Il Sannio si stringe attorno a Parigi. Flash mob a Benevento e tricolore a Castelvenere
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Il municipio di Castelvenere si illumina con i colori della bandiera francese, nel capoluogo i sindacati scendono in piazza per dimostrare solidarietà dopo gli attentati di Parigi. Il Sannio si mobilita contro il terrore e lancia un messaggio di speranza.
Gli attentati di Parigi ad opera di otto terroristi in sei punti diversi lungo città della Senna ha sconvolto il mondo intero e richiamato la solidarietà di milioni di persone che non solo in Francia, sono scese in strada per poggiare un fiore, una candela, un messaggio di cordoglio.
Anche il Sannio non è rimasto insensibile a questi sconvolgimenti. Ieri i sindacati – Cgil, Cisl e Uil – sono scesi in piazza a Benevento per un flash mob di solidarietà nei confronti del popolo francese. Il tutto si è svolto sulle note di Imagine, canzone simbolo della pace scritta da John Lennon, le mani che si stringono, il cerchio che si forma, al centro la bandiera della pace su cui è posizionata una rosa.
A Castelvenere il sindaco Alessandro Di Santo ha illuminato il Comune con il tricolore francese, mente in paese spuntano dei manifesti con su scritto Pray for Paris.
“Ci sentiamo vicini al popolo francese e lo facciamo ponendo la bandiera a mezz’asta e illuminando la casa Comunale con i colori della bandiera transalpina” dichiara il primo cittadino. Mentre l’assessore alla Cultura, Romualdo Garofano dice, “ in questo momento bisogna raccogliersi in silenzio e riflettere su quanto accaduto. Ci vorrebbero confinare in uno stato di terrore ma non bisogna più avere paura, bisogna prendere invece coscienza che la nostra società deve ripartire dal concetto di umano. Rifondando la società sul valore di umanità, possiamo rialzarci e vincere. Insieme ed uniti ci rialziamo e resistiamo”.
Tutti sono rimasti sconvolti dai fatti di venerdì sera, dove centro di Parigi si è trasformato in un campo di battaglia. Colpi ed esplosioni, assalti, corpi in strada e sangue ovunque. Questo lo scenario drammatico che ha vissuto la città che ha dato vita alla Rivoluzione moderna ed alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, che sancì la fine dell’Ancien Règime e della monarchia assoluta. L’assolutismo e la radicalità dell’islam professato dall’IS di Al Baghdadi cozza profondamente con le libertà europee e gli stili di vita occidentali. Ed è proprio l’occidente il bersaglio, in questa infinita fatta di destabilizzazioni, potere, petrolio e traffici di armi ma anche di vite, perché è anche così l’Islamic State si finanzia. Un monte di profitti, di guadagni, di interessi enormi che hanno visto molte volte le democrazie europee comportarsi in maniera ambigua sul problema del terrorismo.
Un clima intriso di terrore e di silenzio, rotto solo dalle sirene e dalle urla dai passi veloci di chi scappava. 129 i morti, 350 i feriti. Tra le vittime anche Valeria Solesin, 28enne veneziana, una dei tanti cervelli in fuga che dopo la laurea aveva scelto di proseguire il suo percorso alla Sorbona e che si trovava all’interno del Bataclan, il teatro dove si stava esibendo la rock band Eagles of Death Metal. La risposta della Francia non si è fatta attendere e ieri ha bombardato Raqqa, in Siria, capitale dello Stato Islamico, mentre continuano i blitz e le retate e l’Italia innalza il livello di sicurezza. Ma non solo il Bataclan, anche lo Stade de France, i ristoranti, sono stati presi di mira: il modello culturale europeo tutto.
Guai però a generalizzare ed incanalare la paura in un vortice di odio è razzismo che potrebbe essere un punto di non ritorno. Bisogna “restare umani”, bisogna guardare negli occhi l’altro è tendere la mano comunque, così come ci hanno insegnato nei giorni scorsi proprio i frances che colpiti al cuore non hanno mai pensato di cedere il passo alla chiusura di uno stato multietnico da sempre.
Michele Palmieri