Fatebenefratelli, I sindacati tuonano sul rinnovo dei contratti

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Ospedale FatebenefratelliOspedale Fatebenefratelli

Continuano le polemiche tra sindacati ed Azienda per il rinnovo contrattuale dei lavoratori del Fatebenefratelli.

Cgil, Cisl e Uil, in merito alla questione dei rinnovi contrattuali della vicenda Fatebenefratelli, dichiarano di sentirsi  “in dovere, ancora una volta, di intervenire nella vicenda del mancato pagamento dei rinnovi contrattuali ai lavoratori del Fatebenefratelli di Benevento. Perché è questo il tema oggetto del dibattito tra azienda e sindacati, quantunque l’azienda volesse in maniera spocchiosa spostare l’ attenzione su altre vie che non riguardano l’ utilizzo dei soldi pubblici, effettuato troppo spesso a scapito di chi lavora e a vantaggio di chi vuole gestire privilegi. Vogliamo ricordare all’ azienda che non erano 20 i lavoratori presenti in assemblea, ma molti di più”.

“Non è in base al numero dei giustificativi presentati in direzione che bisogna fare delle statistiche dando numeri a caso – continuano - ma è solo partecipando che si può comprendere lo stato dei fatti, e anche la rabbia delle persone, dei lavoratori, tanti, che pur non essendo di turno hanno voluto essere presenti in assemblea per rivendicare la restituzione del maltolto. Senza contare poi gli altri lavoratori che non hanno potuto essere presenti poiché in ferie. Ed è sempre in questi periodi di riposo e di assenze che si approfitta, puntando sulla distrazione, la destituzione della figura della controparte e, infine l’ imposizione di scelte unilaterali. Sono dei copioni già abbastanza noti anche a Benevento”.

“Pertanto possiamo dimostrare all’Amministrazione – precisano - che numericamente siamo molti di più di quanto vogliano far credere e che, soprattutto, siamo delle persone, prima di essere dei numeri. E ci fa specie come un’azienda che cura i malati abbia al vertice qualcuno che consideri le persone come dei numeri, e non come degli esseri umani che, quotidianamente al fianco di altri esseri umani, prestano nel migliore dei modi la loro professionalità con dedizione e umiltà, nonostante la scarsa considerazione che di essi ha chi, approfittando di posizioni di privilegio, decide se e in che misura avallare l’ adempimento dei diritti dei lavoratori muovendo del pubblico denaro dei contribuenti”.

“Il riconoscimento degli arretrati contrattuali – ribadiscono i sindacati – non è una ‘concessione di grazia’, ma un diritto legato al sistema democratico regolato da un insieme di regole, ivi comprese quelle assegnano ai lavoratori le spettanze legate al proprio lavoro. Ed è per questo motivo che la ‘marchionnizzazione’ del Fatebenefratelli non passerà. E, tra l’altro, non si può nemmeno particolarizzare la situazione di Benevento parlando di essa come ‘la cenerentola della contrattazione aziendale’, perché facciamo notare che la stessa contrattazione a Napoli ha visto la Cgil nazionale dare mandato alla segreteria aziendale locale, di ritirare la propria firma su un accordo capestro che rischiava di avallare il sistema medievale che stiamo denunciando”.

“Per questo motivo – concludono Cgil, Cisl e Uil - dal momento che l’ interlocutore ci sembra antico di alcuni secoli, chiediamo di ragionare, nel 2015, degli arretrati contrattuali fermi al 2007, e di intenderli come un’ anticipazione delle somme che si discuteranno al tavolo di contrattazione nazionale, seguendo la regolare prassi prevista dalle norme contrattuali. Perché quando si tratta di riconoscere denaro ai lavoratori le prassi cominciano a trasalire nei secoli, quando invece si parla delle somme accreditate (non concesse per grazia) da parte della Regione, allora parliamo di decine di milioni di euro (circa 50 solo a Benevento). Somme impensabili nel medioevo”. 



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