FP CGIL: "Nella lettera di commiato ad operatori e sindacati l'ex direttore del 118 usa solo parole di circostanza"

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I lavoratori del 118 in protesta davanti la Prefettura (foto di archivio)I lavoratori del 118 in protesta davanti la Prefettura (foto di archivio)

Gionata Fatichenti invia una lettera di commiato agli operatori del servizio 118 di Benevento, di cui è stato direttore, ed ai sindacati. La FP CGIL accusa però che le sue sono solo parole di circostanza.

In una lettera di commiato indirizzata ai lavoratori del servizio 118 di Benevento, il direttore uscente del servizio, nonché dirigente della Misericordia, Gionata Fatichenti, ringrazia il personale (infermieri e autisti soccorritori) per “…aver abbracciato ogni sfida, superato le disillusioni, sostenuto le più intime rinunce, combattuto l’egoismo e l aridità, perseverato, motivati dal proposito di fiducia, nel duro e costante lavoro…”, e ancora “..le Organizzazioni Sindacali per il grande valore del loro supporto e l’ aiuto ad inquadrare le ragioni di una gestione difficile…”.

Rispondendo, per il sindacato, alla lettera di Fatichenti, Taddeo Pompeo della FP CGIL BN Sanità privata, dichiara che sia comprensibile il tono di una nota di addio, ma "In questo caso assume però  il valore di un mero saluto formale, considerata la mole di parole così distanti dalla realtà cui lo stesso Fatichenti ha abituato i lavoratori e i sindacati. A lui mi preme ricordare come il Servizio 118 di Benevento sia “solido ed efficace” solo grazie al senso di consapevolezza e dedizione professionale dei lavoratori, i quali, diversamente dai gestori che hanno carattere passeggero, rimangono sul posto, fermi a salvaguardare e presidiare il loro lavoro con passione, dedizione e molta, moltissima pazienza, aspettando di essere liberati dal “peso” di turno".

"A Fatichenti - aggiunge Taddeo - va ricordato quante volte il sindacato ha chiesto di incontrarlo, per intavolare un rapporto di dialogo costante e proficuo per i lavoratori, richieste inevase dalla prima all’ ultima, poiché il direttore sapeva bene che incontrare il sindacato significava andare in contro alle necessità, ai bisogni, alle esigenze, e soprattutto ai diritti dei lavoratori. E infatti, in totale assenza di confronto, è stata necessaria la pronuncia del Giudice del Lavoro, che ha riconosciuto gli arretrati contrattuali ai lavoratori ricorrenti, per un ammontare di circa 250 euro mensili andati perduti in busta paga a causa del mancato adeguamento salariale, innumerevoli volte richiesto dai sindacati".

"Va da sé - conclude infine Taddeo - che la gestione diventa difficile, se dalla parte di chi amministra vi è quella presunzione di autosufficienza che non solo non ascolta i lavoratori, ridotti sì alla disillusione, ma li tiene sotto scacco laddove essi cercano di far sentire più alta la loro voce, così come accaduto quando dei nostri rappresentanti aziendali sono stati collocati in turnazioni su postazioni di oltre 50 KM dalla loro abitazione. Così le intime rinunce non sono state volutamente sostenute dai lavoratori, ma scientemente imposte dall’ alto, combattendo l’ egoismo e l’ aridità di chi, con pazienza, confida in un atto liberatorio, come questo, in cui un Signore venuto da lontano, con un compenso mensile di circa 5 mila euro, evitando il confronto con chi ne prende mille, se ne torna a casa senza aver mai dato neppure la possibilità a quest’ ultimo di dire la propria, mettendolo a tacere in vari modi. Tante ancora sarebbero le cose da dire, ma è preferibile concludere qui questa serie di riflessioni sull’ attività di chi oggi va via, augurandogli di poter scrivere la stessa nota ai futuri lavoratori che incontrerà sul suo cammino, con maggiore consapevolezza e, soprattutto, sulla base di  fatti veritieri ed effettivamente accaduti".

 



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