Estorsioni a Benevento: il gip di Napoli trasforma in arresti i fermi emessi dalla DDA

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Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha trasformato in arresti i fermi emessi, tra il 7 e l’8 luglio, e poi il 18 luglio, dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti degli indagati per estorsione a Benevento. Le ordinanze di custodia cautelare sono state notificate oggi dal Comando Provinciale dei Carabinieri.

Confermati, quindi, gli arresti domiciliari per Corrado Sparandeo, 23 anni. mentre rimangono in carcere, Silvio Sparandeo, 44 anni e Luigi Sparandeo, 42 anni, nonché Corrado Sparandeo di 52 anni, fermato per ultimo il 18 luglio a S. Felice Circeo e associato allla Casa circondariale di Latina. Saverio Sparandeo, 47 anni, invece, resta nella Casa di lavoro di Modena “Saliceto San Giuliano”.

Sugli indagati, tranne che per Corrado Sparandeo di 52 anni, c’era già stata una prima decisione del gip di Benevento Sergio Pezza. Questi, pur non convalidando i fermi, aveva applicato la custodia cautelare sulla base dei gravi indizi, dichiarando poi la propria incompetenza territoriale. Da qui l'attuale pronunciamento del giudice napoletano per la convalida. Pezza, inoltre, aveva già disposto la scarcerazione con obbligo di dimora per l'imprenditore Antonio Mottola di 38 anni, pure inizialmente fermato.

Per gli inquirenti, le persone coinvolte costituiscono un clan malavitoso e hanno chiesto, con minacce, a più imprenditori di consegnare ingenti somme di danaro per un ammontare di circa 50.000 euro. La DDA parla esplicitamente di "attività estorsiva compiuta da esponenti di un’organizzazione di tipo camorristico operante sul territorio beneventano, nel periodo aprile - giugno 2009, ai danni di imprenditori impegnati in lavori edili per la realizzazione di un complesso residenziale".

Su uno degli episodi estorsivi, per gli inquirenti, avvenuto nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'Asl, dov'era ricoverato all'epoca dei fatti Saverio Sparandeo, è in corso un'inchiesta interna anche per sollecitazione dell'associazione dei familiari dei pazienti "La Rete Sociale". Per la DDA, infatti, "Saverio Sparendeo ha fatto condurre nel reparto una delle vittime formulandogli, in modo chiaro, una richiesta estorsiva per una somma oscillante tra i 3 e i 5 mila euro per ogni appartamento in costruzione".



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