Il Ministero De Girolamo e le nomine dei sanniti: Alla SIN arriva Antonio Tozzi e piovono attacchi

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Nunzia De GirolamoNunzia De Girolamo

NOSTRO SERVIZIO - Un commercialista sannita a capo della SIN srl, la società istituita il 29 novembre 2005, ai sensi della legge n. 231/2005, con il compito di gestire e sviluppare il Sistema Informativo Agricolo Nazionale, quale sistema di servizi complesso ed interdisciplinare a supporto delle competenze istituzionali del comparto agricolo, agroalimentare, forestale e della pesca.
Sarebbe lui, Antonio Tozzi, amico di vecchia data di Nunzia De Girolamo, già a capo della sua segreteria, all'origine della polemica sugli incarichi esterni affidati dal Ministero delle Politiche agricole. La SIN - come chiarito da poche righe sul sito ufficiale del Mipaaf - è partecipata al 51 % dall' AGEA, Agenzia per le Erogazioni in agricoltura, e al 49 % dai soci privati (Agriconsulting S.p.A., Agrifuturo , Almaviva S.p.A., Auselda AED Group, Cooprogetti, IBM Italia S.p.A., Telespazio (a seguito di fusione per incorporazione di ISAF srl, Sofiter S.p.A.) scelti a seguito dell'apposita procedura di gara prevista dalla legge istitutiva; nella sua qualità di organismo di diritto pubblico, coniuga la propria mission, finalizzata all'erogazione di servizi sempre più efficienti a favore della pubblica amministrazione, centrale e locale, delle imprese e dei cittadini con le capacità industriali di ricerca, innovazione e sviluppo, oltre che commerciali, messe a disposizione dal partner privato.
La nomina di Tozzi, insieme ad altre che hanno premiato alcuni sanniti, avrebbero provocato la reazione ufficiale della commissione Agricoltura di Montecitorio che, pur approvando qualche settimana fa la relazione sul bilancio del ministero delle Politiche agricole e forestali, ha richiamato "l'esigenza di un forte impegno anche da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, degli enti e delle società controllate, attraverso la valorizzazione delle risorse interne e il contenimento degli incarichi e delle consulenze a soggetti esterni all'amministrazione". Più decisi nell'attacco, gli alleati del Pd che continuano a chiedere chiarimenti sulle nomine dei campani: "Basta con la moltiplicazione degli incarichi negli enti e nelle società vigilate dal ministero dell'Agricoltura", hanno chiesto i capigruppo democratici nelle commissioni agricoltura di Camera e Senato, rispettivamente Oliverio e Ruta, ricordando che "La situazione economica e finanziaria non consente sprechi anzi dovrebbe portare il ministro ad una ferrea applicazione della spending review".
Ancor più particolareggiato, l'intervento sul tema e sull'arrivo di Tozzi di Dario Stefano, senatore di Sel e componente della Commissione Agricoltura: "La nomina del nuovo direttore della SIN SpA non è il segnale che ci attendevamo e che, più in generale, si aspettava il mondo agricolo. Nominare al vertice di un organismo così complesso e delicato il responsabile della segreteria del Ministro dell’Agricoltura non è scelta di responsabilità. Il mondo agricolo attendeva la nuova nomina – prosegue - quale prima risposta per la soluzione dei gravi problemi dell’organismo pagatore AGEA e che tanta parte hanno anche nell'affaticamento dei processi di spesa delle risorse comunitarie in quelle Regioni che non hanno organismo pagatore proprio. Naturalmente non è un giudizio sulla persona -  ha sottolineato Stefano dalle pagine di Italia Oggi - ma sarebbe stato più ragionevole indirizzare la scelta sulla traccia della provata competenza e professionalità nel settore, per accompagnare la società, in questa fase complicata, sul cammino della riorganizzazione, attraverso l'eliminazione delle inefficienze e dei costi eccessivi che si sono manifestati nella gestione della struttura. Un significativo cambio di marcia, insomma, che portasse alla rivisitazione del modello organizzativo per renderlo più efficiente, meglio rispondente e funzionale alle attività proprie di AGEA. Valuterò le opportune iniziative in sede parlamentare  - ha concluso Stefano - poiché la scelta non è in linea con il cambiamento auspicato".

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