Frondisti democratici contro Vendola: 'Alle primarie solo programmi compatibili'. C'è anche Mario Pepe

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C'è anche il parlamentare sannita Mario Pepe nella "fronda" dei trenta democratici che, nella giornata di ieri, ha presentato al segretario Pierluigi Bersani un documento di modifica alle regole delle primarie, cambiamento che di fatto impedirebbe al presidente della Regione Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, di presentare la sua candidatura: "Essendo primarie di coalizione - si legge nel documento - riteniamo che i partecipanti delle altre forze politiche debbano presentare un programma compatibile e integrabile con il nostro. Iniziative come quella referendaria abrogativa per leggi che possono essere sicuramente migliorate, ma la cui abrogazione recherebbe nocumento al paese, non sono di certo compatibili". In sostanza Pepe e co. criticano a Vendola la decisione di sostenere (con Italia dei Valori e altri partiti di sinistra extraparlamentare) una raccolta firme per cancellare la riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori introdotta pochi mesi fa da Monti ma sopratutto, la cancellazione della norma che consente di stipulare contratti aziendali con deroghe a leggi e contratti nazionali: "Non possiamo permetterci - hanno scritto i firmatari Pd - l'immagine di una coalizione che nel muovere i primi passi, si presenti rissosa e conflittuale. Questi comportamenti hanno danneggiato precedenti governi di centrosinistra e offuscato la nostra immagine. La nascita del Partito Democratico è stata letta come la volontà di garantire agli elettori una coalizione non più contro qualcuno ma per un progetto condiviso di Italia credibile e affidabile. A te, come segretario del PD, la responsabilità di non disperdere tutto questo". Bersani ha ricevuto il documento dei frondisti ma ha già fatto intendere di non voler accettare la proposta. Ancora nessun commento ufficiale da parte di Vendola che, proprio in queste ore, deciderà se candidarsi o meno alle primarie di centrosinistra al di là del documento presentato all'interno del Pd. Oltre a Pepe, i firmatari del documento sono: Benedetto Adragna, Gianluca Benamati, Luigi Bobba, Daniele Bosone, Gianpiero Bocci, Daniela Cardinale, Mauro Ceruti, Carlo Chiurazzi, Lucio D'Ubaldo, Enrico Farinone, Donatella Ferranti, Anna Rita Fioroni, Giuseppe Fioroni, Giampaolo Fogliardi, Maria Pia Garavaglia, Francantonio Genovese, Paolo Giaretta, Tommaso Ginoble, Gero Grassi, Nino Papania, Luciana Pedoto, Flavio Pertoldi, Simonetta Rubinato, Antonio Rusconi, Giovanni Sanga, Rodolfo Viola.



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