Francesco Ciniglio: il batterista che sogna l’America

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20 anni, tanta determinazione, desiderio di “non adagiarsi mai” e un grande sogno. Queste sono le prime cose da dire su Francesco Ciniglio, giovane batterista jazz, napoletano di nascita e beneventano di adozione, che ha già al suo attivo importanti esperienze artistiche e frequenta il Corso Sperimentale, Triennio di JAZZ presso il Conservatorio “Nicola Sala” della nostra città.

Il primo approccio alla musica è avvenuto per Francesco all’età di 5 anni, quando il padre chitarrista gli compra una chitarra, speranzoso che suo figlio diventi il suo "successore". “Io della chitarra proprio non ne volevo sapere”, ci racconta il giovane musicista, “ma non smettevo mai di percuotere tutto ciò che c'era in casa: dalle pareti dei muri, alle pentole e alle mie gambe ovviamente (che da seduto, con le mani, erano le mie migliori amiche)”. Fu proprio da quel momento che si cominciò a parlare di lezioni di batteria, unica soluzione per un bimbo “malato-percussivo”, che a 6 anni cominciò a frequentare questa "seconda scuola" con quello che sarà il suo primo e unico maestro Sergio Di Natale, figura importante per Francesco sia a livello musicale che a livello umano. Le lezioni continuarono fino al 2007, quando Di Natale conclude il loro ultimo incontro con la frase “Davvero non so più cosa insegnarti”, prima che Francesco, dopo il diploma presso l'Istituto linguistico Don Lorenzo Milani di Napoli, decida di iscriversi al Triennio di jazz presso il Conservatorio di Benevento.

Fra i modelli e i musicisti di riferimento di Ciniglio ci sono di sicuro “tutti quelli che mi faceva ascoltare mio padre da piccolo: Pat Metheny, Bill Evans, Michael Brecker, John Patitucci”, ma intrapreso il proprio percorso musicale il giovane batterista ha cominciato a costruire il suo linguaggio ascoltando musicisti come Brian Blade, Bill Stewart, Antonio Sanchez, Kevin Hays, Aaron Goldberg, John Scofield, David Binney, Scott Colley e molti altri.

Ha gli occhi che brillano, Francesco, quando gli chiedo quale sia stata la sua maggiore soddisfazione artistica fino ad ora, e già sembra proiettato nel nuovo continente quando mi spiega che “l’esperienza che mi ha reso più felice è stata quella delle Berklee Clinics at Umbria Jazz nel Luglio di quest’anno, a Perugia”. Si trattava di seminari, svolti dagli insegnanti del Berklee College di Boston (USA), i quali alla fine delle due settimane di corso assegnavano circa 15 borse di studio per studiare nel loro College in America, ai musicisti più talentuosi tra i 300 iscritti. “Io sono riuscito ad ottenere la borsa più alta”, ci racconta Francesco. “Inoltre Giovanni Tommaso, direttore dei corsi, grande contrabbassista esponente del Jazz italiano, organizza ogni anno un Award Group, scegliendo 5 musicisti tra i partecipanti, permettendo loro di suonare ad Umbria Jazz Winter 2009/2010 ad Orvieto” e il batterista scelto è stato proprio lui, Francesco Ciniglio.

La borsa di studio ricevuta ai seminari Berklee Clinics at Umbria Jazz, che permetterebbe al giovane batterista di avere delle facilitazioni economiche per studiare a Boston o in generale negli USA, ha fatto nascere in lui una voglia incontrollata di partire per gli States, e vedere cosa succede lì musicalmente. Prima tappa, New York, approfittando della fortuna di avere uno zio nella Grande Mela. Un viaggio di 20 giorni di perlustrazione, potremmo dire, per Francesco, spinto dal desiderio di informarsi il più possibile sulle prestigiose scuole dell’isola di Manhattan. Cominciano i giri per le segreterie della New School, del City College e della Manhattan School, dove Francesco incontra due musicisti conosciuti ai seminari a Perugia, con i quali registra una demo in trio, che poi spedisce agli uffici d’ammissione delle suddette scuole per tentare di realizzare il suo sogno. “Studiare a New York”, ci racconta il batterista, “sarebbe per me inizialmente più facile avendo l’appoggio di mio zio, per questo ho deciso di provare prima a queste scuole, e mettere la possibilità datami dalla Berklee di studiare a Boston, momentaneamente da parte”. Ma ciò che affascina Francesco più di ogni cosa, è senza dubbio il livello “stratosferico” della musica jazz della Big Apple, la concezione musicale matura e consapevole che caratterizza anche i giovanissimi interpreti e la percezione di aver imparato tantissimo, respirando l’aria di un modo di concepire la musica che sicuramente mostra notevoli differenze rispetto a quello italiano.

“Per questo motivo, una volta finiti quei 20 giorni, dopo essere tornato a Napoli”, ci dice Francesco, “da quando apro gli occhi la mattina non faccio che pensare alle possibilità che potrei avere lì, e che allo stesso tempo non potrei avere qui. Forse una sconfitta in America è più formativa di una vittoria qui in Italia”.

Aspetta, allora, Francesco. Aspetta che i Maestri dei Colleges con cui si è messo in contatto ascoltino la sua demo (“registrata alla Manhattan School of Music con ansia e paura di non riuscire”) e decidano di accettarlo per una Live Audition al College a marzo.

L’America è dunque il sogno di Francesco Ciniglio, ma certo le soddisfazioni italiane per lui non sono mancate. Nei primi mesi del 2009, il M° Renato Gaudiello, insegnante di armonia del Conservatorio Nicola Sala propone al sassofonista Vincenzo Saetta (studente dello stesso Conservatorio) di organizzare un gruppo con gli studenti interni per partecipare alla sezione Jazz del Premio Nazionale delle Arti tra i Conservatori italiani. Gli studenti da lui scelti sono: Nicola Corso (contrabbasso), Gianluca Grasso (pianoforte) e Francesco Ciniglio (batteria), e sarà proprio questa formazione, dopo tre fasi di selezione, ad aggiudicarsi il Primo Premio al prestigioso Concorso Nazionale di Messina.

Soddisfazioni passate e sogni futuri, dunque, per Francesco Ciniglio, che però oltre alla musica coltiva varie altre passioni. “Amo le lingue straniere: parlarle, ascoltarle ed interagire con abitanti di altri luoghi del mondo diversi dal mio. Inoltre pratico nuoto da circa 9 anni, sono una persona sportiva”.

E infine… progetti, obiettivi? “Vorrei diventare un musicista professionista, riuscire a vivere della mia musica e essere felice. Come tutti i musicisti ventenni di questo monto, a parte i geni ovviamente, sto cominciando a costruire il mio linguaggio, a ricercarlo, a seguirlo: per ora ci sono solo valanghe di idee sospese e disordinate (incentivate del 60% dopo quei soli 20 giorni a NY) e il mio obiettivo primario è quello di metterle tutte in ordine”. L’ultima cosa che Francesco dice prima di salutarci? “Vorrei che un giorno qualcuno ascoltando un pezzo alla radio dicesse: Ah, questo è Francesco Ciniglio alla batteria”. E noi, ovviamente, glielo auguriamo!

Link: www.myspace.com/francescociniglio

Carlotta Nobile



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