Il Partito Democratico in festa a Telese. Richetti: "Siamo ad opposizione di una maggioranza pericolosa" | Live

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Richetti a TeleseRichetti a Telese

La Convention democratica, ospite della prima giornata l’on Richetti. 

Ha preso il via questo pomeriggio nel Parco delle Terme di Telese, la Festa de L’Unità della Federazione Provinciale del Partito Democratico di Benevento. A dare il via i lavori, il segretario del locale Circolo Democratico Gianni Moriello che si è appellato ai tanti circoli ed esponenti di partito presenti per “creare un coordinamento di territorio, non possiamo andare alla rinfusa”. 

Presente per i saluti anche il sindaco di Telese Terme, Pasquale Carofano che ha ricordato: “siamo un grande popolo, che il 4 marzo ha subito un grave stop. Dobbiamo però svegliarci, rimboccarci le maniche per riconquistare il popolo, non il potere”. Carofano ha aggiunto: “il governo fino ad oggi ha fatto ben poco. Ieri l’Anci ha abbandonato ogni trattativa con il governo dopo la cancellazione dei fondi per il Piano Periferie”.

Carmine Valentino segretario provinciale del PD ha chiosato: “noi non ci rassegniamo, siamo ancora qui a creare momenti di dibattito con coloro che sono più prossimi verso i bisogni delle nostre comunità, con coloro che troppo spesso sono stati lasciati soli rispetto alle problematiche”.

“Attraversiamo un momento difficile – ha aggiunto – con attacchi violenti, non solo verbali (il ricordo è per Rocco Corvaglia consigliere di Cerreto Sannita vittima di un attacco nella notte, ndr) spingendosi ben oltre la normalità. Noi siamo qui per costruire il futuro, non vogliamo azzerarci: vogliamo costruire insieme senza sottrarci dalla discussione su temi importanti. Siamo qui per metterci in discussione, senza protagonismi e senza eccessi mossi dalla passione per la politica. Oggi, dobbiamo fare tesoro degli errori e migliorare programmazione e progetti non basta creare opposizione ma alternativa vera”.

Tanti, i personaggi presenti da Mino Mortaruolo consigliere regionale, Umberto Del Basso De Caro deputato PD, all’ex presidente Carmine Nardone, al sindaco di Airola Michele Napoletano, di Montesarchio Franco Damiano oltre vicesegretario Giovanni Cacciano, al presidente di Confindustria Filippo Liverani.

A concludere la prima parte, Assunta Tartaglione, segretario regionale PD: “Non ci rialzeremo parlando degli svarioni di Di Maio o della subalternità di Conte, servono nuove idee e serve tornare ad essere credibili. Non so se il PD rischia l’estinzione, siamo per l’accoglienza ma dobbiamo anche accogliere le paure dei nostri cittadini. Siamo impegnati in una analisi seria, che ci permetta di individuare quelle priorità che non abbiamo saputo riconoscere. Servono nuove idee, serve una linea condivisa serve tornare ad essere credibili, serve allora unità perché se litighiamo su tutto, anche per un invito a cena, non saremo mai credibili”.

La seconda parte del pomeriggio, si è aperta con l’intervista all’on. Matteo Richetti. Diversi i punti toccati e qualche polemica su De Luca(sarà ospite domenica) non l’ha risparmiata: “si può ordinare una discussione logica e politicamente fondata? Io non voglio attaccare il quartier generale. Sappiate però, che qui c’è un gruppo dirigente pronto, deciso, che non cambia idea ogni minuto, c’è, ed allora iniziamo a costruire il Partito da gruppi come questi, senza inventarsi nulla e senza mortificare chi ogni giorno fa politica”.

Sul governo gialloverde, rintuzza: “questo è un governo che sta voltando le spalle ai territori che lo hanno votato. Questo è un patto di governo che può andare avanti. Si tratta di un accordo di potere vero che passa da Rai ai Servizi Segreti. Stanno facendo una vera operazione di potere, feroce, con presidi della Casaleggio nei Ministeri e con la consapevolezza che se Di Maio fallisce c’è un Movimento che lo rottamerebbe subito con i Di Battista o i Fico e quindi ha un interesse personale a non mollare Salvini. Chi ne fa le spese? Il Paese, la solidarietà ed i valori”.

Sull’operato del PD: “Il Paese con il PD ha affrontato una importante fase di riforme e cambiamenti, ma quello che non ha convinto è stato il nostro atteggiamento. spesso gli addebiti erano più sul piano personale (mancata rottamazione, riferimento a Renzi, ndr) che su quello delle riforme o dei risultati”.

Ultimo passaggio sul Congresso e dunque una possibile candidatura alla segreteria del Partito le cui elezioni dovrebbero tenersi a gennaio. Richetti risponde in modo sincero, prendendo le distanze dalla posizione espressa da Orfini(la rifondazione). Inoltre, Richetti, non vuol sentir parlare di stasi e di lontananza dalla base: “stiamo aggregando”, ha detto, “Probbailmente da un lato c’è chi sta sui territori e dall’altro chi invece sta su Facebook”.

Sulla candidatura dice: “sono in già in campo – ha concluso – sono preparato dal punto di vista delle proposte ma c’è bisogno che qualcuno convochi il Congresso. Io ho già messo i parastinchi, ma se non c’è la partita, con i parastinchi posso solo andarci a dormire”.

È ora in corso il dibattito sul Sud con Teresa Bellanova, Antonella Pepe  Carmine Nardone e Filippo Liverini. “Non siamo qui per fare il congresso del partito democratico - ha esordito la Bellanova - negli ultimi 4 anni è possibile che si sia sbagliato, tanto o poco, ma il disastro del quale tanto si parla non è stato perpetrato negli ultimi 4 anni. Il nostro è un paese che spesso perde la memoria”.

“La crisi del 2008 - ha aggiunto - in Italia si è sommata a temi che era già stati messi in evidenza a partire dagli anni 2000: declino industriale e delocalizzazioni. Se vogliamo aiutare questo paese sarà bene tenere a mente la complessità. C’è da indagare sulle nostre responsabilità, un carico di aspettative che non siamo stati in grado di soddisfare. Non credo che avessimo tutte gli strumenti per poterle soddisfare. Nel 2014 abbiamo preso in carico un paese in ginocchio. Abbiamo investito su politiche che hanno bisogno di tempo per produrre degli effetti e di questo ne sono convinta”.

“L’italia - ha concluso - riparte se riparte il mezzogiorno. Quando abbiamo lavorato sui patti per il sud l’idea era questa, la scelta di investire 9 miliardi per il sud. Spero che non si torni indietro da quegli strumenti. La lega e i 5 stelle hanno vinto ed ora hanno la responsabilità di governare il paese. Il nostro paese per troppo tempo ha subito un patto. Al nord investimenti sul tessuto produttivo, al sud pensioni e assistenzialismo. Un patto che viene riproposto oggi, al nord sviluppo al sud reddito di cittadinanza. Io dico no grazie”.

Michele Palmieri.



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