Expo, Confagricoltura Benevento all'incontro Geni Italiani

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C‘è una “via italiana” che può superare la questione “Ogm” così come l’abbiamo vissuta finora. E’ quanto è emerso dal convegno “Geni Italiani”, organizzato da Confagricoltura all’auditorium di Palazzo Italia, all’Expo 2015 di Milano. Un confronto sul moderno miglioramento a cui hanno partecipato i professori Harald Von Witzke, dell’Università di Berlino, e Michele Morgante, dell’Università di Udine, e il ricercatore Roberto Defez – IBBR CNR Napoli.

Nel corso dell’incontro è stato evidenziato che ovunque, nel mondo, la ricerca e l’innovazione genetica in agricoltura sono viste come una soluzione alle sfide globali del pianeta, piuttosto che come un problema. Solo in Europa, ed in Italia, si registrano forti resistenze. Ma dove gli Ogm sono utilizzati, aumentano i vantaggi per il settore e per la collettività.

A nome di Confagricoltura Benevento, ha partecipato all’incontro il vice presidente provinciale Antonio Casazza, assieme al presidente regionale, Michele Pannullo e al professore di Genetica Agraria della facoltà di Agraria della Università Federico II di Napoli, Luigi Frusciante. Casazza ha dichiarato quanto segue: “Siamo a favore della innovazione e della ricerca continua in agricoltura da un punto di vista tecnologico e biotecnologico. Detto questo – ha continuato - non ha senso importare Ogm per i nostri allevamenti e non poterli coltivare in Italia. Insomma, consentiamo l’importazione, ma non la produzione nel nostro territorio. Bisogna cambiare passo – ha concluso Casazza.

Confagricoltura ricorda che sono ormai 181 milioni gli ettari a transgenico nel mondo. Con un aumento di 100 volte in meno di 20 anni. E quello che più conta è che in concomitanza con l’incremento delle superfici è diminuito l’utilizzo di agrofarmaci del 37%, sono aumentate le rese del 22% ed il profitto degli agricoltori è cresciuto del 66%. In Europa, invece, la coltivazione di Ogm è stata frenata dai “bandi” imposti dai vari governi, che però non ne hanno mai proibito l’utilizzo a fini mangimistici e alimentari (a patto di etichettare adeguatamente i prodotti) e la produzione è praticamente confinata alla sola Spagna.

“Ma il vero paradosso italiano – ha detto il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi – da noi sempre denunciato, è che mentre si vieta la coltivazione ai nostri imprenditori, si importa moltissima materia prima transgenica, che viene in larga parte utilizzata per produrre le nostre eccellenze agroalimentari”.

Secondo una stima del Centro Studi di Confagricoltura ormai il valore della soia e del mais importati in Italia assomma ad oltre 8 milioni di tonnellate, oltre 20mila ogni giorno, festivi inclusi, per un controvalore di oltre 2 miliardi di euro.



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