Guardia di Finanza, sequestrati beni per 1 milione di euro ad ex parroco di Limatola

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Il Tribunale di Benevento Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta dellla Procura della Repubblica ha ordinato il sequestro, poi eseguito dalla Guardia di Finanza di Benevento, di beni del valore di oltre un milione di euro.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza dopo le indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Benevento ha eseguito un decreto di sequestro – emesso dal Tribunale di Benevento Sezione Misure di Prevenzione – nei confronti di un sacerdote già parroco della parrocchia di San Biagio di Limatola “perché – scrive la Procura – ritenuto soggetto abitualmente dedito a delinquere ed a vivere, almeno in parte, dei proventi delle proprie attività illecite.”

Il sacerdote in questione Don Giuseppe Giuliano era stato oggetto di attenzione non solo investigativa da parte della Procura fin dal mese di aprile 2014 allorquando nei suoi confronti furono eseguite perquisizioni che avevano permesso, al termine delle indagini, di contestargli diverse “attività delittuose, anche di carattere estorsivo, realizzate con l’ausilio di soggetti pregiudicati, nonché un’intensa attività di prestiti di denaro con elevati tassi di interesse”. Ma anche a fine 2013 quando fu il programma di Italia Uno, "Le Iene" con Giulio Golia ad interessarsi del caso.



Le attività investigative avevano consentito di raccogliere anche la testimonianza di alcuni cittadini extracomunitari che abitavano presso i locali della parrocchia di San Biagio di Limatola senza regolare contratto di affitto, i quali, avevano dovuto sottostare alle pretese del parroco ed alle sue ritorsioni, a seguito del ritardo nel pagamento dei canoni di fitto, consistenti nel distacco dell’energia elettrica, addirittura in un caso la notte di Capodanno del 2013, lasciando la famiglia “morosa” senza fornitura elettrica per qualche giorno.



A margine dell’attività d’indagine, le Fiamme Gialle hanno proceduto anche all’analisi del patrimonio del sacerdote, accertando una notevole sproporzione fra i modesti redditi dichiarati ed i beni posseduti dal proposto “circa 13 autovetture di cui 7 auto d’epoca, collocate in parte nei locali della canonica Parrocchiale, un immobile di pregio a Cimitile (NA) e numerosi rapporti bancari”.



Pertanto, essendo stato accertato un valore di beni sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, la Procura ha proceduto a richiedere al Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione – il sequestro del patrimonio illecito del sacerdote, ammontante ad un valore complessivo stimato di circa 1 milione di euro.



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