Fiaccolata per la pace a Moiano, poi l'annuncio di mons. Battaglia: "Apriremo Casa della Pace"

15:15:40 4895 stampa questo articolo
Marcia Pace diocesi CerretoMarcia Pace diocesi Cerreto

Ieri sera a Moiano, la fiaccolata diocesana per la Pace, poi l’annuncio del vescovo Battaglia: “Apriremo una Casa della Pace, una casa della convivialità e della valorizzazione delle differenze, una casa per educare alla pace, alla legalità e alla giustizia sociale”.

Sono state oltre mille, tra adulti, giovani e bambini, le persone che, ieri sera a Moiano, hanno partecipato alla Fiaccolata diocesana per la pace, voluta fortemente dal vescovo della diocesi di Cerreto Sannita - Telese e Sant'Agata de'Goti don Mimmo Battaglia. Una partecipazione massiccia della comunità diocesana che ha aderito all’appello per la pace del suo vescovo. La marcia, con in testa Natalina a portare la croce, il cui silenzio era dolcemente spezzato da musiche e preghiere, partivadalla chiesa di San Sebastiano per poi arrivare alla chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo. All’ingresso una “Mostra della Pace” con disegni, foto e pensieri, allestita dai bambini del catechismo di Moiano e di Luzzano, accoglieva il lungo corteo.

"Ognuno di voi è la parola più bella detta da Dio”, ha esordito il vescovo Mimmo. “La scelta di organizzare questo momento per la pace il 27 gennaio, Giornata della Memoria, non è stata casuale, ma è stata scelta affinchè non dobbiamo mai dimenticare quanto accaduto. Però, mentre ancora continuiamo a commuoverci per quella deportazione di tanti anni fa, non dimentichiamo che anche oggi, anche ai nostri oggi, c’è una nuova deportazione, c’è tanta gente che sta soffrendo, vittima innocente. E noi che ci diciamo cristiani non possiamo mai voltarci dall’altra parte o far finta di non sapere e di non sentire! Ancora oggi c’è una nuova deportazione, non voltiamoci mai dall’altra parte. Non possiamo rimanere in silenzio! Apriamo il cuore, accogliamo, non respingiamo. Con loro costruiamo percorsi di pace, di verità e di giustizia. Beati gli operatori di pace, ci dice Gesù, perché saranno chiamati figli di Dio. Non abbiamo paura di sporcarci le mani! Il tema che papa Francesco ha sceltoper la 50esima Giornata Mondiale della Pace 2017 è quello la nonviolenza. Ma quella nonviolenza che è attiva, quella nonviolenza che diventa anche politica. Cristo è stato il primo nonviolento. Ed è questo lo stile che noi, come cristiani, siamo chiamati a realizzare”.

Poi un inaspettato e sorprendente, quanto importantee costruttivo, annuncio. “I gesti devono sempre venire prima delle parole. E allora, nell’ascoltarvi, nell’incontrarvi, nel camminare insieme e nel vivere questa giornata della pace, ho pensato di realizzareun sogno. Poiché con la prima domenica di Quaresima inizierà la Missione Giovani in tutte le parrocchie della Diocesi,in un nostro paese noiapriremola Casa della Pace, una casa aperta a tutti, una casa della convivialità delle differenze. Sarà un luogo dove ci si incontraper educarsi, studiare e vivere la spiritualità della pace attraverso l’educazione alla legalità e alla giustizia sociale. Ma anche, soprattutto, facendo controinformazione. Perché il nostro pensiero non sia né manovrato, né allineato mai e perché i nostri diritti, i diritti di tutti, non vengano mai negati, né calpestati. C’è bisogno di tutti voi per realizzare questo sogno concreto della Casa della Pace”.

Prima delle riflessioni del vescovo, una parte introduttiva di video, testimonianze e il concetto di pace espresso da bambini, ragazzi, giovani, disabili, ammalati, anziani è stata curata dall’Azione Cattolica, dal gruppo “Preghiera e Solidarietà” e dai collaboratori parrocchiali della parrocchia di Moiano, che si sono occupati anche dell’accoglienza lungo il percorso, offrendo the caldo ai partecipanti, e presso la struttura “Nuove Opere Parrocchiali” dove prima della fiaccolata s’è tenuto il terzo incontro per i giovani intitolato "P come Provare", terza tappa del "Cammino Giovani 2016-2017. Tu sei l'umanità di Dio....", dedicato ad ascoltare sogni, attese, speranze e proposte dei giovani, in vista della Missione. Una Missione che dovrà essere, appunto, espressione di incontro e di ascolto per rendere i giovanisempre più protagonisti di questa nostra chiesa. Molte sono state le sollecitazioni e gli entusiasmi che hanno consegnato. E sarà proprio da queste che il sogno della Missione prenderà il via. Da queste e da un gesto finale, che ha invitato a fare don Mimmo, un abbraccio collettivo tra tutti i presenti “con semplicità e in silenzio”,che aveva come intenso sfondo meditativo la preghiera di don Tonino Bello “Dammi, Signore, un’ala di riserva”. Nel buio delle difficoltà, delle fatiche e degli ostacoli si può ricominciare sempre dalla luce di un abbraccio. Perché la vita, prima che i pensieri e le parole, prima che le idee e i progetti, la cambiano principalmente gli incontri autentici, i legami di vita buona. Si riparte da qui.



Articolo di Chiesa / Commenti