I lavoratori al Fatebenefratelli proclamano lo stato di agitazione

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L’Ospedale Fatebenefratelli Sacro Cuore di GesùL’Ospedale Fatebenefratelli Sacro Cuore di Gesù

Si è tenuta questa mattina, presso l'Ospedale Fatebenefratelli, l’assemblea del personale indetta da CGIL- FP, CISL-FP, UIL –FPL. Scopo dell’incontro, spiegare ai lavoratori quale strategia abbia messo in campo l’Azienda su tutto il territorio nazionale, in tema di arretrati e rinnovo contrattuale, e perché le tre sigle confederali abbiano rifiutato l’accordo proposto. Proclamato lo stato di agitazione.

Personale in assemblea stamani, al Fatebenefratelli. Le tre sigle confederali unitariamente hanno respinto la proposta messa in campo dall’Azienda in merito ad arretrati e rinnovo contrattuale. “I lavoratori – si legge nella nota - hanno condiviso la posizione assunta dai sindacalisti, non condividendo la proposta dell’Azienda e invitando l’Azienda a ricollocare la trattativa nel giusto alveo, che è quello nazionale, per discutere dei suddetti temi”.

“I lavoratori – scrivono i sindacati - sono privi del rinnovo contrattuale dal 2007, dopo anni di lunghe attese e di assenza di confronto e contrattazione, l’Azienda, bypassando il tavolo nazionale deputato a trattare il rinnovo contrattuale ed i conseguenti arretrati, convoca nelle diverse sedi presenti sul territorio nazionale i rappresentanti sindacali aziendali, e in stile Marchionne, pretende di contrattare temi nazionali a livello di singola unità produttiva”.

“Si prova a dividere l’unità sindacale – ribadiscono le associazioni di categoria - peraltro usando toni minacciosi nei confronti dei sindacalisti, i quali non fanno altro che rivendicare corrette relazioni sindacali e il pagamento completo e certo del dovuto. E' bene ricordare" - rimarcano infatti i sindacati - "che si tratta di soldi pubblici e non di denari gentilmente messi nel piatto dal Fatebenefratelli”.

“La scorrettezza – puntualizzano CGIL FP, CISL FP, UIL FP – è aver provato a prendere per la gola i lavoratori facendo loro intravedere la possibilità di percepire degli arretrati, come fosse una gentile concessione, peraltro proponendo una tantum e quindi forfetizzando il dovuto, con una messa a regime del presunto dovuto dal 01.01.2018. Cosa ancor più grave, il pagamento viene subordinato alla disponibilità economica dell’Azienda, che viene definita “in crisi” nello stesso accordo, in quanto soggetta a tagli consistenti delle rimesse regionali, e dunque presumibilmente non in grado di garantire il pagamento della suddetta una tantum. Altro passaggio subdolo e scorretto è il riferimento, che il Fatebenefratelli fa, alla Sentenza della Corte Costituzionale, relativa al blocco dei contratti nel pubblico impiego. Nulla ha a che fare quel pronunciamento con il contratto e il dovuto dei dipendenti del Fatebenefratelli”.

“L’assemblea – concludono – ha deciso di proclamare lo stato di agitazione dei dipendenti e di chiedere, unitamente alle segreterie provinciali e regionali un incontro con la Regione Campania, affinché si chiarisca se i 40 milioni, di soldi pubblici, pagati dalla Regione al Fatebenefratelli di Benevento, nei mesi scorsi, comprendano o meno gli arretrati contrattuali, dal momento che l’Azienda nulla ha pagato ai lavoratori, trattenendo tutto per sé, sostenendo che in quel monte di denari, non sarebbero inclusi guarda caso, proprio i soldi per chi quotidianamente garantisce assistenza e professionalità per poco più di mille euro al mese”.



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