Infiltrazioni malavitose. Sarti (M5S): 'Evitare casi come Benevento'. Secca smentita del sindaco Pepe

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Fausto PepeFausto Pepe

"Una gravissima accusa senza fondamento che sottolinea l'impreparazione sul tema della deputata in questione, evidentemente disinformata dai suoi referenti locali". Ribatte a mezzo stampa, il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, alle dichiarazioni rilasciate ieri sera ad "Otto e Mezzo" su La7, dalla parlamentare del Movimento 5 Stelle, Giulia Sarti. La polemica è nata dopo che la grillina, discutendo in trasmissione sull'interdizione dai pubblici uffici e sulle infiltrazioni malavitose nei Comuni, ha risposto così ad una domanda della conduttrice Lilli Gruber: "Bisogna applicare la norma nella forma più forte anche per evitare casi come quello di Benevento". La Sarti, che lo scorso 2 aprile presentò un'interrogazione a risposta orale alla Camera dei Deputati sul caso Benevento, è stata smentita dal sindaco Pepe: "Mi corre l'obbligo - ha puntualizzato il primo cittadino - di fornire precisa puntuale smentita alle parole di Giulia Sarti del Movimento 5 Stelle che, nel corso della trasmissione e senza alcun contraddittorio specifico, ha inusitatamente asserito che il sottoscritto ed in generale vertici di governo del Comune di Benevento sarebbero interessati da inchieste o processi relativi a delitti di camorra e voto di scambio con clan malavitosi. Mi stupisce non poco - ha aggiunto Pepe - che la parlamentare millanti notizie più dettagliate addirittura della DDA di Napoli e del diretto interessato che non risulta nemmeno indagato per i reati di cui alle sue dichiarazioni. Una gravissima accusa senza alcun fondamento che sottolinea non solo l’impreparazione sul tema della deputata in questione evidentemente disinformata dai suoi referenti locali. Particolarmente preoccupante, anche l’involuzione di un certo modo di fare politica in Italia. Al di là della gogna mediatica a cui la deputata ha voluto esporre immotivatamente me, il mio territorio ed i cittadini di Benevento tutti, segnalo anche la pericolosa aggressione condotta ai danni delle istituzioni locali, le ultime a far leva sul consenso popolare diretto. Tanto era dovuto per diritto di replica - ha chiosato Pepe -, mentre sul piano delle responsabilità civili e penali, pur avendo già contattato i miei legali per le dovute azioni giudiziarie, sono pronto a non proceder ove mai la diretta interessata vorrà pubblicamente riconoscere il proprio errore realizzato nell’esercizio del supremo mandato parlamentare: può succedere anche ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle”.

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