Inchiesta Gosaf. Piccoli respinge le accuse e chiede la scarcerazione

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E' durato più di un'ora l'interrogatorio di Vincenzo Piccoli, l'80enne proprietario della Gosaf spa, finito agli arresti domiciliari con l'accusa di peculato. Ieri l'imprenditore è stato ascoltato dal gip Palmieri, al Tribunale di Benevento e, difeso dai suoi legali D'Auria e Abbate, ha respinto tutte le accuse sostenendo di non essersi mai appropriato di somme di denaro in modo irregolare. Ora la parola passerà al Tribunale del Riesame di Napoli visto che i legali di Piccoli hanno chiesto la scarcerazione dai domiciliari per il loro assistito.
Il provvedimento nei confronti del numero uno della società di riscossione che ha sede nel Sannio, è scattato lo scorso venerdì, eseguito dalle Fiamme Gialle di Caserta: Piccoli, residente a S.Agata de'Goti, è indagato per peculato: in precedenza i finanzieri avevano sequestrato preventivamente alla Gosaf, somme di denaro e beni per oltre un milione di euro, emessi dal locale Ufficio del giudice per le indagini preliminari. Le indagini condotte dai finanzieri casertani sono proseguite considerato anche che la Gosaf effettua il servizio di riscossione per oltre 50 comuni italiani (molti di questi nel beneventano) tra Campania, Lazio, Molise, Basilicata e Calabria.
Una vicenda che entrò nel vivo già nello scorso luglio, quando le Fiamme Gialle eseguirono un sequestro preventivo di circa 800mila euro nei confronti della Gosaf e dei suoi amministratori accusati di essersi appropriati indebitamente di una consistente parte delle somme riscosse per conto di alcuni comuni della provincia di Caserta (Arienzo, Francolise, Pietravairano e San Marcellino), per i quali la società svolgeva il servizio di riscossione dei tributi locali relativi alla Tarsu ed alla Tia, non versandole, come previsto dalla normativa regionale di settore, alla Provincia. Secondo gli inquirenti, le operazioni di riversamento all'Ente titolare delle somme incassate, erano utilizzate con conti correnti diversi da quelli serventi alla riscossione dei tributi citati. In questo modo l'amministratore ed il procuratore societario, secondo l'accusa, avevano potuto utilizzare le somme in maniera impropria versandole successivamente su conti correnti svincolati da qualsiasi controllo dei Comuni.

"Dai controlli è emerso che la società di riscossione, nella persona di Piccoli, in qualità di tesoriere del Comune di Paolisi (Benevento), aveva disposto, dal conto corrente comunale su cui aveva delega ad operare, l'emissione di assegni circolari e di bonifici, per complessivi 1.053.414,01 euro, a favore della stessa Gosaf, senza alcuna giustificazione o causale, utilizzando un mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti nell'ambito del "decreto sblocca debiti" (dl 35/2013) - per un'anticipazione di liquidità per il pagamento di debiti verso terzi. Peraltro, sul relativo ordinativo di incasso, veniva impropriamente indicata la destinazione "libera" di tali fondi che, in realtà, hanno una natura vincolata e dovevano servire al Comune per pagare i debiti certi, liquidi ed esigibili maturati fino al 31 dicembre 2012. In tale maniera, è stato possibile sottrarli alle casse dell'Ente per essere indebitamente accreditati sul conto corrente della società di riscossione e destinati ad altre finalità. Tra le varie operazioni rilevate sul conto corrente di tesoreria del comune sannita, l'emissione di assegni circolari, sempre a favore della Gosaf, per un importo complessivo pari a 207.200 euro, che, solo grazie all'immediato intervento dei finanzieri, venivano prontamente annullate mediante il sequestro dei titoli. Tenuto conto che le condotte appropriative sono reiterate e sono state poste in essere da parte di Piccoli mediante la società di riscossione e che, attraverso quest'ultima, l'indagato continuava ad avere la disponibilità di ingenti somme di denaro per conto di vari enti pubblici, il gip di Benevento ne ha disposto l'arresto ed ha ordinato il contestuale sequestro preventivo di tutti i beni aziendali, mobili ed immobili, materiali ed immateriali organizzati per l'esercizio dell'impresa e delle quote societarie, nonché del profitto del reato di peculato ai danni del Comune di Paolisi pari ad 1.053.414,01 euro. Per non pregiudicare ulteriormente la prosecuzione dell'attività aziendale, è stato nominato un amministratore giudiziario".



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