Forum dei Giovani Montesarchio. Richiesta di Consiglio Comunale sull'emergenza ambientale

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Montesarchio. Discarica Tre PontiMontesarchio. Discarica Tre Ponti

Il Forum dei Giovani di Montesarchio ha inoltrato al sindaco Franco Damiano ed al presidente del Consiglio Comunale, Giuseppina Crisci, una richiesta di convocazione di Consiglio Comunale, in seduta aperta e straordinaria, con all'ordine del giorno la tutela della seduta dei cittadini e la salvaguardia ambientale del territorio. L'istanza, avanzata tramite le pagine del volantino informativo "ORA - il nostro tempo è adesso" e ribadita nell'incontro tra il primo cittadino ed il Consiglio Direttivo del Forum tenutosi il 25 aprile scorso, è motivata dalle informazioni, dai dati e dalle notizie riportate in quattro documenti che sono stati allegati alla richiesta. La relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Campania redatta dall'apposita Commissione Parlamentare d'inchiesta. Documento nel quale Montesarchio compare 12 volte. Di particolare importanza l'audizione del prefetto Corrado Catenacci del 23 marzo 2011, nella quale l'ex Commissario di Governo all'emergenza rifiuti afferma di aver reperito, presso la discarica di Tre Ponti, rifiuti ospedalieri provenienti dall'Ospedale Monaldi e dall'ospedale oncologico Pascale di Napoli. L'analisi di rischio della discarica situata in località Tora-Badia che evidenzia l'alta percentuale di metalli pesanti (arsenico, piombo, nichel, ferro e manganese) nelle acque sotterranee dello sversatoio. Ecomafia 2013: il rapporto annuale stilato da Legambiente che denuncia il pericolo di smaltimento di rifiuti tossici nelle cave e nelle buche, realizzate inizialmente per uso edilizio, site a sud della provincia di Benevento. Territorio, quello sannita, entrato nella top ten delle province nelle quali vengono commessi più reati relativi allo smaltimento dei rifiuti. L'audizione resa dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare sul ciclo rifiuti del 07/10/1997, recentemente desecretata. Nelle sue dichiarazioni il pentito del clan dei casalesi fa riferimento più volte alla provincia di Benevento arrivando ad indicare il boss Domenico Pagnozzi, originario di San Martino Valle Caudina, come suo capozona gestore degli affari per conto del clan.



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