Interrogazione di Orlando (TèL): ‘Si lavori per un bilancio partecipativo’

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Passare dalle enunciazioni di principio ai fatti. E' questo uno dei motivi che hanno spinto Nazzareno Orlando, consigliere comunale di TéL, a presentare una nuova interrogazione che è anche una proposta operativa. “Se davvero si desidera attivare percorsi di condivisione, se si intende lasciare una traccia a livello politico-amministrativo, quale opportunità migliore di quella di andare verso il nuovo bilancio con uno spirito più aperto e partecipativo ? In tale ottica – ha commentato Orlando - nasce l'idea di poter caratterizzare l'attuale esperienza amministrativa con la redazione di un documento orientato a principi diversi da quelli adottati sinora e sempre stigmatizzati e contrastati dall'opposizione. I patti si fanno con il territorio e i percorsi si costruiscono con i cittadini. Se poi s’intende "abbandonare prima" – ha chiosato Orlando - il discorso cambia radicalmente e diverse saranno le valutazioni”.
Nel testo dell’interrogazione indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale di Benevento e all’assessore alle finanze, il consigliere di TèL ha chiesto “se non sia opportuno in termini politici ed amministrativi, di operare per una costruzione più trasparente e condivisa, dunque di sperimentare concretamente quello che viene definito Bilancio partecipativo.
Secondo Giovanni Allegretti, uno dei maggiori esperti in materia, il bilancio partecipativo è un "processo decisionale che consiste in un'apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell'assunzione di decisioni sugli obiettivi e sulla distribuzione degli investimenti pubblici". “Il bilancio partecipativo è dunque un processo volontario, non previsto da leggi, che le amministrazioni possono mettere in essere per condividere con i cittadini e tutti i portatori di interesse presenti in un territorio (associazioni, imprese e altri enti) le scelte di ripartizione delle risorse finanziarie destinate alla realizzazione di servizi e investimenti”. Infatti, attraverso incontri organizzati in gruppi tematici, gli stakeholder (cittadini, associazioni e altri enti) possono essere chiamati ad esprimere le loro preferenze sugli obiettivi delle politiche di settore previsti nel bilancio. “Gli incontri sarebbero anche l'occasione in cui far emergere esigenze che gli stakeholder sentono come prioritarie per il miglioramento dei rapporti con l'ente, oltre che creare potenziali occasioni di raccolta di informazioni su possibili obiettivi futuri. Il Bilancio partecipativo sarebbe quindi processo, strumento e spazio in cui poter ricostruire nel tempo e in maniera collettiva il concetto di "bene comune", trasformando le tensioni che tenderanno a crescere negli anni in un progetto condiviso improntato al dialogo con le istituzioni. Questo tipo di bilancio potrebbe puntare a tre obiettivi primari, ossia assicurare maggior consenso alle istituzioni e riavvicinare i cittadini alla politica attiva; consentire, almeno potenzialmente, di rispondere a bisogni e risolvere problematiche particolarmente sentite con la priorità necessaria; consentire l'emersione di sofferenze nascoste (che sono molto in più di quello che si percepisce) e andare nella direzione di sostegno concreto ai non garantiti” – ha concluso Orlando nel testo dell’interrogazione.



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