla Commissione europea delle associazioni ambientaliste e dei Comitati locali. Rappresentanti del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna questa estate hanno finanche effettuato un digiuno di una settimana al fine di scongiurare l'avvio dei lavori nei Comuni di Circello, Santa Croce del Sannio, Morcone, San Lupo, Pontelandolfo ove è prevista la costruzione di diversi impianti nelle aree SIC di quei Comuni".

Ed aggiungono. "Anche per le terre gravate dagli usi civici è previsto l'aggiornamento dei regolamenti che devono tenere conto degli «obiettivi di conservazione di specie e/o habitat per cui il sito è stato designato e sottoposti a procedura di valutazione di incidenza.In caso di inadempienza o qualora l'aggiornamento non sia ritenuto sufficiente per gli obiettivi di conservazione,la Regione applica i poteri sostitutivi». La Regione ha dovuto pertanto allinearsi al regime di tutela stabilito dalla Commissione Europea fin dal 1992 adottando, se pur con notevole ritardo, il provvedimento che scongiura gli interventi devastanti sui territori delle aree interne della Campania”.



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